3 maggio 2008

I cristiani non separino l'impegno per la pace e la giustizia dall'annuncio del Vangelo: così il Papa alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali


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Dignità umana, bene comune, solidarietà e sussidiarietà: Benedetto XVI sottolinea l’attualità dei fondamenti della Dottrina sociale della Chiesa per affrontare le grandi sfide del XXI secolo. L’occasione per un’approfondita riflessione sull’argomento è stata offerta al Pontefice dall’udienza di stamani ai membri della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, riunita in Vaticano per la Plenaria sul tema “Perseguire il bene comune: come solidarietà e sussidiarietà possono operare insieme”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

La Dottrina sociale della Chiesa permette di “valutare e affrontare” le grandi questioni che l’umanità ha di fronte all’alba del XXI secolo. E’ quanto sottolineato da Benedetto XVI che ha enumerato gli “imperativi” dei nostri tempi: “La riduzione delle ineguaglianze nella distribuzione dei beni, l’espansione delle opportunità per l’educazione, il sostegno ad una crescita e uno sviluppo sostenibile e la protezione dell’ambiente”. Il Papa ha messo l’accento “sull’interrelazione tra i quattro fondamenti dell’insegnamento sociale cattolico: la dignità della persona umana, il bene comune, la sussidiarietà e la solidarietà”. Ed ha riconosciuto il lavoro della Pontificia Accademia per l’approfondimento della Dottrina sociale della Chiesa e la sua applicazione nei campi dell’economia e della politica:

“How can solidarity and subsidiarity work together…”

Il Papa ha rivolto il pensiero al binomio “solidarietà e sussidiarietà”, su come possano agire assieme nello sviluppo del bene comune. Uno sviluppo rispettoso di quella dignità umana, ha spiegato, che “è il valore intrinseco di ogni persona creata ad immagine e somiglianza di Dio e redenta da Cristo”.

Ha quindi sviluppato la riflessione sul legame tra solidarietà e sussidiarietà, quest’ultima intesa come “coordinamento delle attività della società in modo da sostenere la vita interna delle comunità locali”. Il Pontefice ha notato che la dignità della persona può essere posta nell’intersezione di due assi: “Uno orizzontale, rappresentante la solidarietà e la sussidiarietà, l’altro verticale per il bene comune”. D’altro canto, ha evidenziato che le profondità della persona umana superano la capacità delle rappresentazioni schematiche:

“The principles of solidarity and subsidiarity…”

“I principi di solidarietà e sussidiarietà – ha affermato – sono indubbiamente arricchiti dalla nostra fede nella Trinità”, soprattutto nel senso che “questi principi hanno la potenzialità di porre gli uomini e le donne sul cammino per la scoperta del loro destino definitivo e sovrannaturale”.

Di conseguenza, ha aggiunto, “la responsabilità dei cristiani nel conseguire la pace e la giustizia, il loro irrevocabile impegno a costruire il bene comune è inseparabile dalla loro missione di proclamare il dono della vita eterna alla quale Dio ha chiamato ogni uomo e donna”. I cristiani, ha detto, devono essere incoraggiati ad impegnarsi con maggiore solerzia nella solidarietà verso gli altri cittadini. Quindi, ha ribadito l’importanza dell’“agire secondo il principio della sussidiarietà attraverso la promozione della vita famigliare, le associazioni volontarie, le iniziative private e un ordine pubblico che favorisca il corretto funzionamento delle comunità basilari della società”:

“When we examine the principles of solidarity and subsidiarity…”

“Quando esaminiamo i principi di solidarietà e sussidiarietà alla luce del Vangelo”, è stata la sua riflessione, comprendiamo che entrambi hanno una dimensione verticale, giacché Gesù ci chiede di amare il nostro prossimo come noi stessi. Una legge, questa, iscritta dal Creatore nella natura di ogni uomo. Per questo, ha aggiunto, la vera solidarietà giunge a compimento “solo quando mettiamo la nostra vita al servizio degli altri”. Allo stesso tempo, anche la sussidiarietà manifesta una dimensione verticale rivolta verso il Creatore.

“Una società che onora il principio di sussidiarietà”, ha rilevato il Papa, “libera la gente dal senso di scoraggiamento e sfiducia, garantendo loro la libertà di impegnarsi assieme nella sfera del commercio, della politica e della cultura”. Quando i responsabili del bene comune si conformano al desiderio proprio della natura umana “per l’autogoverno basato sulla sussidiarietà”, ha concluso, “lasciano spazio alla responsabilità e all’iniziativa individuale, ma cosa ancora più importante lasciano spazio all’amore”.

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