18 ottobre 2007
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Più europei nel prossimo Concistoro
Tra i nuovi cardinali Lajolo, Comastri e Farina
Silurato Romeo
Marco Tosatti
L’Europa uscirà più forte nel Collegio cardinalizio col Concistoro annunciato ieri da Benedetto XVI: si terrà il 24 novembre. E’ evidente che sforando di un’unità il tetto di 120 porporati elettori fissato da Paolo VI, Ratzinger non corre grossi rischi: dal 20 febbraio, con gli 80 anni del cardinale Friedrich Wetter, il quorum tornerà alla normalità. E nulla lascia presagire che di qui ad allora la buona salute del Papa debba riservarci sorprese. Fra i 18 nuovi cardinali elettori che Ratzinger creerà il 24 novembre ci sono 10 europei tra cui 4 italiani, in primis il presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco. Gli altri neo porporati sono due statunitensi, tre latino-americani, due africani e un asiatico. Un segno evidente della decisione di Benedetto XVI di rispettare e premiare l’universalità di una Chiesa che conta più 1,1 miliardi di fedeli.
Gli italiani
Oltre all’arcivescovo di Genova gli italiani che riceveranno la berretta lavorano tutti in Curia. Sono monsignor Giovanni Lajolo, il Governatore dello Stato della Città del Vaticano; monsignor Angelo Comastri, arciprete della Basilica vaticana; monsignor Raffaele Farina, Archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Manca alla lista il nome di Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo. Ineccepibile, formalmente, l’esclusione, perché il capoluogo siciliano conta già un cardinale, De Giorgi. Ma si sussurra che non siano piaciute a Papa Ratzinger le riserve espresse dall’ex nunzio in Italia al «motu proprio» di liberalizzazione della messa tridentina.
Ha finalmente avuto la porpora l’arcivescovo di Parigi, Vingt-Trois, saltato nel primo concistoro ratzingeriano. Una certa sorpresa l’ha causata la decisione di dare una berretta all’Irlanda nella persona di Sean Brady, arcivescovo di Armagh, e non all’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin.
Over 80
Oltre ai 18 under 80, Benedetto XVI consegnerà la berretta rossa anche a cinque ultraottantenni, in riconoscimento dei loro meriti. Assume un significato particolare la scelta di Emmanuel III Delly, patriarca di Baghdad e dei cristiani cattolici-caldei iracheni. Inserendolo fra i principi della Chiesa, Ratzinger ha voluto mandare un forte segnale di sostegno a una comunità cristiana tra le più antiche del mondo, oggi in forte sofferenza.
Nel futuro collegio cardinalizio gli europei passeranno da 50 a 60, i latini-americani da 18 a 21: i nuovi arrivi sono rappresentati dall’arcivescovo messicano di Monterrey, Francisco Robles Ortega, dall’arcivescovo brasiliano di San Paolo, Odilio Pedro Sherer, e dal monsignore di Curia argentino Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali. I 14 cardinali elettori nord americani acquisiscono due nuovi elementi, con John Foley, statunitense e Gran Maestro dei Cavalieri del Santo Sepolcro, e Daniel Di Nardo, vescovo di Houston.
© Copyright La Stampa, 18 ottobre 2007
C’è anche un iracheno tra i 23 nuovi cardinali
di Andrea Tornielli
Il Papa ha annunciato per il 24 novembre il concistoro per creare 23 nuovi cardinali (18 sotto gli ottant’anni, votanti in un eventuale conclave più cinque ultraottantenni), concedendo la porpora all’iracheno Emmanuel Delly, ottantenne patriarca di Babilonia dei Caldei. Un segno di attenzione per la Chiesa irachena che vive uno dei momenti più difficili della sua storia. I cristiani in quel Paese vivono infatti stretti nella morsa del crescente fondamentalismo, soffrono per l’insicurezza del Paese dove regna il caos e devono spesso emigrare.
Confermate le due indiscrezioni del Giornale: nella lista non c’è l’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo, e il Papa aveva intenzione di annunciare anche il nome del vescovo polacco 93enne Ignacy Ludwik Jez, che aveva trascorso tre anni nel lager di Dachau, ma che è morto l’altroieri a Roma dove si trovava per un pellegrinaggio.
Gli italiani sono sei: i tre curiali Giovanni Lajolo (Governatorato), Angelo Comastri (arciprete di San Pietro), Raffaele Farina (Bibliotecario); il residenziale Angelo Bagnasco (Genova, presidente della Cei) e i due ultraottantenni Giovanni Coppa (ex nunzio in Slovacchia) e Umberto Betti (già rettore della Lateranense e non vescovo). Gli altri curiali sono l’argentino Leonardo Sandri (Chiese Orientali), l’americano John Patrick Foley (Ordine del Santo Sepolcro), il polacco Stanislaw Rylko (Consiglio per i laici), il tedesco Paul Jozef Cordes (Cor Unum). La Spagna ottiene tre porporati: Lluis Sistach (Barcellona), l’arcivescovo di Valencia, Agustín García-Gasco y Vicente e l’ultraottantenne gesuita padre Urbano Navarrete, già rettore della Gregoriana. Per l’Irlanda Benedetto XVI ha scelto l’arcivescovo Sean Brady di Armagh. Berretta rossa per il francese André Vingt-Trois (Parigi), il brasiliano Odilio Scherer (San Paolo), il messicano Francisco Robles Ortega (Monterrey), l’indiano Oswal Gracias (Bombay), lo statunitense Daniel Nicholas Di Nardo (Galveston-Huston). Due gli africani: Raphael Ndingi Mwana’ a Nzeki (Nairobi) e l’arcivescovo di Dakar Théodore-Adrien Sarr. Sarà cardinale anche l’argentino ultraottantenne Esteban Karlic, arcivescovo emerito di Paraná.
Annunciando l’elenco, il Papa ieri in piazza San Pietro ha premesso di aver derogato di una unità al tetto di 120 porporati elettori stabilito da Paolo VI. Tra di loro oltre a Romeo, non ci sarà il nuovo arcivescovo di Varsavia, Kazimierz Nycz.
La novità è rappresentata dalla perdita di una sorta di privilegio goduto dall’Italia per molti decenni: durante gli ultimi pontificati non era mai accaduto che un arcivescovo residenziale di una sede cardinalizia non ottenesse la porpora al primo concistoro utile.
Nella ripartizione geografica dei nuovi porporati, va notato che tra i 18 sotto gli 80 anni e dunque votanti ci sono 10 europei, tre latinoamericani, due africani, due statunitensi e un asiatico.
© Copyright Il Giornale, 18 ottobre 2007
Straordinario il Papa che ha fatto venire meno un assurdo privilegio di cui hanno goduto sempre e solo gli Italiani :-)
R.
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