23 ottobre 2007
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Nel sentiero della pace
Màrio Soares *
Sono rimasto molto colpito dalla celebrazione eucaristica di ieri mattina presso la Basilica di San Francesco di Paola in piazza del Plebiscito; non solo per l’enorme folla che si è unita a noi, ma anche per le eminenti personalità, provenienti da tutti gli orizzonti religiosi del mondo, che lì si trovavano. È stata una mattina di forti piogge, vento e tuoni, che però non hanno avuto sufficiente forza per far disperdere chi è venuto ad ascoltare la solenne omelia di Sua Santità il Papa Benedetto XVI e le sue coraggiose parole sulla violenza che tende a farsi mentalità diffusa «insinuandosi nelle pieghe del vivere sociale, nei quartieri storici del centro e nelle periferie nuove e anonime, col rischio di attrarre specialmente la gioventù».
Mi sembra che il Papa non abbia nascosto i problemi, e forse è proprio a partire da una lettura oggettiva della realtà che può nascere un messaggio di speranza. Questa è stata, come si sa, la seconda volta - da quando Sua Santità Giovanni Paolo II inaugurò nel 1986 ad Assisi i celebri incontri interreligiosi da allora in poi organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio - che il Papa - questa volta Benedetto XVI - torna a farsi presente. Accolto entusiasticamente dal popolo napoletano. Nel suo significativo discorso rivolto ai rappresentanti religiosi presso il Seminario arcivescovile a Capodimonte, il Papa ha invocato lo «Spirito di Assisi», e si è pronunciato contro la violenza - che purtroppo oggi è diventata una pratica comune, incoraggiata anche dai mass media - invocando la pace e facendo appello al dialogo interreligioso come una delle vie prioritarie per una cultura di pace. Mi felicito con la Comunità di Sant’Egidio, e specialmente con il suo fondatore, Andrea Riccardi, per l’esito felice di questa iniziativa che non poteva cominciare in modo migliore, e per il sostegno espresso in modo esplicito da parte del Papa verso queste iniziative di pace, così importanti. Come laico e agnostico, partigiano di un dialogo multiculturale e multireligioso, e anche in qualità di Presidente della commissione per la libertà religiosa del Portogallo, sono rimasto molto soddisfatto per aver potuto incontrare personalità così rappresentative delle principali religioni del mondo, che partecipavano a questo incontro, considerando che, come ha sottolineato Sua Santità «mai le religioni possono diventare veicoli di odio; mai, invocando il nome di Dio, si può arrivare a giustificare il male e la violenza. Al contrario, le religioni possono e devono offrire preziose risorse per costruire un’umanità pacifica, perché parlano di pace al cuore dell’uomo».
Mário Soares
* ex presidente del Portogallo
© Copyright Il Mattino, 22 ottobre 2007
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