8 gennaio 2008

Ascoltate Benedetto, parla a tutti (Aldo Maria Valli per "Europa")


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Ascoltate Benedetto, parla a tutti

ALDO MARIA VALLI

Il discorso annuale agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede è per consolidata tradizione il momento in cui il papa fa un’analisi ad ampio raggio della situazione internazionale, dei problemi che più lo preoccupano e dei segni di speranza da cogliere.

Considerata l’occasione, si commette dunque un errore riducendo le parole del pontefice alla sola dimensione italiana o, peggio ancora, riconducendole alla sola sfera politica del nostro paese.

Sono centosettantasei gli stati che attualmente intrattengono relazioni diplomatiche piene con la Santa Sede, a cui bisogna aggiungere la Comunità europea, l’Onu (dove il Vaticano è presente come osservatore) e altre organizzazioni o agenzie che gravitano attorno alle Nazioni Unite.

Quando il papa parla agli ambasciatori ha in mente questa vastissima e poliedrica realtà, non le battaglie o le polemiche di casa nostra. In particolare, quando parla di quel valore per lui «non negoziabile» che è la vita umana, non pensa certamente al dibattito in corso da noi sulla possibile revisione della 194.

Questo non vuol dire che la realtà italiana gli sia sconosciuta o indifferente.
Anzi, conosciamo benissimo l’attenzione puntuale con cui il Vaticano in generale e questo papa in particolare seguono le vicende politiche e sociali del nostro paese.

Ma il discorso agli ambasciatori, nella cornice solenne della Sala Regia del palazzo apostolico, è un’altra cosa.

Così, quando Benedetto XVI dice «mi rallegro che lo scorso 18 dicembre l’assemblea generale delle Nazioni Unite abbia adottato una risoluzione chiamando gli stati a istituire una moratoria sull’applicazione della pena di morte e io faccio voti che tale iniziativa stimoli il dibattito pubblico sul carattere sacro della vita umana», si fa un grande torto al papa se si immagina di poter leggere queste parole utilizzando una chiave interpretativa tutta italiana.

Certo, il «carattere sacro della vita umana» è per il papa un problema su cui occorre confrontarsi ovunque e quindi anche in Italia, ma le parole di Benedetto XVI hanno un valore universale.

D’altra parte il commento da lui riservato alla moratoria sulla pena di morte, cioè la sua richiesta che l’iniziativa sia l’occasione per un dibattito più ampio sul diritto alla vita, ricalca pienamente quelli fatti all’indomani del 18 dicembre dal direttore della Sala stampa vaticana padre Federico Lombardi e dal cardinale Renato Martino, responsabile del dicastero vaticano Giustizia e pace. Anche loro dissero che la moratoria sulla pena di morte è una cosa bellissima ma il Vaticano sarebbe felice se adesso si estendesse la riflessione anche a tutte le altre questioni (aborto, eutanasia, sperimentazione scientifica) in cui il diritto alla vita entra in gioco, spesso in modo drammatico.

Dunque, prendiamo le parole del papa per quello che sono, un invito alto alla riflessione su temi che ci toccano sempre di più, ma non riduciamolo alle nostre dispute politiche.

Questo mescolamento di piani non porta vantaggi ma crea solo confusione, e non aiuta a puntare l’attenzione sui fatti in sé.
In questa chiave più ampia e, se si vuole, più nobile, ci sono molti altri punti del discorso papale su cui conviene riflettere.

In particolare là dove Benedetto XVI dice che «la pace non può essere una semplice parola o un’aspirazione illusoria» perché «è un impegno e un modo di vita che esige che si soddisfino le legittime attese di tutti, come l’accesso al cibo, all’acqua e all’energia, alla medicina e alla tecnologia, come pure il controllo dei cambiamenti climatici», e anche quando sostiene che «uno sforzo congiunto da parte degli stati per applicare tutti gli obblighi sottoscritti per impedire l’accesso dei terroristi alle armi di distruzione di massa rinforzerebbe, senza alcun dubbio, il regime di non proliferazione nucleare e lo renderebbe più efficace».

Il linguaggio è diplomatico e quindi morbido, ma le questioni poste sono tremendamente spinose e tutto richiedono fuorché una lettura distratta, superficiale o riduttiva.

© Copyright Europa, 8 gennaio 2008, consultabile online anche qui

Che dire? Sottoscrivo in pieno. Complimenti ad Aldo Maria Valli :-)
R.

2 commenti:

mariateresa ha detto...

concordo con te, cara. Ormai sono tre anni che va avanti questa storia di distorsione delle parole e dell'intepretazione di parte. E in questo destra e sinistra sono spesso simili.
Ma quando la finiranno?

euge ha detto...

Concordo con te mariateresa e con te Raffaella la parola del Papa è per tutti purtroppo, se da troppo spesso un'interpretazione distorta.
Grazie ad aldo Maria Valli per questa esortazione. Speriamo che prima o poi chi deve capire capisca.
Eugenia