21 ottobre 2007
Oggi la visita del Papa a Napoli: lo speciale de "Il Corriere del Mezzogiorno"
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Decine di migliaia di fedeli per Benedetto XVI. In piazza Prodi e Mastella, ma anche detenuti e bambini
L'abbraccio di Napoli al Papa
Festa e preghiera al Plebiscito con tutti i leader religiosi
Arriva oggi a Napoli Papa Benedetto XVI. Numerosi gli appuntamenti della giornata: innanzi tutto, la messa e l'Angelus in piazza Plebiscito, con tutti i leader religiosi, e davanti a migliaia di fedeli tra i quali Prodi e Mastella, ma anche alcuni detenuti, disabili e bambini delle case- famiglia. Poi il pranzo al Seminario preceduto da un incontro con i delegati che partecipano al forum interreligioso promosso dalla Comunità di Sant'Egidio. Nel pomeriggio, visita al Duomo per una sosta nella Cappella di San Gennaro. Preoccupano le condizioni meteo: in caso di temporali violenti il Pontefice potrebbe arrivare in treno invece che in elicottero.
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Rischio maltempo, salta la marcia degli immigrati
Freddo e pioggia. Le previsioni meteorologiche turbano la vigilia della visita pastorale. La protezione civile, presente con duecento volontari, segue l'evoluzione del tempo: secondo il bollettino meteo Napoli oggi potrà essere colpita da temporali e la temperatura dovrebbe abbassarsi di 7-8 gradi. Se dovesse persistere questo scenario, non è da escludere l'ipotesi di far partire Benedetto XVI con il treno a Mergellina. Il maltempo, intanto, ha bloccato anche la marcia degli immigrati che volevano raggiungere piazza Plebiscito a piedi marciando per ventotto chilometri durante la notte. I tremila immigrati, collegati idealmente con il vescovo Nogaro, viaggeranno in treno e si augurano di poter ricevere in qualche modo una legittimazione da parte del Pontefice. Gli immigrati hanno manifestato ieri pomeriggio a Caserta con padre Zanotelli e il Vescovo Nogaro. Una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto Stasi, dal questore e dal sindaco Petteruti e ha chiesto l'abolizione della legge Bossi-Fini.
© Copyright Corriere del Mezzogiorno, 21 ottobre 2007
Giordano: 17 anni dopo Wojtyla la città è addirittura peggiorata
«Inascoltato Giovanni Paolo II, non è stata riorganizzata la speranza»
Anna Paola Merone
NAPOLI — «Speranza». È questa la parola più usata in questi giorni per parlare della visita del Papa. E di speranza ha parlato ieri anche l'ex arcivescovo di Napoli, Michele Giordano, ma ha usato toni meno entusiastici ricordando che la città ha già perso una grande occasione. «La venuta di papa Benedetto XVI a Napoli— dice — dimostra l'affetto, e non da oggi, che il Pontefice ha per questa città. Certamente il Pontefice troverà, rispetto a 17 anni, quando ci fu la visita di papa Giovanni Paolo II, una città che, sotto diversi aspetti, è purtroppo peggiorata». L'arcivescono emerito di Napoli per 19 anni anni ha guidato la diocesi partenopea e nel 1990 accolse per tre giorni papa Wojtyla. «Mi spiace constatarlo — aggiunge —, ma quell'appello a organizzare la speranza rivolto a tutta la comunità che fu lanciato da Giovanni Paolo II nella visita del novembre del 1990 non è stato mai pienamente accolto.
Dalla comunità cittadina, innanzitutto, mi sarei aspettato di più», prosegue l'arcivescovo che non usa mezzi termini per stigmatizzare le responsabilità della classe dirigente. «Mi auguro che Napoli sappia accogliere l'invito che verrà dal Papa. Anche per cause disparate in questi ultimi tempi la situazione è peggiorata — sottolinea —.
Penso, ad esempio, alla mancanza di lavoro e alla criminalità organizzata, sempre più agguerrita, che dovrebbe essere contrastata con maggiore determinazione. Nel messaggio per le Settimane sociali di Pisa e Pistoia, Benedetto XVI ha ricordato che spetta alla comunità cristiana, a laici capaci di spendersi nella vita pubblica, con una robusta coscienza cristiana, e che possano essere classe dirigente all'altezza dei compiti affidati».
Di speranza ha parlato ieri anche il governatore Bassolino. «Coltivare la speranza. È uno dei significati più profondi della visita del Papa a Napoli - afferma — come ha sottolineato anche il cardinale Sepe. Una visita che avrà un forte impatto sulle coscienze civili e morali dei napoletani e dei campani. Perché coltivare la speranza significa sia guardare fino in fondo ai mali che attraversano la nostra comunità, sia avere fiducia nella grande massa di energie positive che qui esistono».
La visita del Pontefice come occasione per far conoscere una città diversa e positiva ai delegati e ai giornalisti di tutto il mondo è l'auspicio del sindaco Iervolino che ha ricordato che «il Pontefice si è mostrato un forte e coraggioso difensore dei diritti umani, della giustizia e della pace. Grande attenzione ha posto al problema del lavoro — ricorda —, delle sue condizioni e della sua precarietà, questioni che profondamente coinvolgono la città. La sua visita sarà, per tutti noi, uno sprone a fare di più e meglio. Spingerà Napoli a svolgere un ruolo di ponte del dialogo e della pace tra i paesi del bacino del Mediterraneo e quelli dell'Europa ».
E oggi a Napoli sarà anche il presidente del Consiglio Romano Prodi. Il premier accoglierà Benedetto XVI al Porto e poi sarà anche a pranzo con il Pontefice, nel ricevimento organizzato dalla diocesi nel seminario arcivescovile di Capodimonte, cui interverranno vari leader religiosi partecipanti all'Incontro interconfessionale per la pace in programma a Napoli da oggi a martedì. Prodi alle 17 sarà nuovamente alla stazione marittima per salutare il Papa in partenza per Roma. Il premier, al Teatro San Carlo alle 18, rivolgerà infine un suo saluto nella sessione d'apertura del meeting interreligioso. Il forum, promosso dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla diocesi partenopea nello spirito degli incontri per la pace di Assisi voluti da Giovanni Paolo II, vedrà la partecipazione, oltre che del premier, di figure di primo piano del panorama politico nazionale: all'evento di chiusura, martedì, sarà presente il capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
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Festa e preghiera con il Papa Oggi l'Angelus dal Plebiscito
Tolleranza e pace nel discorso di Ratzinger. Con lui un monaco birmano
Carlo Franco
NAPOLI — Un fiume di parole in tutte le lingue del mondo che si scioglieranno in un'unica preghiera per la pace. A teatro San Carlo salirà sul palco un monaco birmano che racconterà l'odissea dei suoi colleghi vittime di un regime arrogante fondato sulla violenza più bieca e crudele. A piazza del Plebiscito Benedetto XVI pronuncerà all'Angelus un appello per la tolleranza e la solidarietà che verrà trasmessa in ogni angolo del pianeta: la città devastata dalle emergenze diventa crocevia della speranza di pace. Laboratorio del futuro. Per decenni è stato uno slogan, oggi è realtà. La visita pastorale del Pontefice e l'incontro tra i capi religiosi rilancia Napoli su tutte le prime pagine, non per uno scandalo o per un crimine efferato, ma per una missione di speranza e di fiducia. Con i bambini protagonisti. «Tu che conosci Gesù, facci diventare tutti più buoni»: Lorenzo, studente di seconda elementare di una scuola della periferia, ha chiesto al Pontefice di vegliare sul suo futuro. E un altro di poter vivere «in un mondo pieno di pace e di natura»: l'appello più autentico lo hanno già scritto i bambini napoletani che, costretti a vivere in uno scenario permanente di violenza e di conflitti sociali, dimostrano, come ha detto il Cardinale Sepe di essere meno ingenui e, in qualche caso, addirittura più avvertiti degli adulti sui rischi che il mondo sta correndo. Tutto questo avverrà a Napoli in tre giorni, da oggi a martedì, e al San Carlo La città è mobilitata, ha compreso l'importanza dell'evento e chiede di essere presente. È una occasione storica: Piazza del Plebiscito diventa l'agorà più grande e più amata del mondo. L'aura del G7 scolora nel ricordo, nasce davvero lo spirito di Napoli.
Il cardinale Crescenzio Sepe e il responsabile della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, hanno ragione di essere emozionati. Tempo permettendo l'elicottero con a bordo il Pontefice atterrerà alla Stazione Marittima poco dopo le nove; successivamente Benedetto XVI salirà a bordo della papamobile che ieri pomeriggio ha fatto fatica a districarsi nello stretto dei vicoli del Duomo. I leader religiosi, invece, sono già in città e il capo della chiesa ortodossa di Mosca, ha trovato perfino una chiesa e una casa. «Gli abbiamo messo a disposizione, annuncia l'Arcivescovo, la disponibilità della Chiesa di Santa Maria del Ben Morire in via Leopoldo Rodinò ed anche un appartamento annesso che potrà essere adibito ad alloggio del...». Qui si inceppa e, come al solito, chiede aiuto a don Martino: «...si dice Pope, o no»? Riccardi dice che «mai si era registrata una adesione così qualitativamente alta ».
Napoli unisce e questo è un buon presagio. Facciamo i conti: le chiese ortodosse e orientali sono al gran completo, sono arrivati il Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo, e il primate della chiesa anglicana, Williams, il gran rabbino d'Israele, capi dell'Islam, leader ebrei e il rabbino della sinagoga di Colonia che è è grande amico di Benedetto XVI.
«Chiederemo ai leader religiosi di essere audaci parlando di pace, dice Riccardi, perché viviamo nel terrore di una terza guerra mondiale e la politica non ce la fa più ad arginare i conflitti».
La Chiesa deve scendere in campo, è pronta a farlo con le sue armi, ha detto il cardinale Crescenzio Sepe che è il grande regista della visita pastorale e dell'incontro interreligioso, ma potrà contare su alleati di grande prestigio. Il presidente Giorgio Napolitano, il premier Romano Prodi che accoglierà il Pontefice, il ministro degli esteri D'Alema, ma anche il presidente della Tanzania che è l'unico paese al mondo dove cristiani e musulmani vivono in pace. E l'Arcivescovo di Cipro, Sua Beatitudine Chrysostomos II, che griderà al mondo la situazione terrificante di Cipro Nord occupata dai turchi: 133 chiese, cappelle e monasteri, alcuni quali armeni e maroniti, sono stati dissacvrati e trasformati in stalle e depositi; 78 sono stati convertiti in moschee e e 28 utilizzate per fini militari. Uno scempio al quale si aggiunge il particolare agghiacciante di 15mila icone rimosse illegalmente e immesse sul mercato clandestino.
Questo è lo spirito di Napoli: nella città dove da sempre convivono pace e violenza, splendore e miseria, cultura e sottocoltura, prende forma il sogno di Giovanni Paolo II che Benedetto XVI ha fatto suo: un edificio stabile per il superamento dei contrasti e per la costruzione di un vero dialogo. Pregare non più gli uni contro gli altri, ma gli uni con gli altri. L'incontro di domani pomeriggio tra il Pontefice e i 51 leader religiosi, nel Seminario diocesano, servirà a rinsaldare questo patto, ma durante la conferenza stampa a Donnaregina il Cardinale Sepe, con quell'aria sorniona che i napoletani hanno imparato a decifrare, ha fatto un annuncio a metà. «Da Napoli, ha detto, subito dopo il meeting, partiranno iniziative importanti, avremo modo di riparlarne».
Qui il pastore si è fermato, e ha cercato aiuto ancora una volta a don, Matino, che con gli occhi lo ha invitato ad essere prudente. Sepe ha obbedito ma siamo in grado di completare l'annuncio: da Napoli partiranno due missioni di pace dirette a Cipro e a Leopoli, in Ucraina, sarà questa la prima sortita dell'organismo stabile che si insedierà nella nostra città. «C'è sete di pace», ha concluso il Cardinale Sepe, e per berla fino in fondo chiederemo aiuto a San Gennaro che in questi giorni ci assisterà ». Quando il Papa si fermerà a pregare nella cappella del Patrono per la prima volta verrà aperta l'urna con le ossa di San Gennaro. Per chiudere, la festa potrà essere guastata solo dal tempo, ma il Cardinale non ha dubbi, alza gli occhi al cielo e sussurra: «San Gennà, piensace tu».
© Copyright Corriere del Mezzogiorno, 21 ottobre 2007
IL PERCORSO
Per il Pontefice undicimila giovani in piazza
NAPOLI — Dalle 6 di questa mattina e fino alle 17.30 la città si fermerà per accogliere il Papa. Niente auto in un'amplissima fetta di territorio cittadino dove alcune strade saranno anche sottratte alla circolazione pedonale. Divieto assoluto di circolazione nell'area gialla — e cioè in una zona piuttosto estesa dalla quale restano fuori Fuorigrotta, Posillipo, Bagnoli, il Vomero e l'Arenella — fino alla partenza del Pontefice 17.30. Le deroghe riguardano i mezzi di trasporto pubblico — per i quali è previsto l'incremento delle corse sia su gomma che su ferro — e alcune categorie nelle quali rientrano anche i fornitori di generi alimentari deperibili e i fioristi. Saranno transennate, e dunque non percorribili neanche a piedi, le strade interessate dal percorso del Pontefice. Blocchi a tranche, secondo gli orari in cui sono previsti gli spostamenti del Papa, in piazza Municipio, Trieste e Trento, Carità, Toledo, piazza Dante, via Pessina, corso Amedeo di Savoia, viale Colli Aminei, Capodimonte, via Foria, via Duomo. Queste strade sono state chiuse alla circolazione veicolare fin dall'1 di ieri notte. Per delimitare i percorsi pedonali e automobilistici sono stati predisposti 14 chilometri di transenne. I 422 bus turistici in arrivo a Napoli dovranno essere lasciati a parcheggio nelle aree dedicate e tutti dovranno spostarsi nell'area gialla con i mezzi di trasporto pubblico. Il Metrò linea 1 e le funicolari garantiranno corse no stop per l'intera giornata, la stazione Dante però resterà chiusa. Incrementate anche le corse di Cumana e Circumflegrea. Oggi sono in servizio 1200 vigili su quattro turni e 2000 uomini delle forze dell'ordine, 450 i volontari della protezione civile. In servizio anche volontari che svolgono assistenza in piazza San Pietro ogni domenica.
Solo chi è in possesso del biglietto potrà accedere a piazza del Plebiscito — e dovrà farlo rigorosamente entro le 8.30 — dove il Papa celebrerà la messa e reciterà l'Angelus (dopo l'arrivo alla Stazione Marittima dove sarà accolto dalle autorità e da seimila giovani). Tutti gli altri potrann o seguire l'evento attraverso i maxi schermi posizionati in piazza Matteotti, piazza Dante e in piazza Municipio (quello alla Stazione marittima è riservato ai ragazzi della Pastorale giovanile). Tutt'intorno 69 bagni chimici per far fronte al grande afflusso di pellegrini. L'andamanento dell'evento sarà monitorato dalla Sala situazioni attivata ieri a Palazzo San Giacomo che sarà in costante collegamento con la sala operativa della protezione civile della prefettura. Il Pontefice dopo l'Angelus, alle 12.15, attraverso via Toledo raggiungerà il Seminario maggiore ai Colli Aminei. Qui alle 13 Benedetto XVI incontrerà i capi delle delegazioni che partecipano all'incontro interreligioso promosso dalla comunità di Sant'Egidio.
Alle 16 il corteo papale si rimetterà in moto per raggiungere la Cattedrale. Alle 17 trasferimento al Porto dove, alle 17.15, il Pontefice si congederà dalle autorità cittadine. La partenza è prevista alle 17.30.
Lungo il percorso, restando dietro alle transenne, sarà possibile assistere al passaggio del Pontefice. Cinquemila i ragazzi che lo aspetteranno in piazza Dante. Luogo dove si è svolta il primo aprile la giornata mondiale della gioventù.
A. P. M.
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I messaggi dei bambini
Sono 280 le lettere raccolte in un volume che verrà regalato al Santo Padre. Le hanno scritte i bambini della scuola elementare dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, al Vomero, che hanno accompagnato i messaggi con disegni. In uno è rimasto anche un errore: «Il Papa è amico dei babini», ma nessuno, giurateci, abbasserà il voto. Le frasi: «Napoli non è solo camorra, ma anche sole e mare».
Molto toccante il desiderio di Lorenzo che chiede al Papa di realargli «un mondo pieno di pace e di natura, senza violenza e senza delitti».
La madrina
Sarà la showgirl Lorella Cuccarini ( nella foto) la madrina del forum interreligioso per la pace.
Come testimonial dell'associazione «Trenta ore per la vita», la Cuccarini terrà a battesimo l'assemblea plenaria in programma questo pomeriggio al teatro San Carlo alle ore 18. Lorella Cuccarini si fermerà a Napoli fino a martedì e sarà presente ad alcuni degli appuntamenti promossi e organizzati dalla comunità di Sant'Egidio nell'ambito del meeting cui prenderanno parte esponenti di diverse fedi.
PIZZAIOLI
Non poteva mancare la pizza. Tre storici locali, Sorbillo, Di Matteo e Starita, si sono consorziati e oggi alle 17 consegneranno le loro pizze al Pontefice nel Duomo; verranno portate negli antichi contenitori di rame con cui, nel Dopoguerra, le pizze venivano vendute nei vicoli. La prima sarà una margherita, la seconda a forma di cuore, la terza dedicata a Benedetto XVI.
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