10 novembre 2007

La Chiesa ha bisogno delle Confraternite per far giungere l’annuncio del Vangelo della carità a tutti, percorrendo vie antiche e nuove

Clicca qui per leggere il testo del discorso del Papa alle Confraternite delle diocesi italiane.

2 commenti:

Giallo Limone ha detto...

Siamo da poco rientrati dall’incontro con il papa a Roma.
Siamo ancora ubriachi di folla, di colori, di sorrisi, di aria fredda e di sole caldo. Una giornata indimenticabile. Le confraternite riunite in piazza San Pietro da tutta Italia l’hanno dipinta con le loro mantelle, con le loro croci, i loro stendardi variegati e colorati. Arrivati in piazza questa mattina alle sei, c’è già gente che fa la fila. Il freddo ti taglia il viso, ma l’entusiasmo della gente inizia a scaldarsi. Si dovrà aspettare le otto, perché vengano aperti “i cancelli” e la gente si possa cominciare a posizionare. Da quest’ora fino alle dieci, inizio della santa messa, presieduta dal cardinale Brambilla, si assiste ad una processione quasi medievale di confratelli e consorelle accompagnati dai loro “vessilli”.
La messa è sobria e solenne in perfetto stile Benedetto XVI. La gente partecipa in maniera composta e silenziosa. Al suo termine, verso le undici, ci avvicendano sul palco alcune testimonianze di confratelli, ma la gente inizia ad essere irrequieta, perché aspetta lui, aspetta Pietro. L’arrivo è previsto alle ore dodici, ma ad ogni minimo movimento delle guardie svizzere, ad ogni minimo rumore di transenna la gente si volta a guardare, alza la testa per scorgere il vescovo bianco. Ma niente, i minuti sembrano interminabili. I nostri cuori battono forte. Finalmente le dodici, il sole inizia a bruciare, ma di lui ancora nessuna traccia, bisognerà aspettare ancora fino alle dodici e mezza circa per sentir urlare, eccolo, eccolo è lì, è lì.
Lo vediamo sbucare tra la folla, è proprio lui, il nostro amato papa, è Benedetto XVI. La papamobile ci passa ad un paio di metri davanti, solo pochi secondi ma giusto in tempo per incrociare la sua benedizione, specchiarsi nel suo paterno sorriso e vederlo svanire ancora una volta nella folla. Troppo poco tempo.
Dopo il colorato bagno di folla (ci sono circa quarantamila persone, contro le ventiseimila previste) il papa sale sul palco. dopo il saluto del cardinale Brambilla, Benedetto pronuncia il suo discorso tanto atteso. Non vola una mosca, c’è un silenzio surreale e bellissimo, risuona solo la sua voce, le sue parole, che come al solito sono chiare, sincere e dirette. Il papa descrive l’importanza svolta dalle confraternite nella storia e le esorta a continuare nel loro cammino, ma cercando soprattutto “di curare la vostra formazione spirituale e di tendere alla santità, seguendo gli esempi di autentica perfezione cristiana”.
Dopo aver recitato insieme il Padre Nostro, il silenzio accompagna anche la benedizione. Noi dobbiamo scappare, lasciamo il papa che saluta alcune rappresentanze sul palco. La gente è tantissima.Riusciammo a salutare anche monsignor Ravasi, che ci sorride cordialmnte. A pensare che ogni mercoledì, ogni domenica c’è sempre tutta questa gente ad ascoltare il Santo Padre, sembrano tanti piccoli “giubilei”.
Solo dopo diverse ore di distanza riusciamo a mettere in ordine le idee e a renderci conto dell’importanza di questo incontro. In fondo un incontro di preghiera più che di spettacolo, discreto più che chiassoso come quello avuto con Giovanni Paolo II durante il giubileo ma bello e importante proprio perché Benedetto ci sfida a vivere con più profondità ogni cosa. Quei ragazzi del 2000 sono cresciuti e con loro deve crescere anche la loro fede. Lo spirito Santo ci ha affidato il miglior maestro, il nostro amato Benedetto. Grazie Santo Padre.

Anonimo ha detto...

Bella testimonianza! Vivere un momento col Santo Padre è sempre momento speciale! Ciao! Marco