13 maggio 2008

Fermare l’aborto, finalmente si ragiona. Consensi per Napolitano. Riflessi laicisti condizionati contro il Papa (Fornari)


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Fermare l’aborto, finalmente si ragiona

Consensi per Napolitano. Riflessi laicisti condizionati contro il Papa

DA ROMA

PIER LUIGI FORNARI

In ventiquattro ore il te­ma dell’aborto, e soprat­tutto delle misure che possono prevenirlo, torna ad occupare il dibattito politico. Domenica è stato il caso di u­na lettera del presidente del­la Repubblica, Giorgio Napo­litano, in risposta ad una la­voratrice precaria che pensa­va di abortire. Il Capo dello Stato ha evidenziato la ne­cessità che il nuovo Parla­mento affronti le politiche ri­volte alla famiglia, renden­dola conciliabile con la vita lavorativa.
Ieri a far riflettere è stato il discorso di Bene­detto XVI al Movimento per la vita.

Sono unanimemente positi­vi i commenti a Napolitano, che tra l’altro ha condiviso «la felicità» della donna per la scelta «responsabile e lungi­mirante », di non abortire.

Mentre nel caso del discorso del Papa, che pure ha solleci­tato politiche in favore della maternità, in diversi casi è scattato, soprattutto nel cen­trosinistra, il riflesso condi­zionato della difesa della 194.

«Non deve più accadere che una giovane donna rinunci alla maternità per ragioni e­conomiche », è stato il com­mento entusiasta alle parole di Napolitano del ministro ombra del Pd per le Pari Op­portunità, Vittoria Franco, che ha provocato le critiche del radicale Silvio Viale: «La scelta di abortire o meno ri­guarda ognuno di noi». Nel Pd, tuttavia, anche per Anna Paola Concia «l’intervento del Capo dello Stato è un grande passo in avanti per la crescita civile del nostro Pae­se ». «La politica raccolga que­st’appello », ha aggiunto nel medesimo partito Enrico Letta.

Consensi per il richiamo di Napolitano anche dalla mag­gioranza, dove il neoministro Mara Carfagna l’ha definito «alto e nobile», assicurando che rappresenta «la bozza programmatica» del suo im­pegno alla guida delle Pari Opportunità. «È attraverso la nascita di una nuova vita che una Nazione trova legittima­zione e si rinnova», ha com­mentato il ministro per le Po­litiche giovanili, Giorgia Me­loni. E Eugenia Roccella (Pdl) ha raccolto «con convinzio­ne » l’appello «a rimettere al centro della politica la ma­ternità, troppo a lungo con­finata nello spazio privato». Nell’Udc, poi, Luca Volonté ha auspicato «un ampio di­battito in Parlamento in vista del Dpef».

Sul discorso del Papa, invece, il consenso è accompagnato dai consueti riflessi condi­zionati laicisti (e da non po­ca approssimazione).

Per l’ex ministro della Salute, Livia Turco, quella del Papa è «una preoccupazione che non è giustificata dai fatti», anche se c’è bisogno di «politiche a favore dei figli per conciliare lavoro e famiglia riconoscen­do alle donne fiducia per le loro capacità morali». La 194 «non va toccata», ha soste­nuto sempre nel Pd Rosaria Iardino. «È una legge che ha funzionato, dimezzando in questi 30 anni gli aborti», ha concordato Vittoria Franco, aggiungendo però che va po­tenziato «l’aspetto della pre­venzione ». «È stato pratica­mente cancellato l’aborto clandestino», ha addirittura vantato il capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, lanciando un appello alla «re­sponsabilità politica». Anche per Dorina Bianchi la 194 «ha portato portato grandi risul­tati ».

Ma nel Pdl, per Isabella Ber­tolini è necessario aprire un dibattito «sull’eventualità di mettere mano ad una legi­slazione che, nel tempo, ha mostrato difetti e limiti signi­ficativi ». Barbara Saltamarti­ni ha sostenuto che le parole Papa «richiamano ad una ri­flessione che oggi più che mai è opportuno aprire sul tema della vita». E ancora la Carfa­gna, ritiene che «il problema non è discutere la 194, ma ap­plicare la cultura della vita che in questi trent’anni, co­me dice giustamente il Papa, è stata svilita. Serve una nor­mativa a favore della famiglia che incentivi le nascite e a fa­vore delle donne affinché ri­nuncino ad abortire». «O si dà ragione al Papa o si difen­de la legge sull’aborto», l’ha criticata la radicale Maria An­tonietta Farina Coscioni, e­letta alla Camera nelle liste del Pd. Ma per Arturo Ian­naccone, del Movimento per l’autonomia, è una «verità» che a 30 anni dall’approva­zione della 194, «difendere la vita umana è diventato più difficile». Esplicito l’udc Lu­ca Volonté: «Vita e famiglia contengono una sacralità in­nata. Bene ha fatto il Papa a rivolgere un appello per la lo­ro difesa».

© Copyright Avvenire, 13 maggio 2008

Lasciamo perdere i riflessi pavloviani dei laicisti...per fortuna contano molto poco :-))
R.

Menzogne trentennali

Passa il tempo, restano le pessime abitudini. Anzi si incancreniscono. A fine anni ’70, con una campagna tanto forsennata quanto bugiarda, Marco Pannella e compagni accreditavano il ricorso in Italia a «un milione di aborti clandestini». Mentre le stime più pessimistiche delle organizzazioni competenti non superavano quota 120-150 mila l’anno: un po’ meno di quelle censite, tra legali e sommerse, nel 2007, dopo ben 30 anni di legge 194. Oggi il leader radicale sventola fantomatici dati dell’Oms che portano gli aborti del 1978 a 1 milione e 200 mila. Cifre a casaccio, subito inverate da fonti giornalistiche approssimative e supine. Il tutto per permettersi di dare del 'bestemmiatore contro la verità' al Papa , con una protervia molto oltre i limiti del tollerabile.

© Copyright Avvenire, 13 maggio 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Purtroppo, conosciamo la protervia di Pannella e compagni!!!! la conosciamo bene forse è giunto il momento di ribellarsi a questa protervia fatta di comprovate menzogne e cominciare a capire che il bestammiatore della verità non è di certo Benedetto XVI.
Cerbero 51