7 settembre 2008

Oggi il Papa a Cagliari: lo speciale dell'Unione sarda


Nuoro e Ogliastra

Anche un centenario nel gruppo dei fedeli

Per l'abbraccio a Benedetto XVI dal Nuorese e dall'Ogliastra oggi arriverà a Cagliari un autentico stuolo di pellegrini. E in testa ci sarà il cavalier Quirino De Murtas, di Ilbono, cento anni compiuti a giugno. «Ho accolto volentieri l'invito del Papa che voleva incontrare i centenari», dice, «e così mi metterò in viaggio. Andrò in pullman con i miei compaesani. Il Papa, finora, l'avevo visto solo a Roma, quando a San Pietro assistetti alla messa di Giovanni XXIII». I preparativi per la partenza già fervono in tutti i centri ogliastrini. Due autobus e un pullmino sono stati noleggiati a Lanusei, altrettanti mezzi partono da Tortolì.
Migliaia anche i nuoresi partiti ieri dal capoluogo e dall'intera provincia. Chi arriverà in autobus, attraverso gli autobus organizzati dalla diocesi barbaricina, chi invece con la propria auto, nessuno è voluto mancare al grande evento. Per l'occasione si sono mobilitate tutte le parrocchie (t. p.)

© Copyright L'Unione Sarda, 6 settembre 2008

I sardi abbracciano il Papa

L'arcivescovo Mani: «Grande testimonianza di fede»

di LUCIO SALIS

La Sardegna dei credenti attende un messaggio da Joseph Ratzinger. Oggi arriveranno in cento, centocinquantamila, da ogni angolo dell'Isola, per ascoltare una parola di speranza che proietti un raggio di luce su una terra martoriata da drammi quotidiani. Il malessere dell'interno, con omicidi (tre, solo la settimana scorsa), rapine a ritmo serrato, un'atmosfera pesante anche nei centri più piccoli. Si aggiunge la piaga della mancanza di lavoro, un'economia che arranca, un quadro istituzionale profondamente lacerato, incapace di trovare forza e unione per il bene della comunità.
Questo popolo sofferente offrirà oggi al Papa una grande testimonianza di fede. Perché, può sembrare contraddittorio, come ha sottolineato ieri l'arcivescovo di Cagliari Giuseppe Mani, «ma la fede in Sardegna esiste anche in contesti in cui si pratica la vendetta, ci si fa giustizia da sé, esplodono faide spaventose fra le famiglie e divisioni nelle comunità». Una concezione della devozione «quasi da Antico Testamento», l'ha definita il presule con una vena di ironia, «quando la gente diceva di credere in Dio e faceva guerre dalla mattina alla sera». Eppure quella dei sardi è vera fede e tutta l'impostazione del pellegrinaggio è basata sul Papa che viene a dirci: «La fede che voi avete, testimoniata dai vescovi, è quella di Roma, la vera fede cattolica, la vera fede in Cristo».
Parole che forse faranno sentire meno soli i sardi sgomenti in questi tempi difficili. Anche perché l'appuntamento col Pontefice coincide col centenario della proclamazione della Madonna di Bonaria a patrona della Sardegna. Un simbolo, cui tutti (soprattutto i cagliaritani) sono particolarmente devoti. Anche Joseph Ratzinger è stato, da giovane, un attento studioso del culto mariano. Si troverà quindi a suo agio in questa visita che avviene ad appena tre anni dall'inizio del suo pontificato. E sarà interessante osservare come si svilupperà oggi il dialogo fra la folla dei sardi e un Papa teologo abituato più a rivolgersi alle menti che al cuore, uno non avezzo a dialogare in diretta con la gente. Dal quale, per dire, non si sentirà mai una frase come quella, celebre, del suo predecessore «se sbaglio mi corrigerete».
Diverso temperamento, rispetto a Wojtyla, il Papa tedesco, difensore dell'ortodossia cattolica, ma anche alfiere di un nuovo protagonismo della Chiesa nella società civile che in Italia ha avuto riflessi concreti nella gestione di quelli che vengono definiti temi etici sensibili.
Anche il suo pellegrinaggio in Sardegna sembra dipanarsi secondo linee diverse rispetto a quelle tracciate da Karol Wojtyla. Senza accenti, nel programma ufficiale, sui drammi del mondo del lavoro, nel momento in cui la crisi economica e la disoccupazione raggiungono punte di massima. Giovanni Paolo II scese nelle viscere della terra a incontrare i minatori, visitò i detenuti nell'inferno di Buoncammino. A Ratzinger, più anziano, sono stati risparmiati certi disagi, ma negli incontri con i rappresentanti delle istituzioni e della società civile saprà certo trovare parole di solidarietà anche per la Sardegna del malessere. Incontrerà i malati e rivolgerà loro parole di conforto nella basilica di Bonaria, la casa della Vergine, patrona dei sardi, cui la sua visita è dedicata.

© Copyright L'Unione Sarda, 7 settembre 2008

Oristano

La speranza per una futura visita

Sono migliaia gli oristanesi (della città e del territorio provinciale e diocesano) presenti allo storico incontro odierno con Papa Benedetto XVI. Tutti con la speranza di poter accogliere quanto prima il pontefice nel capoluogo arborense. Infatti la speranza è alimentata dalle parole dell'arcivescovo di Oristano monsignor Ignazio Sanna che il 10 agosto, durante le vacanze a Bressanone, è stato a pranzo dal papa nel segno di un'amicizia che li lega da vecchia data. «Non è stato possibile - ha detto l'arcivescovo parlando del viaggio papale in Sardegna - inserire una breve sosta ad Oristano, anche se si creerà sicuramente un'occasione futura per una visita nella nostra diocesi». La nutrita presenza oristanese a Bonaria si è organizzata con autobus in una ventina di parrocchie, oltre 200 giovani (dell'Azione cattolica, di altre associazioni ecclesiali e liberi cittadini) hanno scelto il treno, molti altri l'auto. ( e. f. )

© Copyright L'Unione Sarda, 7 settembre 2008

Dono del sindaco

Un reliquiario d'oro sul collo della statua con i simboli di Bonaria

Un reliquiario in filigrana d'oro è stato donato ieri dal sindaco di Cagliari Emilio Floris alla Madonna di Bonaria. Alla presenza di tutti i più alti esponenti comunali, il dono è stato consegnato durante la messa delle 9 concelebrata dai padri mercedari per essere posto sul collo della statua arrivata nel 1370 dal mare in una cassa. Il sindaco e gli assessori non hanno potuto nascondere la commozione per la solennità del momento e la vicinanza della vera statua della Madonna con il bambino. Con una catena sempre in filigrana d'oro, il reliquiario realizzato con oltre un mese di lavoro, è stato ideato dall'orafo cagliaritano Aldo Langione.
«Quando il sindaco mi ha commissionato l'opera ho pensato subito a un dono destinato a restare nel tempo. Presenta un duplice lato» ha spiegato il maestro artigiano: «In uno è stata posizionata la medaglia autentica del giorno del 1908 in cui fu decretato il titolo della Madonna di Bonaria a Patrona massima della Sardegna, e nell'altro un piccolo frammento della cassa lignea che conteneva la statua». Realizzata da Langione anche la navicella d'oro che oggi sarà posta tra le mani della Vergine dal Papa.
BEATRICE SADDI

© Copyright L'Unione Sarda, 7 settembre 2008

Fra i pellegrini che dormono in sacco a pelo alla Fiera: chitarre e scarpe da ginnastica per percorrere la Via delle Beatitudini

Il giorno speciale di quei ragazzi normali

MARCO NOCE

Zaini, materassini, sacchi a pelo. Ai piedi, più scarpe da ginnastica che sandali: Adidas, certo, e Nike. Calzoncini corti per le ragazze e al ginocchio per i ragazzi. Canottiere. Qualche piercing. Gironzolano per lo spazio della Fiera, cercando di evitare le zone soleggiate, siedono in gruppi, chiacchierano, mandano e ricevono messaggini, uno palleggia, altri cantano accompagnandosi con le chitarre acustiche: Ligabue, “Una vita da mediano”, ma anche “Generale” di De Gregori, con i «cinque figli venuti al mondo come conigli», il treno che «non fa più fermate» e perfino il sesso fatto fare «dalle infermiere». Chiamateli, se volete, papaboys.
Loro, che ieri mattina hanno assistito alla catechesi dell'arcivescovo Mani e stasera ascolteranno il discorso di Benedetto XVI, preferiscono «pellegrini». Sono tanti: 1.500 circa, dagli 11 anni in su (qualcuno anche oltre i 35). Più qualcosa come 450 volontari, riconoscibili per le magliette gialle: per loro, ieri, le istruzioni per l'uso di Maria Lucia Baire, presidente del comitato “Il Papa in Sardegna” («Siate gentili, sorridete, siate disponibili»). Per tutti, maglietta gialla o meno, pernottamento in Fiera, in due padiglioni distinti: uno per i maschi e uno per le femmine.
«Ai pellegrini abbiamo servito circa 660 pasti», spiegava ieri all'ora di pranzo uno dei volontari della sala mensa allestita in uno dei padiglioni della Fiera, «divisi in tre turni. Ai volontari altri 300 circa». All'arrivo alla Fiera, ciascun pellegrino ha potuto acquistare un mazzetto di buoni pasto (pranzo e cena di ieri, colazione e cestino pasto di oggi) alla modica cifra di 12 euro. Menu del pranzo di ieri: malloreddus al ragù, arrosto morto, patate arrosto, frutta, acqua.
Altri sono arrivati nel pomeriggio, quando i mattinieri, divisi in gruppi affidati ciascuno a un catechista, erano già sulla Via delle Beatitudini: un percorso a dieci tappe, da viale Buoncammino fino alla Cattedrale, e in ogni tappa una lettura di approfondimento su ciascuna delle beatitudini enunciate da Cristo nel Discorso della Montagna e una riflessione su una figura esemplare (fra Nicola da Gesturi per i poveri di spirito, madre Teresa di Calcutta per gli afflitti, padre Salvatore Carzedda per i miti, e così via). Non c'erano solo ragazzi, ovvio. Tra una tappa e l'altra, preghiere e canti, accompagnati da chitarre, in qualche caso bonghi e, perfino, un mandolino. Il tutto sotto un sole implacabile e con 32 gradi e mezzo di temperatura.
«Se non la prendi con spirito - confida con aria saggia Paolo, 18 anni, da Siniscola - non resisti alla fatica». Lorenzo, 16 anni, suo compaesano, approva convinto. Ma cosa spinge un adolescente, in piena estate, a preferire a un fine settimana mare e discoteca un pellegrinaggio a Cagliari? «C'è anche il piacere di stare insieme agli amici», confida Matteo, 19 anni, di Nuoro: «Ma questo, da solo, non basta. Io, per esempio, sarei venuto a Cagliari anche se gli amici non fossero venuti». Siete molto motivati: «Siamo neocatecumenali», spiegano.
Come la gran parte dei ragazzi lungo la Via: «Vorrà dire che siamo i più impegnati», sorridono allegri, a fine percorso, Roberto, 20 anni, di Quartu, e Annalaura, 22, di Cagliari (anzi, sottolinea lei, «della parrocchia del Santissimo nome di Maria, a La Palma»): una volta la settimana, a parte la messa, si vedono per un incontro e un'altra per la liturgia della Parola (lettura e commento della Bibbia). A parte questo, giurano, fanno vite normali, da ventenni qualunque. Alcol? «Dipende dai gusti». «A me - spiega Annalaura - per esempio non piace». Discoteca? «Perché no?», si stupisce Roberto. Sport? «Certo». Studi? «Regolari». Sesso prima del matrimonio? Annalaura si imbarazza. «In teoria no», esita l'amico. Come in teoria? «No», taglia secca la ragazza: «E ora, se vuole scusarci, dobbiamo raggiungere il gruppo».

© Copyright L'Unione Sarda, 7 settembre 2008

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