28 ottobre 2008

La comunità cristiana in Iraq ha accolto con gioia l'appello lanciato dal Papa all'Angelus: la testimonianza di don Sacco, di Pax Christi (R.V.)


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La comunità cristiana in Iraq ha accolto con gioia l'appello lanciato dal Papa all'Angelus: la testimonianza di don Sacco, di Pax Christi

La giornata di ieri è stata anche quella del nuovo accorato appello del Papa, affinché in Iraq e in India per le comunità cristiane torni la pacifica convivenza e finiscano violenze e persecuzione che nelle ultime settimane hanno provocato numerose vittime. Come sono state accolte le parole del Santo Padre dai cristiani che in quei Paesi stanno vivendo momenti così drammatici? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a don Renato Sacco, di Pax Christi, da poco rientrato dall’Iraq:

R. – Quando il Papa fa un riferimento ad una situazione difficile, per chi ne è coinvolto è davvero il cuore che si apre. Io l’ho verificato di persona quando ero in Iraq durante la guerra. Quindi, è proprio una grande boccata di ossigeno per la speranza, perché il rischio per queste persone è che perdano anche la speranza - mi dicevano l’altro giorno – la speranza in tutte le istituzioni, a volte anche nella Chiesa, perché ci si sente impotenti. Allora il Papa ha dato un grande segno di speranza per continuare a lottare, a sperare nella vita, a non scappare, e credo che queste parole siano un invito grande anche per noi a non dimenticare.

D. – Potranno esserci delle ricadute concrete di questo appello?

R. – Noi ce lo auguriamo, perché è vero che queste violenze sono sicuramente anche il frutto di un gioco politico, di un calcolo di potere, ma la comunità internazionale non può non ascoltare questo appello anche se dobbiamo ricordare che già tante volte Giovanni Paolo II aveva richiamato la comunità internazionale a non fare la guerra, a prendersi delle responsabilità, a non imboccare quella strada, e poi invece questo è stato fatto! Tuttavia, noi speriamo che questa volta non sia così e che la comunità internazionale non sia sorda!

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