29 ottobre 2008
Benedetto XVI ricorda commosso la visita di Giovanni XXIII al Regina Coeli (Izzo)
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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:
PAPA: RICORDA COMMOSSO VISITA GIOVANNI XXIII A REGINA COELI
(AGI) - CdV, 28 ott.
Salvatore Izzo
''Prego Papa Giovanni perche' ci conceda di sperimentare la vicinanza del suo sguardo e del suo cuore, cosi' da sentirci veramente famiglia di Dio''.
Con questa invocazione, pronunciata con voce commossa, Benedetto XVI ha concluso questa sera il discorso commemorativo per i 50 anni dell'elezione al Soglio di Pietro del card. Angelo Giuseppe Roncalli. Parole che Papa Ratzinger ha spiegato ricordando lo scambio di battute tra il Pontefice da poco eletto e i detenuti di Regina Coeli. ''In una celebre visita durante i primi mesi del suo Pontificato, il Beato - ha ricordato - chiese ai suoi uditori quale fosse, secondo loro, il senso dell'incontro, e si diede da solo la risposta: 'Il Papa ha messo i suoi occhi nei vostri occhi e il suo cuore accanto al vostro cuore'''.
Il 26 dicembre 1958 questa frase era stata preceduta da una piccola bugia che Roncalli disse ai suoi interlocutori per metterli a loro agio. ''Miei cari figlioli, miei cari fratelli - erano state le sue parole - siamo nella casa del Padre anche qui. Siete contenti che io sia venuto? Venendo qui da San Pietro mi sono rammentato che quando ero ragazzo uno dei miei buoni parenti, andando un giorno a caccia senza licenza, fu preso dai carabinieri e messo dentro. Oh, che impressione! Oh, poveretto lui! Ma sono cose che possono capitare, qualche volta, anche se le intenzioni non sono cattive. E se si sbaglia, si sconta, e noi dobbiamo offrire al Signore i nostri sacrifici. Che grande cosa, fratelli, il Cristianesimo''. Gli storici hanno poi accertato che nessun parente del Papa buono era mai stato arrestato per bracconaggio e dunque si tratto' di un artifizio da lui utilizzato per ''superare'' i cancelli dei bracci che erano rimasti chiusi per ragioni di sicurezza. Subito dopo, del resto, Giovanni XXIII chiese: ''Siete contenti che sia venuto a trovarvi? Sapevo che mi volevate, e anch’io vi volevo.
Per questo, eccomi qui. A dirvi il cuore che ci metto, parlandovi, non ci riuscirei, ma che altro linguaggio volete che vi parli il Papa? Io - dichiaro' - metto i miei occhi nei vostri occhi''. E qui Papa Roncalli dovette fermarsi perche' la commozione dei detenuti era evidente. ''Ma no - riprese - perche' piangete? Siate contenti che io sia qui. Ho messo il mio cuore vicino al vostro. Il Papa e' venuto, eccomi a voi. Penso con voi ai vostri bambini che sono la vostra poesia e la vostra tristezza, alle vostre mogli, alle vostre sorelle, alle vostre mamma''.
Prima di lasciare Regina Coeli, Papa Giovanni volle essere ritratto in mezzo ai detenuti. E mentre si avvia all'uscita della prigione, vide un uomo staccarsi dal gruppo dei reclusi raccolti attorno all'altare. Questo detenuto, con occhi arrossati dal pianto e cadendogli ai piedi, riusci' a chiedere: ''Le parole di speranza che lei ha pronunciato valgono anche per me, che sono un grande peccatore?''. Roncalli non rispose. Si chino' sull'uomo, lo sollevo', le lo tenne a lungo stretto a se'.
''E' stato a questo punto - scrisse il giorno dopo il Messaggero - che la manifestazione ha fatto tremare i muri di Regina Coeli. Dell'atmosfera tipica del carcere non e' rimasto piu' nulla. Aperti i cancelli a pianterreno, il Papa ha visitato un 'braccio' e l'infermeria, fra ali di carcerati usciti dalle celle con i loro vestiti a strisce. Ma l'episodio che piu' ha colpito il Papa e' stato quello che ha appreso una volta varcato il portone del penitenziario. Egli ha saputo che trecento detenuti, chiusi nelle celle di rigore perché considerati pericolosi, non hanno potuto vederlo. Ebbene: ha inviato a ciascuno di essi un’immagine con l'assicurazione che non dimentichera' i suoi 'figli invisibili'. Al termine dell'incontro con i detenuti un'ultima raccomandazione: 'Scrivete a casa, raccontate alle vostre madri ed alle vostre mogli che il Papa e' venuto a trovarvi'''.
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PAPA: A GIOVANNI XXIII DOBBIAMO GRANDE DONO DEL CONCILIO
(AGI) - CdV, 28 ott.
Cinquant'anni fa con l'elezione al Soglio di Pietro di Angelo Giuseppe Roncalli, ''la grazia di Dio andava preparando una stagione impegnativa e promettente per la Chiesa e per la societa'''.
Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso commemorativo tenuto questa sera in San Pietro per ricordare l'inizio del Pontificato del ''Papa buono'', la cui ''docilita' allo Spirito Santo'' rappresento' ''il terreno buono per far germogliare la concordia, la speranza, l'unita' e la pace, a bene dell'intera umanita'''.
In particolare, ha sottolineato questa sera il Pontefice, ''un dono veramente speciale, offerto alla Chiesa con Giovanni XXIII, fu il Concilio Ecumenico Vaticano II, da lui deciso, preparato e iniziato''. ''Siamo tutti impegnati - ha assicurato Joseph Ratzinger che al Concilio partecipo' come 'perito', cioe' come teologo nello staff che preparava i documenti - ad accogliere in modo adeguato quel dono, continuando a meditarne gli insegnamenti e a tradurne nella vita le indicazioni operative''.
In tutto il suo Pontificato, ''Papa Giovanni - ha ricordato Ratzinger - indico' la fede in Cristo e l'appartenenza alla Chiesa, madre e maestra, quale garanzia di feconda testimonianza cristiana nel mondo. Cosi', nelle forti contrapposizioni del suo tempo, il Papa fu uomo e pastore di pace, che seppe aprire in Oriente e in Occidente inaspettati orizzonti di fraternita' tra i cristiani e di dialogo con tutti''. E, ha concluso il Pontefice, ''Giovanni Paolo II lo proclamo' beato, riconoscendo che le tracce della sua santita' di padre e di pastore continuavano a risplendere davanti all'intera famiglia umana''.
Benedetto XVI ha preso la parola dopo una messa celebrata in San Pietro dal segretario di Stato Tarcisio Bertone per i fedeli della diocesi di Bergamo, a Roma in pellegrinaggio per i 50 anni dell'elezione di Roncalli. Scendendo nella Basilica Vaticana, il Papa si e' prima fermato in preghiera davanti all'urna dove sono conservati i resti mortali del beato Giovanni XIII. (AGI)
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