27 ottobre 2008

L’annuncio del Papa: primo viaggio in Africa (Santini)


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L’annuncio del Papa: primo viaggio in Africa

ALCESTE SANTINI

Città del Vaticano.

Con l’annuncio del suo primo viaggio in Africa a marzo del 2009 e con un forte appello alla comunità internazionale per le violenze e persecuzioni subite dalle minoranze cristiane in Iraq e in India, come in Asia, Benedetto XVI conclude il Sinodo sulla «Parola di Dio» presiedendo una solenne cerimonia religiosa nella Basilica di San Pietro.
Non manca «un pensiero speciale ai vescovi della Cina continentale che non hanno potuto essere rappresentati in questa assemblea sinodale», mentre vi hanno partecipato solo quelli di Hong Kong. Dopo il messaggio di più di un anno fa rivolto ai cattolici e alle autorità cinesi, il Papa lavora perché una certa «distensione» ottenuta si trasformi in relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Repubblica popolare cinese. La nuova sfida è però l’Africa: prima in Camerun per consegnare ai rappresentanti delle Conferenze episcopali del continente nero l’Istrumentum laboris del Sinodo che si terrà in ottobre 2009 in Vaticano, poi in Angola per celebrare il 500esimo anniversario di evangelizzazione di quel Paese. Finora i viaggi del Papa, tranne quello a New York per parlare all’Onu sui diritti umani, avevano privilegiato l’Europa per rilanciare le «radici cristiane» offuscate, a suo parere, dal secolarismo e dal relativismo largamente diffuso in questo continente. Ma ora Benedetto XVI si propone di mobilitare la Chiesa cattolica e l’opinione pubblica mondiale perché si concentri l’attenzione sull’immenso continente africano nella morsa di troppe ingiustizie sociali e di situazioni conflittuali. Di qui il pressante appello, lanciato insieme con i patriarchi delle Chiese orientali presenti al Sinodo, rivolto non solo alle autorità civili ma anche a quelle religiose perché «non risparmino alcuno sforzo affinché la legalità e la convivenza civile siano presto ripristinate e i cittadini onesti e leali sappiano di poter contare su una adeguata protezione da parte delle istituzioni dello Stato". Dopo i suoi precedenti appelli per le "violenze" subìte dalle minoranze cristiane nello Stato di Orissa in India e in Iraq da dove cresce il numero delle famiglie di religione cattolica che lasciano il Paese, Benedetto XVI si è rivolto ieri ai «responsabili civili e religiosi di tutti i Paesi, consapevoli del loro ruolo di guida e di riferimento per le popolazioni perché compiano dei gesti significativi ed espliciti di amicizia e di considerazione per le minoranze, cristiane o di altre religioni e si facciano un punto di onore della difesa dei loro legittimi diritti». Il Sinodo sulla riscoperta della Bibbia non è servito solo a riscoprire l’autentico messaggio cristiano ma a gettare le basi perché la Chiesa sia capace a rispondere alle istanze di un mondo profondamente cambiato nei suoi aspetti morali e sociali, oltre che economici. Di qui la novità, tutta da approfondire e applicare, di avere dato a una donna la possibilità di leggere in chiesa alcuni passi delle sacre scritture. Il sacerdozio rimane escluso da ogni apertura, ma i 253 vescovi arrivati in Vaticano per il Sinodo da ogni angolo del pianeta (due terzi dei quali per la prima volta) hanno però cominciato a prendere coscienza dei necessari cambiamenti da introdurre per stare al passo con i tempi.

© Copyright Il Mattino, 27 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

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