Finazzi: «Lo inviteremo a Tor Vergata, è un nostro “collega”»

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Finazzi: «Lo inviteremo a Tor Vergata, è un nostro “collega”»

di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Tra dissensi e distinguo alla Sapienza prevale l’idea che il 15 gennaio siano state sconfitte ragione e laicità. Un’idea condivisa anche da altri atenei. Dopo giorni di furiose polemiche l’università italiana s’interroga e dice sì al dialogo. Intanto, c’è qualcuno che fa passi verso il Vaticano.

Rettore Finazzi, è in atto uno scontro tra libertà di pensiero e censura?

«Sì, fa impressione quello che è accaduto, è prevalsa l’intolleranza e abbiamo perduto un’occasione di dialogo e di riflessione culturale. <strong>Penso che tutto il sistema universitario dovrà presentare delle scuse. Ma noi lo inviteremo qui, gli diremo di venire a Tor Vergata. Non c’è nulla di definito, certo, in Senato accademico non se ne è parlato. Tuttavia, nel corso dell’anno potrebbe accadere».

All’intervista risponde Alessandro Finazzi Agrò, rettore di Tor Vergata, la seconda università di Roma.
Sarà un invito legato alle attività dell’ateneo?

«Direi di no, però c’è una occasione importante. Nel nostro Campus esiste un gigantesco Crocifisso, alto trenta metri, fu installato per il palco papale in occasione del Giubileo dei giovani. Fu eretto per l’incontro di Giovanni Paolo II con migliaia di giovani. Allora non si trattò di una visita accademica, ma pastorale. Venne come vescovo di Roma. Per noi una svolta, da ateneo perduto nella periferia a Campus conociuto in mezzo mondo. Ora, con l’intervento di Giannetti, un grande scultore, e con l’aiuto del Comune di Roma stiamo trasformando quel Crocifisso in un monumento. Pensiamo di inaugurarlo nel 2008 e l’occasione sarebbe favorevole per invitare Benedetto XVI».

Averlo costretto a rinunciare è stato un errore?

«Certamente, tra l’altro Ratzinger è professore di filosofia, per questo ruolo era stato invitato a Ratisbona e probabilmente anche alla Sapienza. Ha un passato di professore universitario, quindi di ”collega”. Invece, è prevalsa l’intolleranza».

© Copyright Il Messaggero, 17 gennaio 2008 consultabile online anche qui