22 agosto 2007

La Chiesa è davvero sotto attacco?


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In Italia, la Chiesa è davvero sotto attacco?

di Redazione

Una domanda di stretta attualità, a cui il mondo cattolico può rispondere in due modi: con il vittimismo oppure chiedendosi seriamente (anche in modo critico) come comunicare "la bellezza del cristianesimo".

La Chiesa cattolica in Italia è davvero sotto attacco? Il tema è di stretta attualità: il cardinale Tarcisio Bertone ne ha parlato qualche giorno fa in un'intervista alla Radio Vaticana, ampi settori dell'opinione pubblica cattolica lanciano da mesi l'allarme e un atteggiamento sulla difensiva fa capolino anche nelle predicazione dei parroci. Posizioni che nascono da valutazioni di merito, specie per quanto riguarda l'immagine mediatica dell'istituzione. In linea generale, sembra quasi impossibile parlare con equilibrio del fenomeno religioso, sui giornali come in politica, mentre il sensazionalismo e la polemica di bassa lega si confermano gli strumenti dialettici per eccellenza.

Chiarito questo aspetto, è bene chiedersi nuovamente: “La Chiesa cattolica in Italia è davvero sotto attacco?”. Se si guardano alcune vicende del passato, si può tirare un sospiro di sollievo. Basti pensare ai primi secoli del cristianesimo, sconvolti da eresie di ogni sorta, alle lotte politiche sul papato del X secolo, ai totalitarismi del novecento. Ogni epoca fa i conti con le sue persecuzioni; eppure, in Italia la sfida attuale rientra nell'ambito culturale e nasce dall'estrema difficoltà a comunicare l'essenza profonda del cristianesimo. È una situazione sotto gli occhi di tutti che può essere letta nell'ottica della persecuzione (non vengo capito e ancora di più sono volutamente manipolato), oppure in quella del deficit di competenze (mi impegno, ma non riesco).

In sostanza, il mondo cattolico ha davanti a sé due opzioni: può continuare a coltivare il vittimismo oppure a chiedersi seriamente come rispondere a spinte che vogliono fare della Chiesa una forza minoritaria. E i nodi da sciogliere sono molto chiari. Come mai in 60 anni di Repubblica, i cattolici (maggioranza del Paese) non sono riusciti a costruire un'egemonia culturale effettiva, lasciando che lo facessero altri? Perché non si è riusciti ad avere una presenza forte nel mondo dei media (se non nella logica della riserva indiana) e quando si sono avute occasioni (vedi il ruolo ricoperto storicamente in Rai) le si sono sprecate? Per quale motivo, in numerose occasioni si è privilegiata la linea della difesa piuttosto che quella della proposta?

Sono interrogativi dirimenti, nella convinzione che in una società complessa non esistono rendite di posizione e che, come ebbe modo di ripetere il papa, al secolarismo si risponde soltando comunicando “la bellezza di essere cristiani”. È questa la chiave di volta, per affrontare le difficoltà del tempo presente: un compito che spetta ad ogni singolo credente. Con una regola di fondo: per comunicare, è necessario prima vivere, essere credibili, esprimere sul serio la dimensione degli innamorati. Così, la fede tornerà ad essere vista non come una militanza né come un sistema ideologico da combattere, ma come la realtà che nasce da un incontro.

In una prospettiva simile, sarà possibile superare inibizioni e disagi e forse, i cattolici penseranno di meno al fatto di essere perseguitati (lo stesso pontefice ha chiarito che le incomprensioni fanno parte del gioco), aggrappandosi piuttosto all'entusiasmo che nasce dalla loro chiamata: vivere in profondità, testimoniando. Quanto al resto, l'esperienza di 2mila anni insegna: il cristianesimo, se trova disponibilità e credibilità, sa essere molto contagioso.

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9 commenti:

Blog creator ha detto...

Gentile Rafaella,
la Chiesaè e resterà sotto attacco.
Lo è nei secoli, dalla origine.
Ma, a parere mio, ritengo che si sottovaluti la questione massanica o meglio dei 'muratori'.
Non scordiamo il Convegno delo marzo di quest'anno della Pontificia nel quale si è ribadito nettamente la incompatibilità assoluta tra cristianesimo e massoneria.
eggere per credere e divulgate.
Sì, devo ammettere che nello specifico mi interessa l'aspetto, che d'altra parte da sè rientra nel fatto 'attacco alla Chiesa'.
Non sono 'ciellino' e ripeto: il Meeting è una benedizione.
Buon lavoro e sempre complimenti!

Anonimo ha detto...

Grazie del contributo, Umberto :-)

euge ha detto...

La chiesa sarà sempre sotto attacco in diversi modi e sotto diverse forme attraverso il percorso della storia ma, forse è il caso che anche noi che formiamo la chiesa, cominciamo a lasciare il ruolo di vittime facendo sempre sentire sempre più alto il tono della voce senza aggressioni ma, con dignità il vittimismo non è mai servito a nessuno!!!!!!!!
Eugenia

Anonimo ha detto...

Fino a qualche anno dopo il Concilio Vaticano II, quando si passava davanti a una chiesa, veniva spontaneo manifestare la nostra appartenenza al mondo cristiano facendoci il segno di croce, ma poi - a poco a poco - questo “orgoglio” si è tramutato in vergogna e più nessuno ha osato mostrarsi in pubblico in tale atteggiamento. Parimenti il “sia lodato Gesù Cristo”, saluto rispettoso con il quale ci si rivolgeva agli appartenenti al clero, è diventato quasi un “insulto” ed è stato sostituito da un più adeguato buon giorno o buona sera. E ora ci si chiede se la Chiesa sia davvero sotto attacco…, lo è sì, e sotto un attacco continuo, anche per opera dei suoi stessi appartenenti che, pervasi da questo strano “pudore”, hanno contribuito al suo indebolimento lasciandola sola e indifesa di fronte ai continui assalti del moderno “maligno”! Che fare?!? Se fossi uno che “conta”, organizzerei “il giorno dell’orgoglio cristiano” così da far vedere al Signor Cento, al Signor Prodi e a tutta quella marmaglia che lo sostiene, che non esiste anche una classe di cristiani “adulti”, ma una sola classe di “veri” cristiani della quale lui certo non può minimamente far parte!!! I cristiani sono tali, solo se rispettano in tutto e per tutto i dettami della Chiesa Cattolica, oppure non lo sono affatto!!!

euge ha detto...

Caro Giampaolo condivido in pieno il tuo post; se vuoi saperlo proprio l'atteggiamento quasi di vergogna e di eccessiva remissione da parte anche dei componenti della chiesa in generale, mi ha portato ad allontanarmi dalla chiesa stessa e dalla fede. Grazie a Dio c'è Benedetto XVI che, cerca in tutti i modi di ridare alla Chiesa intesa come corpo mistico di Cristo, non solo una dignità ma, e soprattutto l'unità. Il suo coraggio mi sta aiutando a ritornare sui miei passi riguardo la fede e spero che ad altri succeda la stessa cosa. Hai ragione quando dici che ci si vergogna di essere cristiani è qui il punto...... non solo ci vergognamo ma, abbiamo paura di difendere il nostro credo questo io intendo per eccessivo lassismo nella chiesa comportando fa le altre cose che adesso come adesso nessuno più ha rispetto ne per la chiesa, ne per il Papa ne tantomeno per Dio.
Eugenia

Utnapishtim ha detto...

Il disprezzo nei confronti della Chiesa non proviene mai certamente da coloro che ritengono la Chiesa troppo debole, bensì da parte di coloro che la ritengono troppo forte e che la accusano di essere arroccata in difesa di valori reazionari e privilegi anacronistici.
Costoro fanno parte del novero di quelli che in Italia ormai sono la ampia maggioranza e che rifiutano che la Chiesa abbia, nella loro vita, un ruolo poco più che marginale.
La rifiutano e rifiutano i valori che promuove, sia nell'ambito di morale individuale che (soprattutto) nell'ambito del comune vivere civile.
Il nuovo corso e la politica di Benedetto XVI non fanno altro che aumentare queste distanze oramai incolmabili e non credo che la Chiesa recupererà mai il terreno sociale che ha perduto.

Anonimo ha detto...

Beata illusione, caro Mister!
Il fatto che i pesci si stiano agitando un po' troppo, dando la "colpa" solo a Benedetto XVI che e' in perfetta continuita' con i predecessori, dimostra che la "cura" sta funzionando :-))
Iniziamo a riflettere ed a aprire gli occhi!

Utnapishtim ha detto...

Cara raffaella, io indico e tu mi guardi il dito: esso non è una illusione ma nemmeno l'oggetto della mia intenzione.
E' vero, Ratzinger opera in continuità col precedente pontefice, radicalizzando e portando alle estreme conseguenze.
Una inversione di tendenza nella Chiesa c'è stata, è indubbio, e la si può individuare facilmente proprio in corrispondenza del pontificato di Giovanni Paolo II, con un ritorno all'antimodernismo ed una chiusura netta nei confronti della contemporaneità.
Bada bene, io non giudico questa scelta come buona o cattiva (come potrei?), bensì cerco di valutarne gli effetti.

Anonimo ha detto...

Non capisco: Giovanni Paolo II era favorevole all'aborto? All'eutanasia? Alle unioni civili? Io ho letto testi di Papa Wojtyla assolutamente in linea con il pensiero di Ratzinger. Benedetto XVI non radicalizza un bel nulla. Questa interpretazione e' propria dei media superficiali.
Certamente Benedetto e' un uomo che va dritto al sodo e riesce a scuotere anche i sassi.