1 luglio 2008

Rivoluzione a piccoli gesti: la nuova Chiesa di Benedetto XVI (Acquaviva)


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Rivoluzione a piccoli gesti: la nuova Chiesa di Benedetto XVI

Il Papa cede la parola al Patriarca ortodosso durante l’omelia

dall’inviato GIORGIO ACQUAVIVA

CITTA’ DEL VATICANO — UNA IMPORTANTE cornice ecumenica ha accompagnato ieri mattina, nella Basilica di San Pietro, la consegna del «pallio» a 40 arcivescovi metropoliti nominati nell’ultimo anno. La presenza del Patriarca ortodosso di Costantinopoli Bartolomeo I, seduto accanto al Vescovo di Roma nella prima parte della celebrazione, ha conferito solennità al rito, grazie anche all'uso delle due lingue liturgiche della Chiesa, il latino e il greco. Benedetto XVI, poi, al momento dell’omelia ha ceduto la parola all’illustre ospite, proprio per onorare «la grande festa dei Santi Pietro e Paolo, Patroni di questa Chiesa di Roma e posti a fondamento, insieme agli altri apostoli, della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica».

LA MESSA.

E’ durata tre ore, tanto che il Papa ha dovuto inserire nel finale l’Angelus che normalmente recita dalla finestra del suo appartamento. In latino i canti e le orazioni, in spagnolo e inglese le prime due letture. In latino e greco la lettura del Vangelo dell’affidamento del Primato a Simone, figlio di Giona, rinominato Pietro, roccia su cui verrà edificata la Chiesa. All’omelia, prima di Benedetto XVI, ha preso la parola Bartolomeo I il quale ha ricordato che sin dall’anno 258 le Chiese d'Oriente e Occidente venerano nella stessa ricorrenza i due santi, Pietro, colui che confessò la Divinità di Cristo, e Paolo, il quale ha portato l’annuncio ai confini dell'universo. E, «al di là delle notevoli difficoltà che sussistono sulle note problematiche (in particolare il modo di esercizio del ‘Primato’ da parte del Vescovo di Roma, ndr), desideriamo veramente e preghiamo assai per questo, che queste difficoltà siano superate e i problemi vengano meno, il più velocemente possibile, per raggiungere l’oggetto del desiderio finale a gloria di Dio». Da parte sua il Papa ha richiamato la missione permanente di Pietro, e del suo successore, di «riunire l’umanità al di là di ogni frontiera». Oggi, grazie alla tecnica dappertutto uguale - ha detto Ratzinger - grazie alla rete mondiale di informazioni e al collegamento di interessi comuni, esiste una certa unità, ma fondata su «cose materiali» che fanno spesso esplodere nuovi contrasti. Il mondo invece ha bisogno di «unità interiore, che proviene dalla pace di Dio». Pontefice e Patriarca hanno poi recitato insieme il Credo nella formula in greco di Nicea-Costantinopoli, in uso nella Chiesa bizantina. La parte di consacrazione è stata svolta da Benedetto XVI, perché fra le Chiese sorelle non è ancora tempo di «piena comunione» all’altare. Il Papa ha distribuito le ostie a fedeli in ginocchio. Dopo le preghiere in varie lingue (anche in cinese «per i perseguitati e oppressi») i due sono tornati insieme per la benedizione finale.

IL PALLIO.

Tessuto in lana d’agnello, è un’antica insegna episcopale, segno di Cristo che si mette sulle spalle l'intera natura umana. Quest’anno si è tornati al modello più «agile» dell’èra Wojtyla, perché quello ripescato da Ratzinger di inizio pontificato si era rivelato meno pratico. Benedetto XVI lo ha consegnato a 40 arcivescovi (a due sarà recapitato in diocesi), fra i quali 4 italiani: Pezzi di Mosca, Benotto di Pisa, Bregantini di Campobasso e Montenegro di Agrigento. Fra gli altri vanno ricordati il neo Patriarca di Gerusalemme Twal, Kondrusiewicz di Minsk, Njue di Nairobi.

L’ANNO PAOLINO.

Il Papa l’aveva inaugurato sabato ed è tornato sull’argomento all’Angelus. Ha spiegato che si tratta di un Giubileo per i 2000 anni della nascita dell'Apostolo delle genti (collocata fra il 7 e il 10 dopo Cristo) e che «naturalmente avrà come baricentro Roma, in particolare la Basilica di San Paolo fuori le Mura e il luogo del martirio, alle Tre Fontane. Ma esso coinvolgerà la Chiesa intera, a partire da Tarso, città natale di Paolo, e dagli altri luoghi paolini mèta di pellegrinaggi nell'attuale Turchia, come pure in Terra Santa e nell’isola di Malta».

© Copyright Il Resto del Carlino, 30 giugno 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sempre di acquaviva c'è un'interessante commento sul carlino. Forse l'hia già inserito, ma io mi sono collegato solo adesso e mi sto aggiornando dopo lunghi giorni di assenza. Nel frattempo ho comprato il corriere per il quale non esiste l'anno paolino o il papa e il resto del carlino e devo dire che il vaticanista mi piace. Saluti, Marco