16 gennaio 2008

Sapienza, vince l'intolleranza (Collacciani per "Il Tempo")


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Sapienza, vince l'intolleranza

Marino Collacciani

Il Papa supera a pieni voti l'esame dell'Università: con lo stile e la saggezza di chi ha ben altro spessore da mostrare invece che «investirlo» nella decrepita università romana che applaude a una figura barbina.
A risollevare le sorti di questa «italietta» è il Capo dello stato. Giorgio Napolitano in serata ha inviato una lettera personale al Santo Padre.
Così, visita annullata di Benedetto XVI: a La Sapienza (perduta da molti) manderà solo un messaggio. Dopo giorni di contestazioni e polemiche per la partecipazione del Papa all'inaugurazione dell'anno accademico, il Vaticano ha preferito «soprassedere all'evento».

Decisione presa Oltretevere, ufficialmente a «seguito delle ben note vicende di questi giorni», ma sulla quale in realtà avrebbe pesato il timore di disordini in città.

Anche se da parte italiana è stato assicurato che non sono mai esistiti motivi di sicurezza, come ha detto il ministro dell'Interno Giuliano Amato. E del resto alla stessa conclusione era giunto ieri mattina il comitato provinciale per la sicurezza, al quale aveva partecipato anche la sicurezza vaticana. «Ritengo che il Papa non abbia ravvisato condizioni di serenità», ha sottolineato Amato. Al «fragoroso» plauso degli studenti («l'annullamento è vittoria della laicità») protagonisti principali della contestazione a Ratzinger e che in mattinata avevano anche occupato la sede del rettorato, si è contrapposta una vera e propria bufera politica: l'opposizione ha parlato di «vergogna e indignazione», chiamando in causa la responsabilità della sinistra e addirittura la mancanza di democrazia.
Il rettore de «La Sapienz» Renato Guarini, che pure aveva provato a mediare con gli studenti per dare loro uno spazio per manifestare, ha detto di rispettare la decisione della Santa Sede «anche se con rammarico: l'incontro con il Papa poteva rappresentare un momento importante di riflessione per credenti e non credenti su problemi etici e civili, quale l'impegno per l'abolizione della pena di morte, che sono la linfa vitale del nostro lavoro didattico e di ricerca». E ha parlato di «cattivi maestri» in relazione alle responsabilità iniziali della contestazione.
Peraltro, una contestazione che non sembra esaurirsi con la decisione del Papa e che registra una singolare coincidenza: proprio il 15 gennaio di 40 anni fa, si ebbe il primo «segnale» del Sessantotto con un volantinaggio non violento in piazza San Pietro degli studenti dell'università Cattolica.
Roma, intanto, si prepara a vivere oggi altre giornate di tensione all'università: gli studenti hanno deciso di mantenere le iniziative di protesta «laica» fissate per oggi e per domani mentre Forza Nuova si è convocata alla Sapienza domani in «difesa della libertà di parola» del Papa.

E il Capo dello Stato?

Mah, diciamo che per lui hanno parlato il vice-presidente della Camera Giorgia Meloni (An) e Jole Santelli (FI): «Aspettiamo ora che il Presidente della Repubblica presenti le scuse ufficiali al Pontefice in qualità di capo dello Stato Vaticano. Con la rinuncia della visita del Papa non è stata oltraggiata solo la libertà di pensiero, ma tutti gli italiani e quanti vedono in Benedetto XVI il capo della comunità cristiana».

© Copyright Il Tempo, 16 gennaio 2008 consultabile online anche qui

Auspico anche io scuse ufficiali ed immediate per rimediare all'oltraggio subito dal Santo Padre e dai Cattolici italiani.
R.

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