16 ottobre 2008

Repubblica e Corriere online all'unisono: Offensiva del Papa: Scienza spesso arrogante guidata da facili guadagni...

Su segnalazione di Alessia sono andata a leggere i titoli degli articoli dei siti di Corriere e Repubblica: Affondo del Papa sugli scienziati, "Arroganti e mossi da facili guadagni". Il Papa attacca l'arroganza degli scienziati (Corriere).
Ricerca, Benedetto XVI all'offensiva: "Scienziati spesso guidati da facili guadagni" (Repubblica).
Prego tutti di leggere il TESTO AUTENTICO del discorso del Papa!
Che barba che noia, che noia che barba...

17 commenti:

mariateresa ha detto...

abbiate pazienza ragazze. Almeno possono riempire un po' le pagine del giornale, non è mica un brustullo riempirne 60 o 70 tutti i giorni. Peccato che dentro alle pagine medesime leggi sempre le stesse cose e gli stessi personaggi. Vogliamo scommettere?
Una birra? un panino?un piatto di tagliatelle?

Anonimo ha detto...

Ho avuto l'impressione che abbiano fatto un college fra vari discorsi tenuti oggi dal Papa.
Convegno Fides et ratio
Messaggio alla Fao
Visita ad limina vescovi Ecuador
Perchè non fare un bel titolo sulla denuncia della fame nel mondo?
Alessia

Raffaella ha detto...

Hanno fatto un fritto misto, solo che io preferisco le tagliatelle e, quindi, cara Mariateresa, prepara gli ingredienti...non si sa mai :-))

mariateresa ha detto...

io comincio a impastare ma , con tutte le beghe che avvengono a livello mondiale, non credo che certi giornalisti, per quanto intenti ad abbaiare (o a ragliare, dipende dalla prospettiva) riusciranno a montare il caso.

Raffaella ha detto...

L'occasione e' ghiotta...si intervista uno scienziato qua, un illuminato la'...
Ciascuno potrebbe dire la sua senza, ovviamente, leggere il testo per intero...
Un po' come successe a gennaio quando si contesto' una frase dell'allora cardinale Ratzinger su Galileo stravolgendone il senso :-)
R.

Anonimo ha detto...

Ragazze, leggere i testi costa fatica, non lo sapevate? Inventare è molto ,ma mooolto più creativo. E la bella polemichetta dove la mettiamo?
Ps.: vi piacciono le lasegne?
Alessia

Raffaella ha detto...

Ed ecco la prima dichiarazione (vi risparmio le espressioni offensive):

PAPA: MARGHERITA' HACK, "E' FUORI DAL MONDO"

(Agi)

Anonimo ha detto...

Vi segnalo per conoscenza la mail che ho appena indirizzato alla redazione del sito del Corriere. Buon lavoro per il blog
Giorgio Durante
"Scrivo per segnalare la grave falsità contenuta nel titolo del servizio sul discorso che oggi il Papa ha rivolto ai partecipanti al Congresso sull'enciclica Fides et Ratio. Sul sito compare tra virgolette la frase riferita agli scienziati. "Arroganti e mossi da facili guadagni". Tale frase non è stata pronunciata dal Papa, come del resto si può leggere anche dal resoconto virgolettato dell'articolo. Sicuramente più attenzione avete messo nel riferire le parole di Margherita Hack. Se il Papa dovrebbe "pensarci due volte prima di parlare", o magari dovrebbe chiedere alla Hack il permesso, voi dovreste solo avere più rispetto, se non del Papa, almeno dei vostri lettori".

Raffaella ha detto...

Grazie di cuore :-)

mariateresa ha detto...

è il solito copione, una pena per chi si presta. Non credo proprio che la Hack si legga i discorsi del papa. Semplicemente un giornalista, ripetendo un copione con i buchi tanto è vecchio, chiede un parere a una persona che è atea patentata e vede il papa come un bruschino in un occhio. Quindi , la poverina, che è anche anziana assai e quindi non dico altro, ha risposto con degli insulti come si evince dalla lettura della AGI completa. Come una lavandaia. Un insulto non è naturalmente un argomento.Inoltre dalle povere parole che usa si capisce benissimo che non ha letto il testo. E' tutto qui il copione. Per far parlare poi i radicali e la solita truppa di complemento.
Vale la pena di arrabbiarsi? No.
Ma quanto ai nostri zebedei anche questa volta dobbiamo sopportarne il sommo peso.

euge ha detto...

Come al solito i giornaloni ( sempre gli stessi), hanno fornito perchè tanto è solo questo che sanno fare un pasticcio ( pasta al forno ) composto non solo da grandi assurdità che dimostrano palesemente quanto non abbiano letto fino in fondo il discorso di Sua Santità che ovviamente è di ben altro tenore ma, dimostrano che coloro che tanto rimpiangono ( per comodità e pura strategia ) Giovanni Paolo II, non conoscono minimamente il tenore ed i contenuti dell'Enciclica Fides et Ratio, citata nel discorso di Benedetto XVI. Danessuna paarte ne dell'Enciclica ne tantomeno nel discorso di Sua Santità, si evincono segnali offensivi verso gli scienziati che, vengono definiti din queste due testate giornalistiche, persone arrognati mossi da facili guadagni. Ma dove hanno visto scritto tutto ciò? La ragione del resto può definirsi arrogante soltanto nel momento in cui l'uomo stesso la usa per sostituirsi al suo Creatore e viene così a coincidere con il delirio di onnipotenza dell'uomo, che crede di poter disporre di se stesso e della natura secondo i propri comodi, speculazioni e necessità; nessuno tantomeno il Papa, ha mai detto che la scienza va limitata ma, la scienza a sua volta deve svilupparsi a servizio e per il bene dell'uomo. Ora è innegabile che in tantissimi episodi, la scienza non ha proprio rispettato questo binario su cui svilupparsi è su questo che si deve vigilare; nessuno di noi può sostituirsi a Dio neanche uno scienziato egli può scoprire cose già insite nella natura ma, di sicuro non può annoverarsi dil potere di manipolarle o addirittura distruggerle a suo piacimento.
Le solite pagine rimpite per fare senzazione sui lettori e per distoglierli dai problemi attuali e concreti, problemi e situazioni che sicuramente si sarebbero potute evitare se nel presente come nel passato ci fossero state persone più propense al bene dei cittadini e dell'Italia piuttosto che al proprio e meno inclini anche a passare serate intere in insulsi dibattitti televisivi passando da una offesa all'altra.
E' di questo che forse certi giornali dovrebbero parlare; non passare il tempo a manipolare senza ritegno le parole di Sua Santità che come sempre sonochiare e determinate per chi le vuole comprendere nel verso giusto.
Il Papa conosce benissimo il mondo meglio di tanti altri perchè ne comprende le debolezze spirituali ed anche razionali ed è proprio per questo che ha il dovere sacrosanto di intervenire e non di parlare comandato a bachetta secondo le necessità; lo già detto e lo ripeto un Papa marionetta non servirebbe a nessuno tantomeno, all'epoca che stiamo vivendo.

Anonimo ha detto...

Cito dal discoso di SS Benedetto XVI:
Avviene, tuttavia, che non sempre gli scienziati indirizzino le loro ricerche verso questi scopi. Il facile guadagno o, peggio ancora, l'arroganza di sostituirsi al Creatore svolgono, a volte, un ruolo determinante.

Hanno sbagliato solo l'avverbio

Avrebbero dovuto scrivere

Scienza a volte arrogante guidata da facili guadagni.

Raffaella ha detto...

Estrapolare una frase dal contesto e' il giochetto dei giornalisti.
Io potrei citare altri concetti:

La ricerca scientifica ha certamente il suo valore positivo. La scoperta e l'incremento delle scienze matematiche, fisiche, chimiche e di quelle applicate sono frutto della ragione ed esprimono l'intelligenza con la quale l'uomo riesce a penetrare nelle profondità del creato.

La fede, da parte sua, non teme il progresso della scienza e gli sviluppi a cui conducono le sue conquiste quando queste sono finalizzate all'uomo, al suo benessere e al progresso di tutta l'umanità.

Ciò non significa affatto limitare la ricerca scientifica o impedire alla tecnica di produrre strumenti di sviluppo; consiste, piuttosto, nel mantenere vigile il senso di responsabilità che la ragione e la fede possiedono nei confronti della scienza, perché permanga nel solco del suo servizio all'uomo.

mariateresa ha detto...

Aggiungo un ricordo. Quando accadde Ratisbona e quel che ne è seguito, Vittorio Messori usò un paragone suggestivo che è valido in generale quando si vuole fare le cose in modo disonesto.Lui racconta la frase del ministro di Napoleone Fouchè che più o meno diceva : datemi una frase nella lettera di qualsiasi uomo e lo farò impiccare".

Questa è esattamente la pratica giornalistica di alcuni nei confronti di questo Pontefice sin da quando si è affacciato al balcone la prima volta. In realtà il sistema è usato non solo nei suoi confronti m anei confronti di chiunque sia considerato un nemico.
Per fare apparire negativo e esecrabile il peensiero di una persona , è un espediente infantile mettergli in bocca quello che non ha detto o, anche confezionare le frasi in modo che al lettore facciano schifo per poter poi dire "Ma guarda che schifo che ha detto".. Ma non tutti la mattina, dopo essersi lavati i denti, si mettono l'anello nel naso. Aggiungo che sul Corriere web l'avere riportato le frasi della Hack in modo edulcorato , senza insulti, per farle apparire presentabili è l'operazione esattamente opposta e altrettanto infantile. La Hack ha insultato, perchè era piena di rabbia.Adesso c'è la rete e chi vuole sa cosa ha detto veramente.E infatti nei TG che ho visto io non hanno avuto il coraggio di raccontarlo.
Mi sono presa il tempo di dire queste cose perchè ho un po' di tempo e anche perchè sono affezzionata al mio cervello oltre che a papa Benedetto.

gemma ha detto...

gli scienziati sono uomini e come tali possono sbagliare, come tutte le categorie umane. O sono forse gli unici intoccabili?
Le armi chimiche, per esempio, non mi risulta siano state frutto di un errore della nonna in cucina mentre fa il sugo(qualche cosa di chimica e di biologia forse bisogna conoscere, o no?).
Non mi pare che questo ramo della scienza abbia svolto un favore all'umanità.
Anche future tecniche di clonazione in mani sbagliate potrebbero rivelarsi un pericoloso boomerang.
Mi pare chiaro che il Papa non si riferiva agli scienziati come la professoressa Hack e, in ogni caso, commentare con astio parole altrui riferite e non lette nel contesto per intero, è indice di scarso uso della ragione, per appunto, tipico di chi attacca a testa bassa senza guardare.
Se la lingua italiana non è un'opinione, un avverbio può fare un importante distinguo di significato, fra "a volte" e "sempre".

Anonimo ha detto...

Sono stato molto incuriosito dalle frasi riportate dai giornali, e come mio solito ho cercato il testo originale per capire un po' meglio. Vorrei lasciare un commento un po' più riflessivo, magari è interessante per qualcuno. Messo da parte lo stile telegrafico dei giornali.
Leggendo il teso il Papa parla di

1) "pensiero speculativo" che è stato messo un po' da parte: in passato la chiesa ha fatto un largo uso del pensiero speculativo, cioè non scientifico nel senso galileiano, fino a teorizzare meccanismi di funzionamento del mondo (astronomia, medicina ecc.) molto lontani dal vero che però hanno pesato nel tempo sullo sviluppo cognitivo del mondo occidentale. Il pensiero sperimentale, e io aggiungerei per chiarezza scientifico, fa uso (Galileo docet, ma anche Darwin) di sperimentazione e "speculazione" allo stesso tempo.

2) nel discorrere riguardo il tentativo della scienza di riprodurre la natura, che così facendo ha modificato il concetto di "ratio" (ragione) dalla sua posizione "originale"(accanto alla "fides") si afferma, a mio parere, che la scienza è in qualche modo si pone in competizione con la "fides" per guidare la ragione. Ritengo che pensare che la scienza e la fede possano trovarsi in una sorta di competizione sia un modo non corretto di relazionarsi a questi due ambiti. La scienza studia ciò che sta "nel mondo", la "fides" guida i fedeli verso quella che il papa chiama "verità ultima delle cose"... che penso un credente non identifichi con ciò che studia la scienza. Se per un credente è vero certamente che la fides porta alla verità ultima, è bene ricordare che il cammino viene comunque percorso da donne e uomini che nel loro vivere "nel mondo", nel loro "definire la giusta posizione della ratio" (come fa il Papa nel discorso) si trovano ad essere limitati dalla stessa "contingenza" che il Papa nel suo discorso definisce come fuorviante e non essenziale al raggiungimento della verità ultima.

3) Gli "scopi" degli scienziati... sicuramente lo scopo di uno scienziato non è trovare la verità ultima. In quanto questo non è il fine della scienza, perché essa non ha gli strumenti. La scienza scoprirebbe il fine ultimo se fosse un fenomeno del mondo... non la sua origine! Mi stupisco che il Papa speri in una scienza più attenta alla ricerca della verità indicata dalla fides... Galileo incappò proprio in questo problema... la sua descrizione del cielo non era era consistente con la descrizione che allora si pensava scaturisse dalla giusta "ratio" e dal giusto "pensiero speculativo".

4) I facili guadagni??? Ma di chi? Se si accusa qualcuno (gli scienziati) o qualcosa (la scienza) di essere abbagliati da facili guadagni, sarebbe bene essere più precisi. Questo perché in Italia, se si considerano i risultati scientifici, le pubblicazioni, un amplissimo numero di ricercatori (produttivi ed efficienti, per usare termini cari alla politica ed economia di oggi) sono giovani precari tra i 25 e i 40 anni che hanno contratti rinnovati annualmente e guadagnano da 1000 a 1800 euro al mese massimo... questo vale per chi fa volare i satelliti, per chi analizza i dati, per chi studia ogni anno l'influenza e vi permette di non ammalarvi, per chi studia il cancro... ecc. Quindi un po' più di rispetto verso il lavoro di costoro sarebbe auspicabile. Discutere sul "non sempre" o "a volte" mi sembra superfluo visto il contesto.
Qualche commento dice che la scienza non ha fatto sempre il bene. Se ci si si riferisce ad esempio all'uso bellico della scienza è utile ricordare che la scelta su come e se usare la scienza come arma è una scelta della politica... della società! Ad esempio la radioattività fa il bene di milioni di persone ogni giorno negli ospedali... ma ha anche ucciso migliaia di persone in tre secondi in Giappone... la scoperta della radioattività e il suo studio di per se non sono un male.

5)"La scienza deve accogliere i principi etici per debellare le proprie eventuali patologie". Questa frase così semplice nasconde in problema di principio... cioè la definizione di "etica". Sicuramente il Papa si riferisce a questo proposito guardando dal punto di vista di chi afferma di conoscere la Verità. Definire un'etica, sicuramente vera fuor di ogni dubbio, implica però definirla a parole e in un contesto socio-culturale (e non c'è alcuna malafede nel farlo, è un dato di fatto) e questo porta quella definizione ad essere contaminata proprio da eventuali "patologie" della contingenza del mondo materiale. Si potrebbe obiettare che no! l'etica è l'etica, discende dalla ragione, da Dio.. l'uomo non se la può inventare a proprio piacimento. Questo potrebbe essere vero, ma rimane un problema: pur se l'impulso parte dall'alto, l'uomo la definisce per renderla comprensibile alla propria limitata mente... siamo sicuri che un uomo, seppur saggio, ammonendo riguardo all'importanza dell'etica si riferisca proprio all'Etica? che non vi siano patologie nell'etica di cui si parla? Non ne sarei così sicuro... vista l'evoluzione storico-culturale del mondo occidentale e della chiesa. Quello che 1000 o 500 o 200 anni fa era etico, oggi potrebbe non esserlo, o viceversa. Ad esempio uccidere in nome di Dio oggi ci appare non solo non "morale", ma contro ogni possibile "etica" (o "Etica"?)... un tempo la chiesa e i Papi non la pensavano così... forse l'Etica era diversa? o è cambiato il contesto socio-culturale... quindi è cambiata l'etica?

In conclusione... penso che la scienza e la fede si occupino di due ambiti differenti. Il fatto che la scienza sia riuscita ad ottenere risultati così impressionanti, tanto da far temere al Papa di aver attirato verso di se la "ratio", rispetto alla "fides", sta nel fatto che la scienza procede per piccoli, ma ben definiti e sicuri passi. Al contrario la filosofia religiosa (non parlo di fede), seppur umana nelle menti, ha la pretesa di saper spiegare cose molto più grandi delle menti stesse che la elaborano. Mi spiego: ogni scienziato sa quali sono i limiti sperimentali della sua teoria, ogni fisico vi saprà dire bene quando i risultati da lui ottenuti sono validi, in quali condizioni, per quali intervalli di valori delle variabili che utilizza: la scienza definisce prima di tutto gli "errori da associare ad una misura", poi utilizza il risultato per costruire il successivo. Questo modo di procedere ha portato a poter curare alcune forme di cancro, ha permesso all'uomo di andare sulla luna, permette di usare internet come stiamo facendo ora... ma non permetterà mai di trovare la verità ultima, perché se esiste essa non ha alcun errore associato: è vera sempre ed in ogni caso. Penso che la filosofia religiosa dovrebbe introdurre nei suoi ragionamenti il concetto di errore... magari chiamando lo "umiltà" (visto che non le è richiesto di fare conti matematici). Se così facesse allora non dovrebbe aver paura della scienza, perché si accorgerebbe che la scienza si occupa delle cose che stanno nel modo e lei di ciò che sta oltre.

Penso che sarebbe stato molto stimolante se il discorso, fatto qualche giorno fa, fosse stato il discorso programmato dal Papa per La Sapienza. Sarebbe stato stimolante perché il Papa avrebbe esposto con chiarezza il suo pensiero e chiaramente sarebbe stato contestato da chi non condivide il pensiero da lui riportato. Certo ci sarebbe stato fuoco e fiamme sui giornali, ma magari le idee sarebbero state chiare e limpide.

Anonimo ha detto...

PS. Spero pubblichiate il mio lungo commento precedente. Anche se in controtendenza ai commenti riportati credo di non aver offeso nessuno.
Penso sia stimolante il confronto tra idee non assolutamente coincidenti.

Grazie
ciao

l'autore del commento lungo...