29 ottobre 2008

San Pietro tutta bergamasca: torna la gioia di 50 anni fa (Roncalli)


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San Pietro tutta bergamasca Torna la gioia di 50 anni fa

Il Papa rilancia il messaggio giovanneo su famiglia e parrocchia Il grazie del vescovo Amadei. Bertone: Roncalli, la forza dell'umiltà

dall'inviato

Emanuele Roncalli

CITTÀ DEL VATICANO

«Gaudium magnum». La gioia incontenibile di mezzo secolo fa è tornata sui volti radiosi dei bergamaschi, in un pomeriggio costellato di abbracci, messaggi e grandi gesti.
L'incontro fra Benedetto XVI con monsignor Roberto Amadei, vescovo di Bergamo, la preghiera del Papa davanti all'altare del Beato Giovanni XXIII, sotto gli occhi della statua della Madonna che Roncalli ricevette in dono a Loreto, poi donata al Seminario vescovile di Bergamo, la carezza di Papa Ratzinger a due bambini bergamaschi, l'omelia del cardinale Bertone sono stati momenti intrisi di gioia e commozione, che hanno colpito al cuore i pellegrini.
Le parole di Benedetto XVI hanno riproposto il messaggio giovanneo della sorgente conciliare riscoperto nel Sinodo diocesano dedicato alla parrocchia «articolazione viva e dinamica della comunità».
Un accenno il Papa lo ha riservato alla famiglia, sottolineando che Giovanni XXIII diceva di aver dimenticato molto di quanto letto sui libri, ma di ricordare benissimo quanto appreso dai genitori e dai vecchi. È stata dunque una «grande gioia» condivisa da centinaia di romani che hanno assistito al Pontificale presieduto dal cardinale Tarcisio Bertone prima dell'incontro con il Papa.
La giornata è iniziata di buon ora con le Lodi nella chiesa di Santa Maria al Monte, ma con il pensiero già rivolto a San Pietro. Due ore prima della liturgia, i cappellini colorati dei pellegrini disegnavano una striscia arancione che abbracciava tutto il colonnato del Bernini.
Dentro la Basilica – completamente vuota – regnava intanto un silenzio quasi surreale, rotto solo dal passo delle guardie svizzere nelle loro fogge cinquecentesche e dal rumore metallico di elmi e alabarde. Ma è bastato aprire la Porta del Filarete, quella centrale, e il reticolo di centinaia di sedie vuote si è come d'incanto riempito. La Basilica è diventata la chiesa dei Bergamaschi: fasce tricolori e blu, gonfaloni e sventolìo di cappelli, tedofori in blusa verde giunti a piedi a Roma con la fiaccolata e il vessillo della Cornabusa: un'immagine di Dante Frosio che ritrae il cardinale Roncalli in preghiera alla grotta.
Le note dell'organo hanno ridato compostezza, ma appena dal fondo della navata sono comparsi il cardinale Bertone, il vescovo monsignor Amadei e l'ausiliare monsingor Lino Belotti, assieme a decine di sacerdoti, è scattato l'applauso. Nel corso dell'omelia il cardinale Bertone ha ricordato le linee del pontificato giovanneo pronunciate nel radiomessaggio il giorno dopo l'elezione: «A noi sta a cuore il compito di pastore di tutto il gregge». «Desiderava – ha detto il porporato – essere un pastore mantenendo quel suo tipico stile, che lo aveva contraddistinto in tutti gli incarichi svolti al servizio della Santa Sede».
Subito dopo ha espresso la sua felicità per questo nuovo incontro «dopo le solenni celebrazioni che ho avuto l'onore di presiedere a Bergamo e a Sotto il Monte il 5 e 6 aprile scorso». Un pensiero lo ha riservato al nostro quotidiano. Ricordando la visita a L'Eco di Bergamo ha sottolineato la «bella tradizione da continuare iniziata con l'Anno Giovanneo che vede l'uscita domenicale del quotidiano bergamasco assieme a L'Osservatore Romano, che è il giornale del Papa».
La celebrazione nella Basilica ha avuto anche un altro valore simbolico: «Proprio nelle Grotte Vaticane – ha aggiunto il Segretario di Stato – il giovane Roncalli ebbe la gioia di celebrare la sua prima Santa Messa, quasi ad iniziare e a rafforzare un legame con la Sede Apostolica che non lo abbandonerà mai».
L'amore di Papa Giovanni per Bergamo è stato rievocato con le parole che lo stesso pronunciò l'8 dicembre 1958 in San Pietro: «Bergamo, che ebbe nei secoli i suoi martiri, i suoi santi illustri, i suoi missionari generosi ed eroici, prelati dotti, vescovi venerandi, cardinali distintissimi di Santa Chiesa, ha oggi il suo Papa, anche lui nulla più che servo dei servi di Dio, ma figlio della sua terra e della sua sacra tradizione». Parole semplici, un rimando alla santità di Roncalli che cercava con «umiltà e abbandono nel Signore». Infine una riflessione sulla preghiera del Papa: «Angelo Roncalli – ha concluso – apprese a pregare in famiglia, una famiglia povera dove tutte le sere, il vecchio zio Zaverio, il capo di casa, intonava il rosario. E fu la preghiera il segreto della serenità e della fiducia che trasmetteva con la sua bontà».
Al termine della messa, l'incontro fra Benedetto XVI e monsignor Amadei (di cui riportiamo a parte il messaggio integrale). Poi la preghiera davanti all'altare del Beato di fianco alla statua della Madonna di Loreto donata da Giovanni XXIII al Seminario di Bergamo. La carezza a due giovanissimi è stato un momento di particolare emozione. «Da dove venite, come vi chiamate» ha chiesto loro. Il più piccolo non ha trattenuto una lacrima ma è stato subito consolato dalla mano affettuosa del pontefice, che ha donato loro due coroncine del rosario.

Ai discorsi ufficiali, anche Papa Ratzinger ha voluto aggiungere annotazioni spontanee, in particolare per Sotto il Monte («Ci sono stato molti anni fa») e per i seminaristi («siete davvero in tanti») che si sono lasciati andare ad un interminabile applauso.

L'«Ite Missa Est» e i canti finali hanno accompagnato l'uscita dei fedeli. Ad attenderli un violento temporale che però non ha spento il loro entusiasmo. Lo stesso che li accompagnerà questa mattina all'udienza generale: ultimo atto di un pellegrinaggio quasi al tramonto dell'Anno Giovanneo.

© Copyright Eco di Bergamo, 29 ottobre 2008

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