13 maggio 2008

Il Papa: «La legge sull’aborto, una ferita per l’Italia» (Paglialunga)


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Arcangelo Paglialunga

CITTÀ DEL VATICANO

Il trentesimo anniversario della approvazione in Italia alla legge abortista offre l’occasione al Papa di pronunciare verso quella legge una dura critica e, nel contempo, di denunciare le legislazioni carenti in materia di maternità, mentre mancano adeguati sostegni ai giovani che vogliono formare una famiglia e spesso mancano di un lavoro sicuro.
Anche «in caso di gravidanze difficili» la vita va salvata. «L’aver permesso di ricorrere alla interruzione della gravidanza non solo non ha risolto i problemi che affliggono le donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto una ulteriore ferita nella nostra società, già purtroppo gravate da profonde sofferenze...»: Benedetto XVI, ha proposto nella udienza al «Movimento per la Vita», presenti 800 persone con il presidente, on. Carlo Casini, una «riflessione approfondita sugli effetti umani e sociali che la legge abortista ha prodotto nella comunità civile e cristiana durante questo periodo».
Ecco, in sintesi, la riflessione del Papa.
In primo luogo, «considerando la attuale situazione non si può non riconoscere che, in questo trentennio, difendere la vita umana è diventato più praticamente difficile perché si è creata una mentalità di progressivo minor rispetto per la stessa persona umana valore questo che sta alla base di ogni civile convivenza al di là della fede che si professa...». Punto importante del discorso papale: nonostante l’impegno della Chiesa per venire incontro alla difficoltà delle famiglie, «non possiamo nasconderci che diversi problemi continuano ad attanagliare la società odierna, impedendo di dare spazio al desiderio di tanti giovani di sposarsi e formare una famiglia per le condizioni sfavorevoli in cui vivono». Per il Papa, la mancanza di lavoro, sicure legislazioni spesso carenti in materia di maternità, l’impossibilità di assicurare un sostentamento adeguato ai figli sono alcuni degli impedimenti che sembrano soffocare l’esigenza dell’amore fecondo, mentre aprono le porte ad un crescente senso di sfiducia nel futuro». Ai cristiani il Papa chiede di «proteggere la vita in tutte le sue fasi con coraggio ed amore» e loda l’azione del Movimento per la Vita per evitare l’aborto «anche in caso di gravidanze difficili», operando nel contempo sul piano della educazione e della cultura, del dibattito politico.
Ed «è necessario testimoniare in maniera concreta che il rispetto per la vita è la prima giustizia da applicare... Non per nulla la Bibbia scrive: chi profana l’uomo, profana la proprietà di Dio».
Ricordando che quest’anno ricorre il 66° anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, approvata dall’Onu, il papa ha ribadito quanto disse nel discorso alle Nazioni Unite nel suo viaggio in Usa: la promozione dei diritti umani rimane la strategia più efficace per eliminare le disuguaglianze fra Paesi e gruppi sociali come anche per un aumento della sicurezza». Il Papa esorta il Movimento per la Vita a impegnarsi anche nell’ambito politico come aiuto e stimolo alle istituzioni perché venga dato il giusto riconoscimento alla parola «dignità» umana». Il Papa approva le petizioni che il Movimento stesso ha volto al Parlamento europeo in consonanza col Magistero della Chiesa, che ritiene «valori non negoziabili» il diritto alla vita fin dal concepimento, la famiglia fondata sul matrimonio, il diritto di ogni «essere umano concepito a nascere ed essere educato in una famiglia di genitori».

© Copyright Il Giornale di Brescia, 13 maggio 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella, a proposito del noto "blitz" finale del Ministro Turco delle nuove linee guida sull'applicazione della legge 40, segnalo il bellissimo articolo su Avvenire"Il controllo di qualità come lasciapassare dell’embrione, di LORENZO SCHOEPFLIN . Ciao Carla