5 ottobre 2007

Messa tridentina: grande successo per il “Messale Festivo Tradizionale”


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Il “Messale Festivo Tradizionale”, per la “Buona Battaglia” della fede

Intervista al Direttore di “Fede & Cultura”, il prof. Giovanni Zenone

ROMA, giovedì, 4 ottobre 2007 (ZENIT.org).- Un giovane cattolico, docente di filosofia e religione, decide di diventare editore e pur non avendo denaro nel giro di due anni pubblica 50 titoli di grande valore, con ottimi risultati nelle vendite.

Il 15 di settembre, il giorno dopo l’entrata in vigore del Motu Proprio Summorum Pontificumsull’uso della Liturgia Romana anteriore alla Riforma del 1970, la sua casa editrice, che si chiama “Fede & Cultura”, pubblica il “Messale Festivo Tradizionale” nelle lingue latino ed italiano, attualmente l'unico in commercio di questo tipo.

Nell’Introduzione al volume, il Cardinale Darío Castrillón Hoyos, Presidente della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, ha ringraziato l’editore: “Considero importante che si diffonda e si usi tale strumento, […] esso viene incontro a vere necessità di molti laici, e di non pochi giovani sacerdoti, che hanno conosciuto ed amano questa venerabile forma di perfetta adorazione al Padre”.
Il porporato ha detto di considerare “preziose le addizioni musicali che completano l’opera” e conclude esprimendo “compiacimento” per l’opera intrapresa.
Per conoscere la storia e le ragioni del successo di questa giovane casa editrice, ZENIT ne ha intervistato il Direttore, il prof. Giovanni Zenone.

Come è nata l'idea di fondare la casa editrice “Fede & Cultura”? Quanti volumi ha pubblicato e con che risultato?

Zenone: L’idea mi è nata collaborando al mensile di apologetica cattolica Il Timone. Molti autori del Timone erano e sono ottimi scrittori giovani e cattolici, ma le possibilità di farsi conoscere per divulgare buona stampa erano ridotte. Ho pensato che sarebbe stato bello dare a questa “Nazionale Giovani degli Apologeti” delle occasioni in più per divulgare una sana cultura, specialmente cattolica. Tutto insomma è nato dalla crisi dovuta al fatto che i grandi autori non facevano un granché per aiutare a crescere anche i piccoli.
Da autore mi sono così ritrovato editore. Ho potuto così realizzare il desiderio di evangelizzazione su vasta scala che mi sentivo nel cuore. Fino ad ora abbiamo pubblicato cinquanta titoli, in due anni: un numero da capogiro, considerando che siamo pochi e sostanzialmente tutti volontari. Abbiamo cominciato in un gruppetto di amici cattolici, senza un solo centesimo in tasca. Per il primo libro, “In quella casa c’ero anch’io” – sulla vita di Gesù – ci ha prestato i soldi per la pubblicazione l’autore, un santo sacerdote, don Ferdinando Rancan.
Il Signore ha manifestato benevolenza per questa nostra impresa: in capo a tre mesi avevamo quadruplicato l’investimento. Abbiamo restituito il prestito e con quello che avanzava abbiamo stampato altri volumi. Da allora è stato un crescendo di apprezzamento da parte di molti, anche di quelli che dapprincipio erano scettici sull’idea di fare una nuova casa editrice. Oggi, ormai, abbiamo un piccolo margine di profitto che ci permette di pagare i collaboratori e di investire su volumi più costosi, come è stato il “Messale Festivo Tradizionale”.

Ha investito molto sull'edizione del Messale? Da quanto tempo ci stava lavorando?

Zenone: Sì. Per quest’opera, senza nemmeno averli, ho rischiato una cifra a quattro zeri. Ero terrorizzato dall’idea che fosse un fallimento. Ho cominciato a lavorare all’idea un anno prima della pubblicazione del Motu Proprio “Summorum Pontificum” sulla liberalizzazione della Messa in latino di san Pio V. Nell’aria già si sentiva che la liberalizzazione era vicina nonostante qualche opposizione. Ricordo infatti che su Il Timone l’allora Card. Ratzinger aveva pubblicato un ampio dossier sulla liturgia del tutto favorevole ad una riscoperta della Tradizione cattolica.
Diversi tecnici ed esperti di liturgia tradizionale hanno lavorato indefessamente e gratis per realizzare il Messale per i fedeli, in latino e italiano, che non era pubblicato da quasi 50 anni. Abbiamo lavorato per fare un’opera che fosse bella, maneggevole e che aiutasse nella preghiera. È nato così il Messale Festivo Tradizionale: un’opera originale, da un punto di vista editoriale totalmente nuova, con traduzioni in italiano contemporaneo. Il risultato, frutto di un lavoro di sintesi fra l’antico messale di san Pio V e le moderne tecniche editoriali e linguistiche, è stato, senza falsa modestia, splendido e numerosissimi apprezzamenti ci giungono da ogni parte, in particolare da sacerdoti, liturgisti diocesani e fedeli laici. Il colpo da maestro è che il Messale edito da “Fede & Cultura” sia uscito il giorno dopo il Motu Proprio e sia l’unico in commercio.
Credo che tanti apprezzamenti siano anche dovuti alla bella lettera di encomio che il Cardinale Darío Castrillón Hoyos, Presidente della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, ha voluto inviarci. Ha benedetto noi e quest’opera, auspicando che si divulgasse tra i fedeli e i sacerdoti. Questa benedizione ci è giunta grata dopo quella del Santo Padre Benedetto XVI che ci aveva personalmente ricevuto e al quale avevamo regalato una nostra pubblicazione. In capo ad una settimana ho avuto anche la gioia della benedizione scritta impartita su “Fede & Cultura” da parte del Papa stesso. Con queste grazie la Provvidenza si è mostrata benevola con noi! E di questo siamo grati.

Intende pubblicare solo libri che seguano la cultura cattolica?

Zenone: Intendo pubblicare solo Buona Stampa, e buona stampa cattolica che serva per la Buona Battaglia della fede e dell’apostolato cattolico. Di case editrici di proprietà cattolica, ma che pubblicano tutt’altro, financo cose contrarie o dannose alla fede, ce ne sono già sin troppe.

Quali sono i volumi in pubblicazione che vorrebbe segnalare?

Zenone: Vorrei segnalare, oltre al Messale di cui abbiamo parlato, anche lo splendido “Antonio Rosmini Virtù quotidiane” perché si scopre la santità di Rosmini – che verrà beatificato a Novara il 18 novembre – e che è uno degli ispiratori e protettori di “Fede & Cultura” col suo apostolato della carità intellettuale.
Ci tengo a segnalare anche “Ingresso alla Bellezza”, un testo che mostra che la fonte di ogni bellezza è Dio Uno e Trino e dove si confutano tanti svarioni su questo tema che si compiono anche in ambito liturgico, con quella che il Papa ha denunciato come una “creatività” fuor di luogo. È un testo che vuole proporre la bellezza: sono convinto infatti che più che brandire la spada si debba far vedere com'è bello e pieno di fascino essere cattolici, amare e servire Cristo e la Chiesa.
Sulla Messa in latino è importante il testo facile e divulgativo, ma profondo al contempo, di uno dei nostri migliori autori: Francesco Agnoli con “La Liturgia Tradizionale”.
In ogni caso il modo migliore per conoscere il nostro lavoro e acquistare i nostri libri – che si trovano anche in tutte le migliori librerie – è di visitare il sito www.fedecultura.com o scriverci a edizioni@fedecultura.com . Chiedo sempre ai molti che ci apprezzano di aiutarci a fare Buona Stampa diffondendo fra amici e conoscenti i nostri libri. Grazie per quello che fate per quest’opera apostolica.

© Copyright Zenit

5 commenti:

Anonimo ha detto...

A dire il vero ho cercato l' editio typica del messale del 62 e praticamante non esiste. La edizione di Fede e Cultura , anche se con la introduzione del card Hoyos, non credo abia l'imprimatur della Congregazione per il Culto Divino. La Lev non ha ricevuto richieste di ristampa ufficiali. Il messale "tradizionale" è un pò orientativo. Purtroppo è già partita la speculazione e su internet si trovano copie anche a 700 euro.
Chi volesse seguire le indicazioni del " Summorum pontificum" dovrà essere attento al messale che usa.
Comunque nelle librerie vicine al Vaticano il messale tradizionale non riscuote un grande successo.
Angela Ambrogetti

Anonimo ha detto...

Grazie Angela :-)

Anonimo ha detto...

Un messalino festivo non ha bisogno di imprimatur da parte di nessuno. Non è un messale da messa, un vero e proprio libro liturgico, ma solo un ausilio per chi la messa tradizionale vuole seguire ora che l'antica liturgia è stata finalmente sdoganata dopo decenni di pseudo-liberalizzazioni. Per quel che riguarda poi il tipo di messale indicato nel Motu Proprio papale, occorre sottolineare con forza che esso non vieta affatto il messale del 1952 (cosa importantissima!!) ma che "fa riferimento all'editio Typica" di Giovanni XIII. Quel che non è vietato espressamente è anche lecito. Nicola.

Anonimo ha detto...

Il messalino tradizionale edito da Fede & Cultura (casa editrice veronese) è stato un successo editoriale. Tuttavia nemo propheta in patria, visto che a Verona non si ha nessuna intenzione di applicare il Motu Proprio. Ultimo episodio scandaloso: il parroco della Chiesa di S. Anastasia Don Edoardo Sacchella(ove si trova una celebre cappella dedicata alla Madonna del Rosario, la cui ricorrenza è il 7 ottobre) ha negato la celebrazione di una messa tradizionale - accampando futili pretesti - richiesta dal Consigliere Comunale Lorenzo Fontana. In camera charitatis a chi poi gli ha chiesto ragione del rifiuto, ha risposto che non concederà mai e poi mai la messa tradizionale nella sua Chiesa per non creare divisione tra i fedeli. E Mons. Zenti, vescovo di Verona, che fa? Scrive articoli sul quotidiano locale dedicati alla neo miss Italia, che è veronese. Bravo Monsignore, così si obbedisce al Papa! Nicola Cavedini.

Anonimo ha detto...

Ciao Nicola, ti segnalo questo articolo. Inserisco il link perche' non e' possibile fare copia-incolla:

http://notizie.alice.it/notizie/cronaca/2007/10_ottobre/06/messa_latina_antica_del_santo_rosario_e_in_suffragio_dei_caduti_di_lepanto,13252458.html?mod=frame&provid=14