13 aprile 2008

Benedetto XVI al Regina Caeli affida a Maria il suo viaggio apostolico negli Stati Uniti (Radio Vaticana)


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Benedetto XVI al Regina Caeli affida a Maria il suo viaggio apostolico negli Stati Uniti. Nella Giornata mondiale per le vocazioni, il Papa ricorda che il matrimonio cristiano è una vocazione missionaria.

Benedetto XVI prima del Regina Caeli affida a Maria il suo viaggio apostolico negli Stati Uniti. Nell’odierna Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, dedicata al tema “Le vocazione al servizio della Chiesa–missione”, il Papa invita a seguire il modello di San Paolo, missionario per eccellenza. Ricorda poi che anche la chiamata al matrimonio cristiano è una vocazione missionaria. Il servizio di Roberta Gisotti.

Invochiamo “la materna protezione di Maria sulle molteplici vocazioni esistenti nella Chiesa, perché si sviluppino con una forte impronta missionaria”. Così il Papa prima di recitare il Regina Caeli. Poi il pensiero è volato negli Stati Uniti, al viaggio che si appresta a compiere dal 15 aprile al 21 aprile, con tappe a Washington e New York.

“Affido a Lei, Madre della Chiesa e Regina della Pace, anche la speciale esperienza missionaria che vivrò nei prossimi giorni con il viaggio apostolico negli Stati Uniti d’America e la visita all’ONU, mentre chiedo a voi tutti di accompagnarmi con la vostra preghiera”.

“Cristo è la nostra speranza!” Il motto del viaggio. “Cristo – ha aggiunto il Santo Padre rivolto ai pellegrini di lingua inglese presenti in piazza San Pietro - è il fondamento della nostra speranza per la pace, per la giustizia e per la libertà, che scaturisce dalla legge di Dio, adempiuta nel suo comandamento di amarsi l’un l’altro”. Poi di nuovo l’invito a pregare per il successo della sua visita, “cosicché questa possa essere un tempo di rinnovamento spirituale per tutti gli Americani”.

Benedetto XVI, ha quindi ricordato che la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni quest’anno si colloca nella prospettiva dell’Anno Paolino, che inizierà il 28 giugno, per celebrare i duemila anni della nascita dell’Apostolo delle genti, Paolo, “il missionario per eccellenza”, “che il Signore chiamò per essere ministro del Vangelo”.

“Egli rappresenta pertanto un modello per ogni cristiano, in maniera particolare per i missionari ad vitam, cioè per quegli uomini e quelle donne che si dedicano totalmente ad annunciare Cristo a quanti ancora non l’hanno conosciuto: una vocazione, questa, che conserva tuttora la sua piena validità.

Un servizio – ha spiegato il Papa – che svolgono in primo luogo i sacerdoti, “che si spendono senza riserve nel ministero pastorale, suggellando talora la fedeltà a Cristo con il sacrificio della vita”. Nel rendere grazie a Dio per questi fratelli, Benedetto XVI ha reso omaggio alla memoria dei due religiosi missionari, il francese Joseph Douet e l’inglese Brian Thorp, rimasti uccisi questa settimana in Guinea e in Kenya.

Il Santo Padre ha chiesto poi di pregare “perché sia sempre più nutrita la schiera di quanti decidono di vivere radicalmente il Vangelo mediante i voti di castità, povertà e obbedienza: sono uomini e donne – ha detto – che hanno un ruolo primario nell’evangelizzazione”. Benedetto XVI ha concluso la sua catechesi mettendo in luce un aspetto poco considerato:

“Non va infine dimenticato che anche quella al matrimonio cristiano è una vocazione missionaria: gli sposi, infatti, sono chiamati a vivere il Vangelo nelle famiglie, negli ambienti di lavoro, nelle comunità parrocchiali e civili. In certi casi, inoltre, offrono la loro preziosa collaborazione nella missione ad gentes."

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