13 maggio 2008

Il Papa: l'aborto non risolve i problemi delle donne (Bobbio)


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Il Papa: l'aborto non risolve i problemi delle donne «Ha aperto un'ulteriore ferita nelle nostre società»

Alberto Bobbio

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Città del Vaticano

A trent'anni dall'approvazione della legge 194 sull'aborto in Italia, «difendere la vita umana è diventato oggi praticamente più difficile, perché si è creata una mentalità di progressivo svilimento del suo valore, affidato al giudizio del singolo». Benedetto XVI non fa sconti in un'analisi serrata di quanto accaduto in tre decenni dalla legalizzazione dell'aborto. Ieri mattina, ricevendo in udienza il Movimento per la vita, ha spiegato che da allora è «derivato un minor rispetto per la stessa vita umana», valore che «sta alla base di ogni civile convivenza al di là della fede che si professa». Il Papa ha definito «molte e complesse le cause» che portano a «decisioni dolorose come l'aborto». Tuttavia «l'aver permesso di ricorrere all'interruzione della gravidanza non solo non ha risolto i problemi che affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto un'ulteriore ferita nelle nostre società, già purtroppo gravate da profonde sofferenze».
Vi sono «condizioni sfavorevoli», ha denunciato Ratzinger, al desiderio di tanti giovani di formare una famiglia e «impedimenti» che soffocano l'amore, dalla mancanza di lavoro sicuro a «legislazioni spesso carenti in materia di tutela della maternità» alla «impossibilità di assicurare un sostegno adeguato ai figli». Tutto ciò provoca, ha aggiunto, «un crescente senso di sfiducia nel futuro». Benedetto XVI ha sottolineato invece che la famiglia va aiutata con «ogni strumento legislativo» per «facilitare la sua formazione e la sua opera educativa nel non facile contesto sociale odierno». Quindi ha lodato il lavoro svolto in questi 30 anni dal Movimento per la vita per evitare «l'aborto anche in caso di gravidanze difficili», osservando che si tratta di un'opera che incide anche «sul piano dell'educazione, della cultura e del dibattito politico». Il Pontefice ha rilevato che «è necessario unire gli sforzi perché le diverse istituzioni pongano di nuovo al centro della loro azione la difesa della vita umana e l'attenzione prioritaria alla famiglia, nel cui alveo la vita nasce e si sviluppa». Naturalmente la famiglia a cui pensa Benedetto XVI è quella «fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna», ma il Pontefice ha parlato anche della necessità di promuovere «ogni iniziativa a sostegno delle donne».
Poi ha ricordato il sessantesimo anniversario della Dichiarazione dei diritti dell'uomo, riprendendo un concetto che ha espresso nel recente discorso alle Nazioni Unite: «Il rispetto della vita è la prima giustizia da applicare». E la testimonianza, oltre che l'opera, resa in questi anni dal Movimento per la vita ha tradotto in pratica quel principio. Il Papa ha ringraziato il Movimento «per il servizio che avete reso alla Chiesa e alla società»: «Quante vite avete salvato dalla morte!», ha esclamato. E ha esortato ad andare avanti senza «paura, perché il sorriso della vita trionfi sulle labbra di tutti i bambini e delle loro mamme».

© Copyright Eco di Bergamo, 13 maggio 2008

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