5 maggio 2008
Papa Ratzinger fa scacco matto in tre mosse (Lo Svizzero)
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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:
Il Vaticano alla conquista del mondo
Ratzinger fa scacco matto in tre mosse
di Lo Svizzero
Sono state soltanto tre “mosse” nella partita di scacchi a livello planetario per far cadere le residue perplessità di non pochi curiali, impegnati nel valutare la non facile, anzi ardua, “politica estera” della Santa Sede.
Hanno dovuto ricredersi: questo papa, così fragile e timido almeno all’apparenza, riesce a uscire alla grande come il vincitore di tre operazioni spericolate fino ai limiti dell’impossibile, portando a casa tre punti vincenti in quella improba partita a poker.
Egli ha dimostrato, in fin dei conti, di non essere soltanto un teologo, ma di sapere a menadito quali pedine sono da spostare per dare scacco, matto s’intende, alle tre Superpotenze del Pianeta. Che sono, nell’ordine temporale, Russia, Usa-Onu, Cina.
Della prima si è detto in altra occasione, per sottolineare il positivo sviluppo degli ormai assodati “buoni rapporti” (per ora poco più che dialoganti) tra Roma e Mosca.
A proposito della seconda, assai più rilevante, c’è da dire che, anche nel “consuntivo” fatto significativamente dallo stesso pontefice al popolo sempre più numeroso delle udienze generali, tutti al di qua e al di là dell’Atlantico hanno potuto toccare con mano l’evoluzione positiva dei rapporti, finallora assai malconci, tra gli Stati Uniti d’America e la Santa Sede romana.
Con parole assai calibrate, Ratzinger ha voluto pubblicamente esprimere i suoi sentimenti e le sue valutazioni sul Nord America per la “sana laicità di quel grande Paese”, capace di offrire ampie garanzie di diritti e doveri, con la sua “coscienza critica” che lo proietta come “uno dei principali attori della scena internazionale”.
Il tutto, secondo il “nuovo stratega” Joseph Ratzinger, proteso “verso la solidarietà globale”. Alle Nazioni Unite si è poi rivolto con la proposta del rilancio di un “ordine etico che vale per tutti i tempi e per tutti gli uomini”.
Infine il terzo atout in relazione alla politica estera: quello sul Pianeta Cina, che continua a essere rosso ma economicamente stemperato: dopo anni apparentemente inutili di “mano tesa”, religiosa s’intende, Ratzinger ha ottenuto un indiretto ma straordinario punto in suo favore.
Non lo credevano in Curia e propaggini, sta di fatto che una grande orchestra di Pechino ha chiesto, e naturalmente ottenuto con grande soddisfazione, di rendere omaggio al romano pontefice con un concerto da eseguire in Vaticano, con l’intervento fattivo della figlia di un esponente di spicco del governo. Nonostante la drammatica querelle in vista delle Olimpiadi e malgrado le perduranti tensioni internazionali per il Tibet, la Santa Sede non si è fatta pregare per dare il suo placet all’iniziativa, che potrebbe essere l’inizio di una sia pure minima apertura al dialogo, prodromo di un miglioramento delle condizioni con cui sono matrattati e anche perseguitati trenta milioni e passa di cattolici esistenti nel Pianeta Cina.
Ecco le tre mani di poker politicamente corretto che Ratzinger annovera nel suo bianco carnet. Si tratta comunque di tre iniziative nel quadro della grande partita mondiale, forse inattese, comunque valide, con risultati positivamente inaspettati, che questo papa mette a frutto con silenziosa soddisfazione e buonismo dichiarato: egli dimostra così operando che certi duri punti nodali del mondo possono essere sciolti con una perdurante “strategia del dialogo” della diplomazia in bianco papale, accompagnata dalla silenziosa diplomazia in clergyman.
© Copyright L'Opinione delle libertà, 3 maggio 2008
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