13 maggio 2008

Le parole del Papa sulla 194 sono una novità? No! Sono un avvertimento al governo? No! L'udienza era fissata da tempo...(Il Giornale)


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di Redazione

Benedetto XVI critica la legge 194, molti politici leggono il discorso papale come un affondo della Chiesa guidata dal Papa tedesco, una radicalizzazione dello scontro. E c’è persino chi bolla la sortita papale come «offesa» allo Stato democratico.
«L’aver permesso di ricorrere all’interruzione della gravidanza – ha detto Ratzinger – non solo non ha risolto i problemi, ma ha aperto una ulteriore ferita nelle nostre società».

Le parole del Pontefice rappresentano forse una novità, dato che chiamano in causa direttamente la legge che da trent’anni ha legalizzato l’aborto nel nostro Paese e non soltanto il principio della sacralità della vita e della sua inviolabilità fin dal concepimento?

Non è difficile rispondere ricordando che più volte e pure in maniera più aspra ed esplicita, Giovanni Paolo II ha citato proprio la legge 194. Durante la campagna referendaria del 1981, ad esempio, con accorati appelli lanciati dall’Aquila e da Bergamo. Ma anche in occasione di udienze concesse proprio al Movimento per la vita.
Il 22 maggio 1998, nel ventennale dell’introduzione dell’aborto legale in Italia, Papa Wojtyla parlò ai membri del Movimento dei «gravi fenomeni che si registrano anche in Italia, dove negli ultimi venti anni ben tre milioni e mezzo di bambini sono stati soppressi con il favore della legge, oltre a quelli eliminati in modo clandestino». Aggiunse che «motivi di conforto vengono oggi anche da parte di quanti constatano sul piano politico il fallimento delle leggi abortiste, le quali non solo non hanno sconfitto l’aborto clandestino, ma, al contrario, hanno contribuito al crescere della denatalità e non di rado al degrado della moralità pubblica». Definì la legislazione abortista «una sconfitta e un’umiliazione per la donna e la sua stessa dignità», spiegando che le leggi che legalizzano l’interruzione volontaria della gravidanza «oltre a ferire la legge impressa dal Creatore nel cuore di ogni uomo, manifestano una forma non corretta di democrazia, propongono un concetto riduttivo di socialità, rivelano una carenza d’impegno da parte dello Stato nei confronti della promozione dei valori».
Ma c’è di più. Dieci anni fa, nella stessa occasione in cui si è verificata l’udienza di ieri, Giovanni Paolo II disse esplicitamente ai delegati del Movimento per la vita che all’aiuto concreto e all’azione educativa doveva corrispondere «l’impegno politico per il riconoscimento pieno della dignità e dei diritti del nascituro e per la revisione di leggi che ne rendono legittima la soppressione». Dunque un accenno esplicito a un impegno per una revisione della 194. L’invito a questo impegno, nel discorso di Benedetto XVI, è rimasto implicito, pur avendo insistito il Papa perché le diverse istituzioni «pongano di nuovo al centro della loro azione la difesa della vita umana e l’attenzione prioritaria alla famiglia».
Una seconda domanda riguarda i tempi del discorso papale. Le sue parole sono da considerare come un segnale diretto al governo appena insediatosi?

L’udienza al Movimento per la vita, riunitosi a Roma per un convegno dedicato proprio all’analisi dei trent’anni di legislazione abortista nel nostro Paese, era prevista da tempo. Di certo la Santa Sede, al di là del dibattito sull’assenza di ministri provenienti dalle fila del mondo cattolico, si aspetta che il nuovo esecutivo realizzi politiche concrete in favore della famiglia e della maternità, oltre che dell’occupazione giovanile e degli aiuti per la casa, invece di considerare prioritario – come aveva fatto la precedente compagine – il riconoscimento delle coppie di fatto e delle unioni gay.

© Copyright Il Giornale, 13 maggio 2008 consultabile online anche qui.

Perfetto!
R.

6 commenti:

mariateresa ha detto...

buongiorno cara. Avendo tempo, uno potrebbe trastullarsi facendo una ricerca negli archivi dei giornali con la frase "il Papa attacca la legge 194". I( risultati verrebbero fuori a iosa.
Tutte le volte è un attacco senza precedenti. Ma invece i precedenti ci sono eccome.
Bah..
Ottimo l'articolo di questo post.

Anonimo ha detto...

Ciao Raffaella. Sull'argomanto, ti segnalo lo splendido articolo di Marina Corradi su Avvenire.
Alessia

Luisa ha detto...

E tu carissima Raffaella, ce lo avevi già segnalato stamattina!

Comunque ottimo questo articolo che in poche parole rimette "les pendules à l`heure",che darebbe gli orologi all`ora....ricordando certe verità ai giornaloni, il problema è che i giornaloni della verità se ne infischiano !

Un esempio di come funzionano i giornali : Vi ricordate il titolo dell`intervista di Tornielli a Mons. Guido Marini " Ho dato un look vintage al Papa"...frase che mai Marini ha e avrebbe pronunciato, chi legge poi l`articolo se ne rende conto, chi resta ai titoli ne dedurrà che è quello che Marini ha detto e farà i suoi commentoni da persona informata!
Sul suo blog Tornielli ci a detto che il titolo non è il suo, che lui stesso è stato sorpreso dalla decisione della redazione....
Apriamo gli occhi amici. questo strano mondo dei media ha delle leggi, usi e costumi, che esigono la nostra vigilanza e la nostra lucidità.
Non vedo altro rimedio alla schizofrenia della quale certi media (non tutti per fortuna) sembrano essere afflitti sempre di più .

Luisa ha detto...

"Così ho rifatto il look stile vintage al Papa"

Ecco il titolo esatto per essere precisi e rendere alla redazione del Giornale ciò che le appartiene (e non a Tornelli) .


Ridicolo nevvero?
Fosse solo ridicolo !

Anonimo ha detto...

Uno dei diktat oggi (e che viene inculcato agli aspiranti giornalisti) è che il titolo deve essere quento più possibile accattivante, per spingere il numero più alto possibile di lettori a leggere il relativo articolo. Ora, la trovata effettivamente del "look vintage" effettivamente stride se pensiamo ai profondi significati sottesi a tutte le componenenti della liturgia (ambito di cui Papa Benedetto è fra i massimi esperti). Però, se questo titolo è riuscito a catturare l'attenzione dei lettori e questi poi hanno modo (come in questo caso) di leggere un buon articolo/intervista, che dice comunque tutt'altra cosa rispetto al titolo, beh, direi che l'obiettivo principale è stato raggiunto. Una volta lessi da qualche parte che "a volte il diavolo può anche finire per essere agente del buon Dio". Buona giornata

Anonimo ha detto...

Ah, a proposito, leggete questa "perla": Marco Pannella annuncia entro giugno "una grande manifestazione a sostegno della legge sull'aborto" e intanto definisce le "dichiarazioni quotidiane di questo Papa un'offesa contro lo Stato democratico: una bestemmia contro la verità". "Ipse dixit".