20 ottobre 2007

Il Papa a Napoli: lo speciale de "Il Corriere del Mezzogiorno"


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La visita e la città che può «far squadra»

BENEDETTO L'«ALLENATORE»

di DOMENICO PIZZUTI

Alla vigilia della visita di Benedetto XVI a Napoli è opportuna una riflessione sul senso degli eventi religiosi e culturali che hanno come teatro la città di Napoli. E che, a nostro avviso, sono un'occasione per riflettere più in generale sul ruolo delle religioni nella sfera pubblica e in particolare su quello che le comunità religiose, mobilitando le proprie risorse, possono fare per la convivenza pacifica tra popolazioni di diversa provenienza etnica e per la crescita economica, sociale e civile secondo un'etica della responsabilità.
In primo luogo, si deve osservare che questi eventi di dialogo interreligioso hanno come agorà Piazza Plebiscito e come sede dei Forum di approfondimento le sale della Stazione Marittima e di Castel dell'Ovo. È cioè plasticamente evidente una «riconquista» della sfera pubblica da parte del dialogo tra religioni e culture. Gli ultimi decenni del XX secolo hanno registrato una rivitalizzazione pubblica delle religioni tradizionali in varie parti del globo. Nel contempo, alcuni studiosi statunitensi rimarcano che le religioni, anche nelle moderne società, possono costituire una forza per promuovere l'azione collettiva, la coesione sociale e la mobilizzazione politica. Come recentemente è accaduto con il Convegno della Chiesa italiana nell'arena di Verona o con l'incontro del Papa con i giovani sulle spianate di Loreto, domani a Piazza Plebiscito la solenne celebrazione eucaristica alla presenza di rappresentanti ecumenici presieduta da Benedetto XVI, e poi la cerimonia finale per il lancio di un comune messaggio di pace, segnalano che in questi spazi cittadini la Chiesa cattolica ma non solo manifesta la capacità di coniugare dinamiche universali e locali sui grandi temi del dialogo, e in particolare, a Napoli, della pace per un mondo senza violenza in una città dove si registra quasi un morto ammazzato al giorno. Quanto queste dinamiche si sovrappongano o intercettino la cultura e la religiosità vissuta dalle popolazioni napoletane e la fecondino realmente rimane da verificare, perché dopo l'evento non ritorni tutto come prima.
In secondo luogo, 17 anni dopo la storica visita a Napoli di Giovanni Paolo II che, denunciando la mancanza di una cultura della legalità, esortava a «organizzare la speranza», la scena di queste celebrazioni è ancora occupata dalla figura del Pontefice, portatore di un messaggio capace di superare la crisi sociale che attanaglia la città facendone un malato che non vede vicina la luce di una guarigione. (Per via Duomo imbandierata a festa, alcuni striscioni a nome delle strutture di accoglienza della Campania gridano al Benedetto del Signore: «I minori sono abbandonati, perché le comunità chiudono non ricevendo risorse da 18 mesi. Napoli città ingiusta. Vergognatevi!»).
La solenne celebrazione di Piazza Plebiscito sarà solo una risoluzione simbolica della crisi nell'effervescenza collettiva dell'evento partecipato? Ci auguriamo che il Papa, com'è suo costume, adotti un registro genuinamente religioso per animare il popolo dei fedeli e sostenere una speranza possibile per un riscatto collettivo. Napoli non ha bisogno di salvatori di un giorno, ma di «allenatori » che sappiano far giocare la squadra secondo regole che attestino la normalità, sappiano cioè spingere alla cooperazione al fine di promuovere gli interessi generali.

© Copyright Corriere del Mezzogiorno, 20 ottobre 2007


LA STORIA

Francesca, da Ponticelli all'altare con il Santo Padre

Piazza del Plebiscito, domenica 21: per la Messa del Papa ci saranno ventunomila persone, 300 autorità, 60 vescovi, 10 cardinali, 700 preti, 400 diaconi, 400 ministri straordinari dell'Eucaristia, 400 membri della Schola cantorum, 240 seminaristi. Verranno distribuite 4000 eucarestie. Più di cinquecento giovani del Servizio di Pastorale giovanile svolgeranno il servizio di accoglienza. Alcuni di loro parteciperanno alla processione offertoriale.
Tra questi ci sarà anche Francesca 26 anni, che viene da una realtà di periferia della zona vesuviana. Incinta, è riuscita a ribellarsi ad un compagno violento che voleva a tutti costi che abortisse. Sola contro tutti, sostenuta dai giovani della parrocchia di appartenenza, ora ha uno splendido bimbo di dieci mesi.
Ci teneva tanto ad incontrare papa Benedetto dopo essere stata «benedetta» dal cardinale Sepe. In piazza porterà la speranza di un futuro migliore, al Pontefice, donerà il segno dell'offertorio ma anche i suoi sogni.
Anche lei, nel silenzio dei suoi pensieri, lancerà un messaggio di pace al mondo. Stesso posto: piazza del Plebiscito, martedì 23: dai luoghi limitrofi le diverse confessioni religiose in processione raggiungeranno in corteo la piazza per la preghiera conclusiva: per l'evento sono attese ventimila persone, una cifra record mai registrata in nessun altro luogo sede dell'incontro.
Da Napoli, città dai grandi numeri, dai numerosi problemi ma anche dal respiro internazionale, crocevia di popoli e culture, che sa accogliere e capire, partirà l'appello di pace per il 2007, per un mondo senza violenza, per una città senza violenza, per storie come quelle di Francesca che hanno saputo dire no all'odio, credendo fortemente nel valore della vita.
El. Sca.

© Copyright Corriere del Mezzogiorno, 20 ottobre 2007


Nogaro: al Pontefice chiedo attenzione per gli immigrati

Sepe: «Napoli è pronta a ricevere Benedetto XVI e a rinascere alla speranza»

NAPOLI — Il grande giorno è domani e il cardinale Crescenzio Sepe lancia il suo grido di speranza, scandito attraverso due slogan: «Napoli è pronta a ricevere il Papa; Napoli è pronta a risorgere». È il concetto che ha evidenziato nella intervista concessa al Corriere del Mezzogiorno e che viene ripreso, con forza ancora maggiore nell'appello diffuso ieri: «La speranza è la parola d'ordine per risollevare le sorti di un popolo meraviglioso, di una comunità civile e economica, spesso costretta, dal pessimismo e dalla sfiducia di una collettività ancora ripiegata su stessa, a essere prigioniera solo dei suoi fallimenti, più che essere consapevole delle sue enormi risorse».
I toni sono concilianti, ma il Pastore non nasconde la difficoltà di far rifiorire la speranza in un territorio arido e schiacciato dalle emergenze. La visita del Papa può servire a dare un calcio all'inerzia e ad avviare un cammino di sviluppo? L'Arcivescovo che ha rilanciato il ruolo della Chiesa ci crede: «Il Santo Padre viene per confortarci nella fede, per incoraggiare gli sforzi di una Chiesa che cerca con ogni mezzo e instancabile tenacia di rendere ragione della fede che è in lei». La Chiesa da una parte, capace di conquistare la fiducia dei cittadini, la città laica dall'altra che, al contrario, non riesce a trovare in se stessa le energie buone per espellere il male che si è radicato dovunque.
La grande sfida è questa, ma ce n'è un'altra che si affianca alla prima ed è ugualmente degna di attenzione. Parliamo della mobilitazione «antirazzista» organizzata dalle associazioni degli immigrati per sensibilizzare l'attenzione del Pontefice. Il leader spirituale di questa crociata è Raffaele Nogaro, vescovo di Caserta. «È la quarta volta, dice, che busso alla porta dei grandi, ma il cuore mi dice che questa sarà la volta buona. Attraverso il Cardinale Sepe, che ringrazio, ho chiesto che il Pontefice rivolga parole di comprensione e di incoraggiamento, durante l'omelia o l'Angelus, agli immigrati di buona vol ontà che combattono per non essere emarginati come merce vile». Nogaro, spesso in contestazione con la nomenclatura ufficiale, guiderà idealmente la marcia di tremila immigrati che domenica verranno a piedi da Caserta a Napoli, ventotto chilometri, una sfacchinata, esibendo un cartello di straordionaria suggestione:«Nè invisibili nè clandestini, ma persone in carne e ossa ». Alla marcia parteciperanno il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti e alcuni deputati, ma l'attenzione sarà tutta puntata sugli immigrati. «Le condizioni di salute, dice il Vescovo, non mi permettono di marciare insieme con loro. Non ce la farei voglio dire, ma condividendo i motivi della civile protesta, li assisterò attraverso la radio e in pratica li accompagnerò fin sotto il palco. In attesa del loro arrivo, inoltre, mi darò da fare per essere ascoltato da Benedetto XVI che ammiro per la sua grande umanità. Giovedì, tra l'altro, ha pronunciato un discorso di straordinaria caratura morale per denunciare il precariato e, quindi, sa bene che non c'è precario più disperato del giovane immigrato al quale una società ingiusta regala una manciata di soldi in cambio di lavori disumani e poi gli sbatte sistematicamente ogni porta in faccia».
La crociata di Nogaro in difesa dei diritti degli immigrati partì dopo il crudele assassinio di Jerri Essan Masslo, un rifugiato politico sudafricano, che dormiva insieme con altri diseredati in uno squallido tugurio di Villa Literno. La piccola comunità, che di giorno lavorava nei campi per la raccolta del pomodoro, venne assalita da due balordi rapinatori locali che, sorpresi dalla reazione dei lavoratori, spararono all'impazzata ferendo un ragazzo keniano e un giovane sudanese prima di uccidere Jerry (che era fuggito dal suo paese dove, in uno scontro razziale, gli avevano ucciso il padre e una figlia di sette anni). Nogaro in quel tempo era vescovo di Sessa Aurunca e fece sentire alta la sua voce. Che è diventata più forte e più coinvolgente quando da Sessa il Pastore si trasferì a Caserta. «Da allora ad oggi a me pare che l'ostilità verso il diverso non è più tanto acuta, ma la condizione dell'immigrato resta drammatica ».
Il livello dell'intolleranza, però, resta molto alto e perennemente in procinto di tracimare. «È vero che la microcrinalità degli stranieri scatena una reazione violenta e indiscriminata contro gli "ospiti" giudicati tutti, senza esclusione, portatori di male. Pur riconoscendo che c'è del marcio in questo mondo, è giusto mettere in rilievo che le indagini che gli organi di polizia svolgono, molto spesso evidenziano che gli immigrati sono oggetti non soggetti di violenza, soprattutto in quelle parti del nostro territorio più marcate dalla criminalità. Prendersela con loro, quindi, è ingiusto e, peggio ancora, nutrire diffidenza acritica è antireligioso ».
Se riuscirà a parlargli, che cosa chiederà al Pontefice? «Che si batta perché agli immigrati venga almeno riconosciuto il diritto a una accoglienza dignitosa. L'integrazione è l'obiettivo massimo, ma bisogna arrivarci per gradi». Se davvero Napoli diventerà un punto di riferimento stabile del discorso interreligioso, la protesta degli immigrati potrà fare uno scatto in avanti. «Lo spero anch'io e ringrazio il cardinale Sepe per il lavoro che sta facendo. Grazie a lui, il sogno forse potrà diventare realtà, ma non m'illudo, la vittoria va costruita mattone su mattone».

© Copyright Corriere del Mezzogiorno, 20 ottobre 2007


SICUREZZA & VIABILITÀ

Scattano i divieti. E domani tiratori scelti sui palazzi

Anna Paola Merone

NAPOLI — La maglia dei divieti ha incominciato a stringersi questa mattina alle 8. Il dispositivo messo a punto per accogliere il Papa prevede una serie di limitazioni alla circolazione — veicolare e pedonale — che sono iniziati giovedì e che culmineranno nel divieto di transito su un'ampia parte del territorio cittadino dalle 6 alle 17.30 di domani. Un piano viabilità che consente la circolazione di auto e moto solo nei quartieri periferici ad Ovest della città, al Vomero e all'Arenella.
Intanto dalle 8 di questa mattina, e fino all'una di domani notte, divieto di fermata e sosta su tutte le strade interessate dal percorso del Pontefice. Dunque sulla tratta Porto — Municipio, su quella Trieste e Trento — piazza Dante, quindi su corso Amedeo di Savoia, fino ai Colli Aminei e, a scendere, vial Duomo, via Foria e piazza Cavour. Strade che saranno parzialmente chiuse anche ai pedoni dove ieri sono stati ultimati alcuni lavori di restyling. L'assessore comunale ai Lavori pubblici Giorgio Nugnes ha lavorato su due fronti: da un lato i piccoli cantieri per ripianare avvallamenti e rimettere in sesto il pavé, dall'altro l'allestimento della Sala situazioni al Comune, cabina di regia dalla quale l'Amministrazione gestirà l'evento di domani.
Milleduecento vigili urbani garantiranno domani il rispetto dei divieti. Duemila fra carabinieri, poliziotti e militari della Guardia di Finanza avranno il compito di garantire la sicurezza. Fra questi tiratori scelti che saranno sui palazzi che affacciano sul percorso che il Papa dovrà coprire. Unità navali saranno di vedetta nel Golfo, mentre il servizio d'ordine in piazza Plebiscito sarà garantito anche dagli addetti che sono ogni domenica al lavoro in piazza San Pietro. Un fronte — quello della piazza — che si annuncia caldissimo, poiché si teme l'arrivo di molti pellegrini non in possesso del biglietto della Curia. Dovranno essere rimandati indietro poiché al Plebiscito ci sono solo 21mila posti e sono già tutti assegnati.
Intanto sono stati allertati i due ospedali prossimi ai luoghi dove il Pontefice si fermerà più a lungo: il vecchio Pellegrini e il Cardarelli. Entrambi sono stati riforniti di sacche di sangue *******, gruppo sanguigno di Papa Ratzinger. Una particolare struttura di pronto intervento medico sarà collocata anche all'interno della Prefettura, a pochi metri dal palco dove Benedetto XVI presiederà alla celebrazione liturgica, mentre altri presidi e postazioni sono stati allestiti a Capodimonte dove il Papa accoglierà i capi di Stato e in via Duomo, dove si recherà in visita privata nella Cappella di San Gennaro.
Ma ovviamente i problemi sanitari da fronteggiare e le eventuali emergenze non riguardano solo il Pontefice. La Croce Rossa Italiana impiegherà 150 uomini, 6 ambulanze — di cui 1 di tipo militare — e allestirà due postazioni mediche per gli interventi da attuarsi sul posto e una unità nautica di pronto intervento in mare con personale in grado di affrontare ogni situazione di pericolo che dovesse verificarsi in mare. La sala operativa della Prefettura, inoltre sarà in continuo contatto con quella della Croce Rossa e con il 188 per coordinare gli interventi delle ambulanze. Inoltre 20 pattuglie appiedate saranno in servizio in piazza, con il compito di attuare un primo intervento nell'attesa dell'arrivo dell'ambulanze.

© Copyright Corriere del Mezzogiorno, 20 ottobre 2007

Ho coperto il gruppo sanguigno del Papa perche' i dati relativi alla sfera personale e della salute sono protetti dalla legge 31 dicembre 1996, n. 676 (famosa "legge sulle privacy").
Era proprio necessario divulgare dati personale del Pontefice?

R.


Dirette tv

La visita del Santo Padre è un appuntamento che le tv locali si combattono a suon di diretta. Hanno infatti annunciato la diretta sulla visita di Papa Ratzinger a Napoli, il circuito Julie e, quindi, su Telelibera, Julie channel (sky 921) e Rete più Italia. Ha annunciato la trasmissione sul Papa anche Canale 9, Canale 21, che preannuncia una maratona tv, e Telecaprinews. Edizione speciale anche per il Tgr della Campania che però andrà invece in onda venerdì 26 ottobre ore 13,10 su Raitre. Lo speciale, curato dalla redazione Rai della Campania, coordinato da Massimo Milone, durerà 40 minuti.

© Copyright Corriere del Mezzogiorno, 20 ottobre 2007


Arrivano Papa, Patriarca e Primate: così Napoli è più ecumenica di Assisi

Per la prima volta insieme i tre leader spirituali Prodi al San Carlo per l'apertura degli incontri

Elena Scarici

NAPOLI — Benedetto XVI, capo della Chiesa cattolica, il patriarca ortodosso Bartolomeo I e l'arcivescovo di Canterbury, primate della chiesa anglicana, Rowan Williams, si ritroveranno insieme a Napoli per la prima volta in occasione del ventunesimo incontro mondiale di preghiera per la pace, organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio da domani al 23 ottobre sul tema: «Per un mondo senza violenza».
Un abbraccio storico e sicuramente unico che simbolicamente unisce le principali religioni cristiane e che intende dare inizio ad un nuovo corso delle giornate mondiali di preghiera che dal 1986, grazie all'intuizione di Giovanni Paolo II, lanciano un messaggio di pace universale. Da quella data infatti gli incontri si sono succeduti in diverse parti del mondo a Roma (1987 e 1988), a Varsavia nell'89, in occasione dei cinquanta anni dall'inizio della seconda guerra mondiale. Quindi a Bari, Malta e, nel 1992 a Bruxelles sul tema dell'unità europea e del suo rapporto con il Sud del mondo. Nel 1993 il pellegrinaggio ha fatto sosta a Milano e, negli anni seguenti, ad Assisi e poi a Firenze. Una riunione particolare si è tenuta nel 1995 a Gerusalemme, sul rapporto fra ebrei, cristiani e musulmani. Nel 1998 l'eccezionale Incontro di Bucarest per la prima volta organizzato dalla Comunità insieme alla Chiesa ortodossa di Romania. La presenza di numerosi patriarchi ortodossi e cardinali, ma soprattutto il nuovo clima di dialogo ha aperto la strada alla prima visita del Papa in un paese ortodosso, avvenuta a Bucarest pochi mesi dopo. Ma mai prima d'ora era successo che i tre leader si ritrovassero insieme. L'evento, fortemente voluto dal cardinale Sepe, qui assume, dunque, caratteristiche d'eccezione e fa registrare cifre record: 520 esponenti di altre religioni tra cui dodici cardinali, sei patriarchi, quattro capi di Stato: oltre al nostro Napolitano i presidenti di Tanzania, Malawi ed Ecuador. La moglie del capo dello Stato del Mozambico Guebuza, diversi i ministri tra cui D'Alema e Mastella, il ministro degli Interni d'Israele Shitrit, l'inviato speciale del presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Shaat, il capo del Senato del Kazakistan Tokayev, il ministro francese per le città, Christine Boutine, il monaco birmano Uttara, il nobel per la pace, l'argentino Esquivel, il «ministro degli esteri» della chiesa russa Kyrill. Rappresentanti delle religioni orientali: oltre ai buddisti anche Induisti, Shintoisti, Zoroastriani.
Ottanta saranno ospiti del Papa in Seminario. Uomini politici e leader religiosi troveranno posto negli hotel del lungomare mentre per le 3500 persone coinvolte dalla comunità e provenienti da diverse parti del mondo: Africa, America, Asia ed Europa, sono stati predispoti gli alberghi del centro storico e della provincia.
Oltre mille i volontari che faranno parte dell'imponente macchina organizzativa. 50 agenti di Polizia penitenziaria giungeranno in pulmann per la serata finale. L'inaugurazione al San Carlo di domenica 21 alle 17,30 prevede, oltre alla presenza di Bartolomeo I, già da domani in città per celebrare i Vespiri nella chiesa ortodossa di San Pietro e Paolo alle 17,30, il rabbino capo d'Israele Metzger, il premier Romano Prodi e oltre cinquecento invitati. Trentadue le tavole rotonde in programma in città presso Castel dell'Ovo, Stazione Marittima, e Federico II in via Partenope, ma anche in periferia: a Ponticelli dove il russo Alexander Ogorodnikov, prigioniero in Gulag per anni, racconterà della sua casa famiglia che si prende cura dei bambini moscoviti e a Scampia che vedrà la presenza dello sceicco Sakouta. 4 i ricevimenti in programma: sabato a Castel dell'Ovo, organizzato dal Comune, domenica offerto dalla Regione a Palazzo Reale, lunedì dalla Provincia, martedì dalla Curia a Palazzo Reale.
Dal colle di Assisi di venti anni fa al Vesuvio di Napoli lo spirito soffia ancora forte.

© Copyright Corriere del Mezzogiorno, 20 ottobre 2007

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