23 ottobre 2007
Padre Samir: con la lectio di Ratisbona il dialogo è passato da una specie di cortesia della parole ad un progetto!
Vedi anche:
IL PAPA E L'ISLAM: LO SPECIALE DEL BLOG
LA LECTIO MAGISTRALIS DI RATISBONA
Il Papa e i media: una tavola rotonda per analizzarne il complesso rapporto
Il Papa a Napoli: due editoriali di "Avvenire"
Rosso Malpelo e le amenità dei giornali sulla visita del Papa a Napoli
Soares (ex Presidente portoghese): ecco ciò che mi ha colpito del viaggio del Papa a Napoli...
Magdi Allam sulla lite sfiorata al tavolo del Papa...
Il giovane Ratzinger, «progressista» conciliante (il commento di Messori all'intervista del Papa sul Concilio)
INTERVISTA AL PAPA SUL CONCILIO VATICANO II
Il Papa a Napoli: lo speciale de "Il Mattino" (2)
VISITA PASTORALE DEL PAPA A NAPOLI: LO SPECIALE DEL BLOG
Il menù, la disposizione dei posti a tavola ed i camerieri che intonano «’O sole mio»
Il Papa a Napoli: lo speciale de "Il Mattino"
Caso Stenico-Exit: la ricostruzione di Panorama
Screzi al tavolo del Papa fra musulmani ed ebrei: Benedetto fa da paciere
Non c'e' paragone: Andrea Tornielli ha una marcia in più!
Il Papa ai leader religiosi: mai le religioni possono diventare veicoli di odio
SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"
CONSIGLIO DI LETTURA: IL SITO DI FRANCESCO
Un passo importante verso il dialogo della verità: così, padre Samir Khalil Samir sulla Lettera dei 138 dotti musulmani al Papa e ai capi cristiani
Ha destato ampia eco la Lettera inviata da 138 dotti musulmani a Benedetto XVI e agli altri leader cristiani. In questi giorni, il Consiglio Ecumenico delle Chiese ha espresso apprezzamento per la Lettera, nella quale si ritrova il tentativo di un sincero dialogo tra cristiani e musulmani. Proposito, questo, ben visibile fin dall’impostazione del documento. A sottolinearlo è il padre gesuita Samir Khalil Samir, docente di Storia della cultura araba e islamologia all’Università Saint Joseph di Beirut, intervistato da Alessandro Gisotti:
R. – C’è un aspetto positivo fondamentale: tutta la struttura della Lettera è chiaramente impostata sull’amore di Dio-amore dell’uomo, del prossimo. Questa impostazione non è assolutamente tradizionale nel modo di pensare e nella struttura mentale e teologica islamica. E’ propriamente cristiano dire amore di Dio, mentre è una espressione rarissima nella tradizione musulmana. Si tratta, quindi, di un atto di buona volontà, di ricerca per trovare un terreno comune.
D. – Quali sono gli elementi di novità che lei ha riscontrato nella Lettera?
R. – Gli aspetti nuovi positivi sono numerosi. Anzitutto riguardo alla prima Lettera inviata al Papa, che era un po’ critica, questa Lettera non mostra alcuna critica. E’ una proposta di ricerca di ciò che è comune tra le due religioni. Già nel titolo, infatti, viene ripresa dal Corano una delle parole più belle dove Maometto parla ai cristiani, dicendo loro: “Mettiamoci d’accordo almeno su una cosa e cioè sull’unicità di Dio”. Un’altra cosa da notare è che si è allargato il gruppo: da 38 della prima Lettera sono, infatti, diventati 138. Un altro aspetto positivo, che si può notare, è che nel gruppo ci sono parecchi studiosi laici e, quindi, non più soltanto imam e religiosi. Questo è molto importante, perché prende in considerazione la realtà dell’Islam, che non deve essere solo rappresentata dagli imam e dai religiosi, anche perché questo rischierebbe di dare una impostazione più dura.
D. – Questa Lettera può, dunque, rappresentare l’occasione per l’inizio di un salto di qualità nel dialogo fra cristiani e musulmani?
R. – Sì, certamente! Intanto perché c’è una iniziativa che non comincia con il difendersi contro chiunque. Si tratta di una iniziativa serena e il clima sereno è fondamentale, per tutti quanti. Penso che dovremmo ora passare dalla controversia al dialogo critico, laddove critico significa che non ammetto tutto ciò che l’altro mi dice, ma lo critico secondo i miei criteri, così come lui mi critica secondo i suoi criteri fin quando, insieme, troviamo dei criteri comuni. Talvolta si dice che Papa Benedetto XVI ha preso una linea dura riguardo all’Islam. Io dico “no”, ritengo che abbia assunto in tutto ciò che fa uno sguardo critico. Noi dobbiamo capire bene, perché questo rappresenta uno dei grandi malintesi: la critica non è mancanza di amore.
D. – Quindi, padre Samir, si può dire che si cominciano a vedere i primi frutti di quello straordinario discorso di Benedetto XVI a Ratisbona?
R. – Questo discorso è improntato fondamentalmente al dialogo. Alcuni mi dicevano che quel discorso ha rappresentato un grande errore perché da quel momento il dialogo è diventato impossibile.
No, io credo che il dialogo sia passato da una specie di cortesia nelle parole, da una specie di dialogo diplomatico, che non è il vero dialogo perché basta un niente e si può rompere, ad un primo passo per dire che vogliamo offrire al mondo un progetto.
Per questo io posso dire, quindi, la mia posizione, che può magari essere anche critica, su un punto e non certo su tutto, così come tu puoi dirmi la tua su qualche punto del cristianesimo e così facendo andiamo avanti. Un dialogo fatto, dunque, di amore e di verità. Mi auguro che questo documento sia veramente considerato come un primo passo di dialogo per continuare il più possibile in questa linea.
© Copyright Radio Vaticana
Etichette:
benedetto xvi,
commenti,
islam,
mass media,
papa,
ratisbona,
ratzinger,
riflessioni
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento