5 maggio 2008

Mons. Celestino Migliore, Osservatore permanente: "La visita del Papa all’ONU avrà un impatto sul diritto internazionale" (Zenit)


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La visita del Papa all’ONU avrà un impatto sul diritto internazionale

Intervista all’Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore permanente

di Jesús Colina

NEW YORK, lunedì, 5 maggio 2008 (ZENIT.org).

La visita di Benedetto XVI alle Nazioni Unite ha acceso un grande entusiasmo nel Palazzo di Vetro ed è destinata ad avere un impatto sul diritto internazionale, spiega l’Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU.
L’Arcivescovo Celestino Migliore, che ha accolto il Papa nella sua residenza durante i giorni della sua permanenza a New York, in questa intervista concessa a ZENIT rivela alcuni dettagli sugli incontri privati che ha avuto con il Pontefice e su come le parole del Papa siano state accolte alle Nazioni Unite.

Qual è il momento della visita del Papa che le è rimasto più impresso?

Monsignor Migliore: Sono molti, come può immaginare. Gli americani erano in attesa di vedere e sperimentare di persona la spiritualità, l’intelletto e l’umanità di Benedetto XVI, che avevano potuto seguire attraverso i media. Al suo arrivo hanno visto un Papa felice di essere giunto negli Stati Uniti e desideroso di conoscere gli americani a tutti i livelli.
In tutti gli eventi a cui ha partecipato regnava un’atmosfera di festa, di accoglienza e di reciproco intendimento. E poi, la profonda empatia del Papa davanti a ciò che resta il simbolo più vivo per gli americani: Ground Zero. Nella cerimonia, che si è si è svolta quasi senza parole, in una comunicazione da cuore a cuore, il Papa si è fatto come uno di loro, esprimendo allo stesso tempo una grande autorità nel comunicare il suo messaggio.

Allo stesso modo, per due sere, il Papa è uscito dalla residenza di New York per incontrarsi con le centinaia di persone che si erano radunate per cantare e fargli gli auguri per il suo compleanno. Il sabato sera, tra le persone in prima fila vi erano cinquanta bambini visibilmente affetti da diversi tipi di cancro. Le manifestazioni di affetto e il senso di profonda dignità espressa dal Papa ne hanno rivelato la sua più elevata autorità morale che infonde speranza e fiducia.

Ci può dire cosa le ha detto il Santo Padre?

Monsignor Migliore: Ho avuto il privilegio e il grande piacere di trascorrere tre giorni con il Santo Padre nella residenza del suo rappresentante presso le Nazioni Unite. Durante i pasti ci siamo scambiati le nostre sensazioni, impressioni e notizie sullo svolgimento della visita papale e sulla calda accoglienza che stava ricevendo.

Ma in occasione del terzo anniversario del suo pontificato è stato lui a volerci offrire un dono meraviglioso: ha voluto che tutti i miei collaboratori cenassero a tavola con noi. È stato un momento straordinario per tutti noi, in cui abbiamo avuto l’opportunità di condividere con il Santo Padre le gioie e le fatiche, oltre ai momenti divertenti, della nostra attività alle Nazioni Unite.

Quali sono state le reazioni delle delegazioni nazionali presenti all’ONU sul discorso del Papa?

Monsignor Migliore: Anche l’ONU si trova in un periodo di difficoltà e di tensioni. Ma il Papa ha avuto la capacità di risollevare gli animi. Sapendo che l’ONU non è tutto rose e fiori, ho avuto l’impressione che molti diplomatici che l’hanno sentito sottolineare gli aspetti più belli della missione delle Nazioni Unite, si sono sentiti confortati e incoraggiati a lavorare per un’ONU che funzioni.

Senza dubbio è stato l’incontro con il personale che ha riscosso il maggiore entusiasmo alle Nazioni Unite. Durante il suo intervento, il Papa ha più volte guardato la folla sorridendo. Il suo calore e il suo agio hanno trovato eco nella risposta della folla, con incitamenti e applausi e con la standing ovation che gli hanno tributato. Una risposta entusiasta che non era solo un eccitamento da stadio, ma che si vedeva motivata anche dal contenuto del suo messaggio.

Il Papa ha detto che la Chiesa crede nelle Nazioni Unite e ha invitato l’ONU a tornare ai principi fondanti della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Come è stato ricevuto questo messaggio dai membri delle Nazioni Unite?

Monsignor Migliore: L’impressione generale è che il Papa stesse leggendo nei loro cuori il desiderio personale di giustizia e di libertà. Dai commenti dei diplomatici e dei funzionari dell’ONU, le parole del Papa sono destinati ad avere una risonanza e un seguito incisivo e consapevole soprattutto rispetto al ruolo delle Nazioni Unite e del diritto internazionale.

In che modo la “responsabilità di proteggere”, citata dal Santo Padre, si potrà porre come un nuovo principio del diritto internazionale? In cosa si differenzia dalla tradizionale risposta della comunità internazionale contro i governi oppressivi?

Monsignor Migliore: Il Papa ha sostenuto che il fondamento morale su cui un governo possa affermare la sua autorità, la sua sovranità, è il suo senso di responsabilità, la sua volontà e la sua efficacia nel proteggere la sua popolazione da ogni sorta di violazione dei diritti umani.
Mutuando questa espressione dal Documento conclusivo approvato dai Capi di Stato e di Governo nel 2005, il Papa ne ha esteso il concetto: la responsabilità di proteggere copre non solo i cosiddetti interventi umanitari (militari), ma potrebbe essere usata come un sinonimo di sovranità, che a sua volta non è solo un diritto, ma è soprattutto una responsabilità diretta a proteggere e promuovere le popolazioni nella loro vita quotidiana.

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