28 ottobre 2008

Nocita racconta Papa Giovanni oltre gli stereotipi (Emanuele Roncalli)


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Nocita racconta Papa Giovanni oltre gli stereotipi

dall'inviato

Emanuele Roncalli

ROMA Sui quadretti dei souvenir degli ambulanti in piazza San Pietro campeggia ancora l'immagine del Papa Buono ripetuta all'infinito nella posa benedicente. È un volto rassicurante che i devoti si portano a casa in mezzo ai ricordi di un pellegrinaggio.

Ma quell'immagine, tanto cara, quel profilo appiattito, sembra sempre più solo un simbolo, un'icona stereotipata.

Un ritratto semplicistico che ieri – dopo aver assistito all'anteprima del film Papa Giovanni, il pensiero e la memoria – è parso sfumare sino ad allontanarsi, grazie a una polifonia di voci e immagini che ci hanno restituito il vero volto di Papa Roncalli.
La pellicola di Salvatore Nocita – a dirla tutta – ha fatto in mille pezzi quel ritratto della bontà confusa con l'ingenuità e con le stesse tessere ha ricomposto il mosaico di una parabola umana che non si finisce mai di scoprire. Merito dei testimoni che si sono succeduti nella ricostruzione di colui che «si è manifestato come padre dell'intera umanità, credenti o no, cristiani o no» per usare le parole del vescovo di Bergamo, monsignor Roberto Amadei.
Il film-dossier proiettato all'auditorium della Conciliazione, prodotto da Rai Trade, Istituto Luce, Officina della Comunicazione, firmato da Nocita con la collaborazione di Marco Roncalli, non è la classica pellicola da grande schermo, ma un'inchiesta-verità, un'indagine giornalistica che, grazie alle interviste a protagonisti e testimoni, ripercorre le tappe giovannee che hanno lasciato più di un segno nella Storia. Oltre a monsignor Amadei, il film propone pensieri dei cardinali Bertone, segretario di Stato, Martini, Poupard, Etchegaray, dell'arcivescovo Loris Capovilla (per il quale ha portato i saluti il vescovo emerito Bonicelli) e anche di Levi Montalcini, Cacciari, Kung, Melloni, Riccardi, Vian, Krasikov.
Giovanni XXIII, il pensiero e la memoria andrà in onda a Natale in seconda serata su Raiuno e tre giorni dopo su La7. Il film è stato proiettato davanti a quasi 1.800 persone: oltre ai cardinali Bertone e Poupard, anche numerosi bergamaschi, parlamentari, il sindaco di Sotto il Monte Eugenio Bolognini, rappresentanti del Comune e della Provincia di Bergamo.
Sono le parole di Papa Benedetto XVI ad aprire la serie dei ricordi: le aveva pronunciate lo scorso 3 giugno in occasione del 45° della morte di Papa Roncalli, ricordandone la figura e l'opera. Da qui il discorso tocca vari temi: il Concilio, il dialogo, la pace, la crisi di Cuba, il rapporto con la politica, l'eredità di Roncalli.
«La sua figura è trasparente», ha aggiunto monsignor Amadei; «è stato viatore attraverso mondi diversi», ha affermato Riccardi, mentre Cacciari, ricordando il servizio in Oriente di Roncalli, ha posto delle analogie fra la Venezia bizantina e la cultura d'Oriente fino a proporre un Papa «a far da ponte fra culture e genti».
Non sono mancati accenni ai limiti di Giovanni XXIII, ma il cardinal Bertone si è chiesto: «La sua formazione teologica è stata un limite per lui o non è stata una risorsa per lasciarsi ispirare dallo Spirito Santo?». Kung è tornato sull'aspetto della fraternità e del desiderio di «una Chiesa con le finestre aperte». Il tema del Concilio è stato chiosato dal cardinal Poupard come «una divina sorpresa, una sorpresa totale», mentre Etchegaray ha parlato di «audacia evangelica». Intervallato da immagini di repertorio, il film si chiude con il celebre discorso dell'11 ottobre 1962, la sera dell'inizio del cammino del Concilio. La carezza ai bambini e la luna sì, ma soprattutto quelle parole che di fatto erano un abbraccio universale: «La mia persona non conta niente, è un fratello che vi parla, un fratello diventato Papa».

© Copyright L'Eco di Bergamo, 27 ottobre 2008

Purtroppo Papa Giovanni potrebbe passare alla storia solo come il "Papa buono", quasi fosse una sorta di parroco ingenuo e accomodante.
Non e' cosi' e l'importanza di questo Pontefice nella storia della Chiesa deve essere messa in luce.
E' un dato di fatto che i Papi che giornali e tv considerano "mediatici" (e' anche il caso di Giovanni Paolo II) corrono il serio rischio di essere ridotti a stereotipi, magari in contrasto con i predecessori ed i successori.
E' tempo di abbandonare le immagini mediatiche e di approfondire i discorsi, gli interventi e le prese di posizione di Papa Giovanni XXIII, affinche' tutti possiamo conoscere la sua importanza storica e non solo le immagini accattivanti catturate qua e la' dalla televisione di allora
.
R.

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