11 maggio 2008
Chiesa universale, frutto della Pentecoste: riflessione del Papa e il suo forte appello per il Libano, alla Messa e al Regina Caeli (Radio Vaticana)
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Chiesa universale, frutto della Pentecoste: la riflessione del Papa e il suo forte appello per il Libano, alla Messa e al Regina Caeli
Spirito Santo e armonia dei carismi, responsabilità della Chiesa universale di farsi strumento di pace, dono della Riconciliazione: al centro dell’Omelia del Papa alla S. Messa nella Basilica Vaticana nella Solennità di Pentecoste.
Al Regina Caeli, in piazza San Pietro, l’appello del Papa per la preoccupante situazione in Libano. Servizio di Fausta Speranza:
“Solo lo Spirito Santo, che crea unità nell’amore e nella reciproca accettazione delle diversità, può liberare l’umanità dalla costante tentazione di una volontà di potenza terrena che vuole tutto dominare e uniformare”. Così il Papa ricorda che “a Pentecoste la Chiesa viene costituita non da una volontà umana, ma dalla forza dello Spirito di Dio”. Lo definisce un “vero e proprio Battesimo di fuoco della comunità” e ci parla della “nuova famiglia” che si crea quando i discepoli riuniti con “alcune donne” e Maria, Madre di Gesù, “furono tutti pieni di Spirito Santo” e “cominciarono a parlare in altre lingue”. Una famiglia – dice il Papa –“basata non più su vincoli di sangue ma sulla fede in Cristo”. Una Chiesa nascente che ha la preghiera come “attività principale” e che “riceve la sua unità dal Signore” e che “si lascia guidare dalla sua volontà”. Benedetto XVI si sofferma su un aspetto peculiare dello Spirito: “sull’intreccio tra molteplicità e unità, dell’armonia dei diversi carismi nella comunione del medesimo Spirito. E il Papa sottolinea che “la Chiesa che nasce a Pentecoste non è una Comunità particolare ma la Chiesa universale, che parla le lingue di tutti i popoli”:
“Da essa nasceranno poi altre Comunità in ogni parte del mondo, Chiese particolari che sono tutte e sempre attuazioni della sola ed unica Chiesa di Cristo. La Chiesa cattolica non è pertanto una federazione di Chiese, ma un’unica realtà: la priorità ontologica spetta alla Chiesa universale. Una comunità che non fosse in questo senso cattolica non sarebbe nemmeno Chiesa.”
Il Papa ricorda il disegno provvidenziale che da Gerusalemme porta a Roma:
“Roma rappresenta il mondo intero ed incarna perciò l’idea lucana della cattolicità. Si è realizzata la Chiesa universale, la Chiesa cattolica, che è il proseguimento del popolo dell’elezione e ne fa propria la storia e la missione.”
E il Papa ricorda il valore della parola “Shalom” che Gesù pronuncia due volte all’apparizione ai discepoli dopo la Risurrezione: è molto di più di un saluto – spiega Benedetto XVI – “è il dono della pace promessa”. E’ un dono che si fa per la Chiesa responsabilità: “responsabilità di essere costituzionalmente segno e strumento della pace di Dio per tutti i popoli.
“Ho cercato di farmi tramite di questo messaggio recandomi recentemente alla sede dell’O.N.U. per rivolgere la mia parola ai rappresentanti dei popoli.”
Ma il Papa aggiunge che non è solo ai grandi eventi che si deve pensare ma all’ordinaria presenza e azione della Chiesa.
E il dono della pace e dello Spirito sono il cuore del Sacramento della riconciliazione, tanto importante – dice il Papa – ma “purtroppo non sufficientemente compreso”.
“La pace di Cristo si diffonde solo tramite cuori rinnovati di uomini e donne riconciliati e fatti servi della giustizia, pronti a diffondere nel mondo la pace con la sola forza della verità, senza scendere a compromessi con la mentalità del mondo, perché il mondo non può dare la pace di Cristo: ecco come la Chiesa può essere fermento di quella riconciliazione che viene da Dio. Può esserlo solo se resta docile allo Spirito e rende testimonianza al Vangelo, solo se porta la Croce come e con Gesù. Proprio questo testimoniano i santi e le sante di ogni tempo!”
Dopo la Messa nella basilica Vaticana, alle 12:00, come di consueto, il Papa è affacciato dalla sua finestra su Piazza San Pietro per la preghiera mariana. E dopo la recita del Regina Caeli, il pensiero del Papa va alla preoccupante situazione in Libano:
“Ho seguito con profonda preoccupazione, nei giorni scorsi, la situazione in Libano, dove, allo stallo dell'iniziativa politica, hanno fatto seguito, dapprima, la violenza verbale e poi gli scontri armati, con numerosi morti e feriti. Anche se, nelle ultime ore, la tensione si è allentata, ritengo oggi doveroso esortare i libanesi ad abbandonare ogni logica di contrapposizione aggressiva, che porterebbe il loro caro Paese verso l'irreparabile.Il dialogo, la mutua comprensione e la ricerca del ragionevole compromesso sono l’unica via che può restituire al Libano le sue istituzioni e alla popolazione la sicurezza necessaria per una vita quotidiana dignitosa e ricca di speranza nel domani. Che il Libano, per l’intercessione di Nostra Signora del Libano, sappia rispondere con coraggio alla sua vocazione di essere, per il Medio Oriente e per il mondo intero, segno della reale possibilità di pacifica e costruttiva convivenza tra gli uomini. Le diverse comunità che lo compongono – come ricordava l’Esortazione post-sinodale Una nuova speranza per il Libano (cfr n. 1) – sono al tempo stesso “una ricchezza, un’originalità ed una difficoltà. Ma far vivere il Libano è un compito comune di tutti i suoi abitanti”. Con Maria, Vergine in preghiera a Pentecoste, chiediamo all’Onnipotente un’abbondante effusione dello Spirito Santo, lo Spirito dell’unità e della concordia, che a tutti ispiri pensieri di pace e di riconciliazione.”
Inoltre, anche alla recita del Regina Caeli il Papa incentra la sua riflessione sulla Pentecoste, ricordando l’antica festa ebraica in cui si faceva memoria dell’Alleanza stretta da Dio col suo popolo al monte Sinai, diventata anche festa cristiana proprio per quanto avvenne in tale ricorrenza, 50 giorni dopo la Pasqua di Gesù. “Tutta la missione di Gesù era stata finalizzata a donare agli uomini lo Spirito di Dio e a battezzarli nel suo ‘lavacro’ di rigenerazione”, afferma aggiungendo:
“Allora lo Spirito di Dio è stato effuso in modo sovrabbondante, come una cascata capace di purificare ogni cuore, di spegnere l’incendio del male e di accendere nel mondo il fuoco dell’amore divino.”
“La Pentecoste è perciò, in modo speciale, il battesimo della Chiesa che intraprende la sua missione universale a cominciare dalle strade di Gerusalemme”: lo ribadisce il Papa spiegando che “in questo battesimo di Spirito Santo sono inseparabili la dimensione personale e quella comunitaria, l’io del discepolo e il noi della Chiesa”. Lo Spirito consacra la persona e la rende partecipe della missione di testimoniare il suo amore, attraverso i Sacramenti dell’iniziazione cristiana: il Battesimo e la Confermazione.
“Nel mio Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù 2008, ho proposto ai giovani di riscoprire la presenza dello Spirito Santo nella loro vita e, quindi, l’importanza di questi Sacramenti. Oggi vorrei estendere l’invito a tutti: riscopriamo, cari fratelli e sorelle, la bellezza di essere battezzati nello Spirito Santo; riprendiamo coscienza del nostro Battesimo e della nostra Confermazione, sorgenti di grazia sempre attuale.”
Tra i saluti in varie lingue, si è rivolto così al gruppo di “Ragazzi per l’Unità” del Movimento dei Focolari, provenienti da molti Paesi dei cinque continenti:
“Cari ragazzi, voi siete un bel segno del fatto che la Chiesa parla tutte le lingue! Seguendo il carisma di Chiara Lubich, continuate con entusiasmo la vostra “corsa per l’unità.”
Un cordiale saluto anche a tutti i pellegrini di lingua italiana, in particolare ai ragazzi di San Martino Gusnago che hanno ricevuto la Cresima, al gruppo dell’Associazione Nazionale Emodializzati e agli alunni della Scuola “Maria Ausiliatrice” di Catania. A tutti auguro una buona domenica di Pentecoste. In polacco, un pensiero alla tradizionale processione e la S. Messa in onore di S. Stanislao, testimone di una fede salda e intrepida.
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