16 agosto 2007
Il Teologo Vitielli commenta l'omelia del Santo Padre per l'Assunta
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L’amore di Dio fattosi Bambino vince l’odio delle ideologie anticristiane: la riflessione del teologo Salvatore Vitiello sull’omelia del Papa alla Messa per l’Assunta
L’amore di Dio vince il male, sconfigge quelle ideologie che oggi come duemila anni fa vogliono annientare la Chiesa. Ieri, nella Messa per la Solennità dell’Assunta, il Papa parlando a braccio ha offerto una profonda riflessione sul passo dell’Apocalisse nel quale il drago vuole divorare il Bambino. Quando Giovanni scrisse l’Apocalisse, ha ricordato il Pontefice, il drago “era realizzato nel potere degli imperatori romani anti-cristiani”, ma tutta la storia della Chiesa fino alla fine dei tempi sarà segnata da persecuzioni, dagli attacchi di un drago sempre pronto a cambiare forma. Su questa dimensione escatologica della lotta tra l’amore di Dio e il male, sottolineata da Benedetto XVI, si sofferma il teologo don Salvatore Vitiello, intervistato da Alessandro Gisotti:
R. – Credo che sia importante in questi tempi, soprattutto, in cui la riduzione materialistica, la riduzione immanentistica anche del cristianesimo è sospinta da molte forze, ricordare questa dimensione escatologica, con due attenzioni, direi. La prima riguarda la durata di questa lotta, che sarà fino alla fine dei tempi, cioè alla Chiesa non è dato di realizzare compiutamente il Regno di Dio su questa terra, ma il Regno di Dio è una dimensione escatologica che verrà realizzata con il ritorno di Cristo trionfante a chiudere la storia. L’altra attenzione è quella a non scadere mai in un dualismo, cioè la lotta non è mai tra il bene e il male come due principi dominatori della storia, perché altrimenti noi non saremmo più cristiani ma saremmo degli gnostici o, appunto, dei dualisti. La lotta è già stata vinta definitivamente da Cristo che, risorgendo, ha vinto la morte; tuttavia, la Risurrezione di Cristo apparirà pienamente e in tutta la sua vittoria finale, alla fine dei tempi.
D. – Riecheggiando Sant’Agostino, l’opera “De Civitate Dei”, il Papa ha affermato che la storia umana è una lotta tra due amori: quello di Dio, fino al dono di se stesso, e l’amore di sé, fino al disprezzo di Dio e all’odio degli altri. Un invito, dunque, a comprendere quale sia il vero amore, come in fondo Papa Benedetto ha voluto già sottolineare anche con la “Deus caritas est”?
R. – Certamente! Credo che questa affermazione di ieri sia da leggere avendo come sfondo proprio tutta l’Enciclica, soprattutto la prima parte della “Deus caritas est”, quella in cui il Papa si dilunga in maniera straordinariamente efficace sulla definizione dell’amore. L’amore come identità dell’uomo, l’amore come identità di Dio, e poi Gesù Cristo, il volto dell’amore di Dio fatto carne e manifestato nella storia.
D. – La visione dell’Apocalisse – ha detto il Papa – ci mostra un drago apparentemente invincibile. Ma alla fine prevale l’amore e non l’egoismo; vince Maria, la donna inerme e il Dio fattosi Bambino …
R. – Il drago è apparentemente invincibile perché le sue forze sono enormi. Il Vangelo stesso ci insegna che i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce, e sappiamo anche che il potere delle tenebre in questo mondo è grande. Però, poi, il Papa stesso dice: “La fede, nei secoli, ha vinto”. Quindi: l’impero romano si è aperto alla fede cristiana, le grandi dittature del secolo scorso si sono sgretolate perché erano inconsistenti filosoficamente, antropologicamente e la fede è riemersa con tutta la sua forza e ancora sta riemergendo perché l’analisi storica di ciò che è accaduto è ancora molto da fare, soprattutto è ancora molto da recepire ancora in molte coscienze cristiane.
D. – Dunque, parole di incoraggiamento anche guardando all’oggi, quando – ha detto ancora il Papa – sembra quasi impossibile pensare ad un Dio che si è fatto uomo, e vediamo appunto queste nuove ideologie pervasive, materialiste che ci dicono che pensare a Dio è una cosa del passato …
R. – Sì … credo che l’ultimo riferimento che il Papa fa sia realmente interessante. Lui dice che gli imperi del passato che hanno combattuto la Chiesa, oggi sono concretizzati in quelle forme delle ideologie materialistiche che dicono: “E’ assurdo pensare a Dio, è assurdo osservare i comandamenti di Dio”. Il Papa dice: questa è una forma dittatoriale, attuale, è una forma di totalitarismo contemporaneo, è la famosa dittatura del relativismo di cui il Papa parlò nell’omelia “Pro eligendo Romano Pontifice”. Quindi, materialismo e relativismo sono le attuali forme del potere. E queste si fanno forza di un grande sistema mediatico che ha un grande impatto sul popolo santo di Dio; è un sistema propagandistico che tende a dire che la vita vale solo in base al valore che gli dà colui che la vive, perché poi non c’è più nulla. Il Papa, giustamente, combatte questa impostazione e dice che il Bambino, cioè la debolezza della fede che riconosce la sovranità di Dio, vince questo materialismo.
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