6 maggio 2008

La messa celebrata dal cardinale Bagnasco per l'Azione Cattolica prima dell'incontro con il Papa (Osservatore Romano)


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La messa celebrata dal cardinale Bagnasco per l'Azione Cattolica prima dell'incontro con il Papa

Un contributo alla crescita culturale e morale dell'Italia

di Alessandro Trentin

"Centoquarant'anni di storia dell'associazione sono un tratto di strada ricco di bene per la nostra Chiesa e per il Paese. E ora siamo qui per fare memoria dei doni di Dio, per sciogliere l'anima nella gratitudine, e perché rinvigoriti dal carisma e dalla parola di Papa Benedetto XVI, possiamo riprendere la strada della formazione, del servizio e della missionarietà". Il fedele servizio dell'Azione Cattolica, tra passato, presente e futuro, è stato sottolineato, domenica 4 maggio, nell'omelia pronunciata dal cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, in occasione della concelebrazione eucaristica in piazza San Pietro che ha preceduto l'incontro degli associati con Benedetto XVI. A concelebrare con il porporato sono stati una quarantina tra arcivescovi e vescovi - fra questi il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, il vescovo Giuseppe Betori - e oltre duecento sacerdoti.
L'incontro con Benedetto XVI è stato il momento culminante delle celebrazioni per il centoquarantesimo anniversario di fondazione dell'Azione Cattolica italiana e della XIII assemblea nazionale, che ha eletto i nuovi organi rappresentativi. Circa centomila persone iscritte, giunte a bordo di milleduecento pullman da ogni parte del Paese, ma anche dall'estero, hanno ricevuto il saluto e la benedizione del Papa. I vari gruppi dei fedeli erano identificati da cartelli sui quali erano scritti i luoghi di provenienza: tra questi, particolarmente numeroso il gruppo della Puglia, che ha organizzato due treni speciali per l'evento.
La messa celebrata nella Piazza - dove erano affisse le foto dei santi, dei beati e dei venerabili particolarmente cari all'associazione - si è aperta con il saluto rivolto al cardinale Bagnasco dall'assistente generale, il vescovo di Palestrina Domenico Sigalini. Il presule ha detto tra l'altro: "Sono qui convenuti bambini, ragazzi e ragazze, giovani, adulti, coppie di fidanzati, famiglie, papà e mamme, nonni e nonne dell'Azione Cattolica italiana e delle Azioni Cattoliche di oltre quaranta Paesi del mondo. Incontrare il Papa a Roma è sempre stato un desiderio di ogni socio". Monsignor Segalini ha aggiunto: "Oggi vogliono dire di persona la fedeltà al Signore, l'amore alla Chiesa, l'affetto, la gratitudine e l'obbedienza al Papa. Provengono da tutte le diocesi d'Italia, da tutte le piccole e grandi associazioni parrocchiali e diocesane. Sono venuti in compagnia delle persone sante, talvolta eroiche, sempre innamorate di Dio e della Chiesa".
Il cardinale Bagnasco, nell'omelia, ha ricordato che "il primo servizio è annunciare Gesù e il suo pensiero, testimoniare la bellezza della Chiesa. Gli uomini attendono Cristo e noi ne siamo debitori a tutti". E ha esortato: "Andate, cari amici, andate fino ai confini della terra: questi confini sono quelli delle vostre città e dei vostri paesi, ma anche degli ambienti di vita; sono innanzitutto i confini sconfinati dell'anima umana. Ovunque c'è bisogno di speranza! La Chiesa, specialmente in Italia, è Chiesa di popolo, cioè per tutti perché vicina a tutti nella ferialità della vita, in quel radicamento territoriale che è espresso soprattutto nelle parrocchie".
Il presidente della Cei ha tuttavia posto l'accento sulla necessità per l'Azione Cattolica di infondere un nuovo slancio e vigore alla propria azione. "Bisogna spingersi - ha spiegato - ancora più al largo: in quegli areopaghi vecchi e nuovi dove il mondo contemporaneo affronta questioni inedite e decisive, come la concezione della persona, l'esistenza e il fondamento di valori universali e invalicabili, la difesa e la promozione della vita dal concepimento al suo naturale tramonto, la libertà educativa, l'importanza ineguagliabile della famiglia basata sul matrimonio, fondamento della società umana". Per il cardinale "il nostro atteggiamento, come diceva il Papa al Congresso ecclesiale di Verona, non dovrà mai essere quello di un rinunciatario ripiegamento su noi stessi: occorre invece mantenere vivo e se possibile incrementare il nostro dinamismo, occorre aprirsi con fiducia a nuovi rapporti, non trascurare alcuna delle energie che possono contribuire alla crescita culturale e morale dell'Italia".
Il porporato ha quindi lanciato un invito: "Popolo dell'Azione Cattolica, i vescovi contano su di voi perché siate parte attiva e generosa nel cammino pastorale della Chiesa che è in Italia. È una grande missione! Lo sguardo di Cristo, che gli apostoli hanno cercato tra le nubi del cielo, continua a guardare anche noi. Guardatelo anche voi con gli occhi della fede e del cuore".
Il rinnovamento dell'impegno di testimonianza è stato espresso poi dal presidente Luigi Alici nel saluto rivolto al Papa. "Siamo qui - ha detto - insieme ai rappresentanti del Forum internazionale di Azione Cattolica, per rinnovare la nostra dedizione totale e appassionata al Vangelo; per riaffermare davanti a voi, con affetto, gioia e gratitudine, una fedeltà che viene da lontano; per essere confermati nella fede e nel servizio. Sappiamo che è stata soprattutto un'onda lunga di santità ad aver plasmato l'anima più profonda della nostra storia. È qui, oggi, in mezzo a noi anche una comunità invisibile di santi, beati e venerabili, oltre a tantissimi testimoni esemplari della fede; la loro compagnia spirituale illumina e sostiene i nostri passi". Il presidente ha poi fatto riferimento all'ultima assemblea: "Consapevoli, come abbiamo scritto nel "Manifesto al Paese", della possibilità e della bellezza di una vita pienamente umana e cristiana - ha sottolineato - vogliamo porci al servizio di un incontro sempre possibile, tra fede e intelligenza, tra l'altezza dell'infinito e l'ordinarietà del quotidiano".
Un ragazzo dell'associazione, Giuseppe Refini, di Gaeta, e un animatore, Stefano Dalla Mora, di Trieste, hanno simbolicamente consegnato al Papa un plastico raffigurante due scuole, una elementare e l'altra media, costruite nella diocesi africana di Makeni, guidata dal vescovo George Biguzzi, allo scopo di aiutare gli ex "bambini soldato" della Sierra Leone e gli adolescenti. La costruzione delle scuole è stata finanziata tramite l'iniziativa "un pallone per la pace".

(©L'Osservatore Romano - 5-6 maggio 2008)

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