8 gennaio 2008

Discorso del Papa al Corpo Diplomatico: assolutamente inedito il capitolo "sicurezza" (Gazzetta del sud)


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Elisa Pinna

CITTÀ DEL VATICANO
Dopo la moratoria approvata dall'Onu sulla pena di morte, ora si apra il dibattito sulla «sacralità della vita umana» e sulla difesa della famiglia: è quanto ha chiesto Benedetto XVI che ieri, incontrando i 176 ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, ha anche lanciato, per la prima volta, un appello alla comunità internazionale perché impedisca ai terroristi di accedere all'arma nucleare. Il Papa ha inoltre denunciato con forza le violenze contro i cristiani iracheni, invocando una legge costituzionale che garantisca le minoranze religiose in Irak.
Seduto sul trono dorato che fu di Pio XII, Ratzinger ha sfruttato – come è tradizione – gli auguri di inizio anno al corpo diplomatico, per tracciare un'analisi a 360 gradi dei mali, delle ferite e delle sfide che segnano il pianeta: dal Medio Oriente all'Irak, dai conflitti africani alla polveriera dei Balcani, fino ai temi etici che stanno più a cuore alla Santa Sede. Nella Sala Regia, il Papa, che indossava la mozzetta rossa bordata di pelliccia e la stola delle grandi occasioni, ha parlato per circa 20 minuti in francese di fronte a decine di ambasciatori.
Molti dei temi erano stati da lui già affrontati in altre occasioni, negli scorsi mesi.

Assolutamente inedito però il capitolo «sicurezza», nel quale Ratzinger ha sollecitato un impegno globale perché la bomba atomica non finisca nelle mani di Al Qaida o dei suoi vari emulatori.

Una parte importante del discorso del Pontefice è stata dedicata alla difesa del diritto naturale. Senza fare esplicitamente riferimento alla proposta di una moratoria sull'aborto, Benedetto XVI ha deplorato «gli attacchi continui, perpetrati in tutti i continenti, contro la vita umana».
«Mi rallegro – ha detto – che lo scorso 18 dicembre l'Assemblea generale delle Nazioni Unite abbia adottato una risoluzione chiamando gli Stati ad istituire una moratoria sull'applicazione della pena di morte ed io faccio i voti che tale iniziativa stimoli il dibattito pubblico sul carattere sacro della vita umana».
«Mi rammarico ancora una volta – ha osservato poi il Papa – per i preoccupanti attacchi all'integrità della famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna». «I responsabili della politica di qualsiasi parte essi siano dovrebbero difendere questa istituzione, cellula base della società», ha esortato. Anche la libertà religiosa, si è lamentato Ratzinger, «è spesso compromessa». «La Santa Sede – ha spiegato – è preoccupata per le discriminazioni contro i cristiani e contro i seguaci di altre religioni».
Benedetto XVI ha infine rivolto un appello alla comunità internazionale per «uno sforzo congiunto da parte degli Stati per applicare tutti gli obblighi sottoscritti e per impedire l'accesso dei terroristi alle armi di distruzione di massa».

© Copyright Gazzetta del sud, 8 gennaio 2008

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