18 maggio 2008

«Fede senza compromessi» (Daniele Grillo)


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«Fede senza compromessi»

dal nostro inviato Daniele Grillo

SAVONA.

Per il Papa è ben più di un bagno di folla e pioggia. È un’occasione per rinnovare la sua storia, per tentare di rinsaldare la gente attorno a sé, ai valori che tenta di difendere e alla propria crisi. Come fece duecento anni fa Pio VII, Papa Benedetto XVI chiede l’abbraccio dei savonesi. «I vostri concittadini sostennero il Papa nella sua residenza coatta, impostagli da Napoleone - spiega Ratzinger in una piazza del Popolo colorata e gremita nonostante il maltempo - quella pagina di storia ci insegna il coraggio nell’affrontare le sfide del mondo». Quelle dell’oggi: «materialismo, relativismo, laicismo». La vicenda di Pio VII, il papa prigioniero, insegna secondo il Papa a «non cedere a compromessi, a pagare di persona pur di rimanere fedeli alla Chiesa».

Da ieri il Papa è in Liguria. Savona non è solo la tappa lampo di un evento che rimane comunque “genovacentrico”. È un lungo e sentito abbraccio, solo affievolito dalla pioggia incerta che rende l’ombrello necessario L’arrivo del Santo Padre tra le 16 e 30 e le 17 sul piazzale davanti alla casa del Beato Botta. Ad accompagnarlo, tra gli altri, l’ex vescovo di Savona Domenico Calcagno, il presidente Cei Angelo Bagnasco e il segretario di Stato Tarcisio Bertone. Ad attenderlo, a pochi passi dal Santuario di Nostra Signora della Misericordia, il ministro Claudio Scajola, il presidente della Provincia di Savona Marco Bertolotto, il sindaco Federico Berruti, il prefetto Nicoletta Frediani. Non c’è tempo per troppi convenevoli, solo per un saluto. Quello - in tedesco - del presidente regionale Claudio Burlando («Ihre Heiligekeit willkommen in Ligurien»), strappa al Papa un sorriso. «Lei parla tedesco», risponde in lingua sassone il Pontefice a Burlando. Poi il Papa sale sulla papamobile e va al santuario della Misericordia. Un quarto d’ora di preghiera, davanti all’altare della cripta sul quale Benedetto XVI lascia poi il dono tanto atteso, l’onorificienza della “rosa d’oro”. I sorrisi delle Carmelitane di clausura in “permesso speciale” per fare omaggio al Papa lo accompagnano fino all’auto che lo porterà in piazza del Popolo. La piazza dei savonesi si è preparata all’arrivo del Papa in maniera quasi impeccabile. Prima dell’arrivo di Ratzinger i cori provano gli accompagnamenti della liturgia, le autorità prendono posto, affluiscono - dicono le stime della Curia - 20 mila savonesi e non. Tradizione in grande spolvero: sull’altare i cristezzanti di Varazze hanno posizionato un bellissimo “cristo” che fa da sfondo alla celebrazione, alla destra del Papa prendono posto i rappresentanti delle confraternite. La piazza si riempie piano piano. Migliaia di “kit del pellegrino” vengono distribuiti, c’è anche qualche ambulante, fuori, che vende bandierine a due euro. I volontari hanno il loro bel daffare a gestire gli ingressi, a un certo punto c’è anche un momento di tensione quando ricevono l’ordine di bloccare momentaneamente l’accesso anche a chi possiede il pass.

Il protocollo è rigido. Il Papa attraversa all’interno della sua auto tutti i viali di questa cattedrale a cielo aperto - assieme a lui padre Georg Genswein , segretario particolare, e il vescovo di Savona-Noli Vittorio Lupi - riceve l’acclamazione della gente, un gran sventolare di bandierine bianche accompagnato da cori e applausi. Monsignor Lupi introduce sull’altare la Grande Messa. Parla della città, dei suoi papi, dei problemi che affliggono una comunità dalla «natalità molto scarsa» e alle prese con le difficoltà delle famiglie. «La sua visita sarà nuova energia per ripartire con rinnovato entusiasmo». Benedetto XVI dedica all’antica fede dei savonesi una lunga e ricca omelia. Dentro c’è la preghiera di rinnovare quell’«esempio di fermezza» di cui sopra, ma anche riflessioni sulle emergenze sociali, sui giovani che invita «ad andare controcorrente», sui «cristiani di età non più verde». C’è tempo anche per un pensiero ai detenuti del vicino carcere di sant’Agostino. Poi la messa finisce, la papamobile non attende che qualche instante e accompagna il Pontefice attraverso via Paleocapa transennata, il percorso più rapido per raggiungere l’Arcivescovado. Qui alcune udienze private, per la maggior parte personale del palazzo del vescovo, poi visita le stanze di Pio VII e svolge una rapida visita alla Cattedrale. L’ultimo saluto alla città in porto. Poi il volo verso la Guardia, verso Genova.

© Copyright Il Secolo XIX, 18 maggio 2008

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