1 agosto 2007

Prodi da' lezioni ai parroci: nelle omelie dovete parlare di tasse!


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Con una punta di (non vi dico che cosa), pubblichiamo i commenti all'intervista che il Presidente del Consiglio italiano ha rilasciato a "Famiglia Cristiana".
Mi astengo da ogni commento per amore di patria, ma vorrei ricordare al Presidente Prodi che se c'e' un'istituzione che si occupa di temi sociali, questa e' la Chiesa e non ha certo bisogno di "istruzioni" sui contenuti delle omelie. Prodi rilegga il testo dell'omelia che il Papa ha pronunciato in occasione della domenica delle Palme e si informi sul bene che fanno al Paese sacerdoti, religiosi e religiose. Rilegga anche il Catechismo della Chiesa Cattolica (scritto proprio dall'attuale Pontefice) in cui si condanna il peccato di evasione.
La richiesta del Presidente e' un po' pericolosa per la tenuta del suo governo: la frangia laicista potrebbe lamentarsi perche', parlando di tasse, la Chiesa commette ingerenza negli affari dello Stato
:-)
Raffaella


Prodi: nelle omelie mai una parola sulle tasse

«Sull'evasione la Chiesa dovrebbe fare la sua parte. Non cado, duro fino al 2011»

F. Alb

ROMA — Lo dice a se stesso, agli alleati e anche a Walter Veltroni, che qualche giorno fa ha indicato nell'instabilità politica il punto debole del governo. «Non ho nessuna intenzione di cadere. La lezione che ho imparato quando saltò il mio primo governo è questa: guardare meno agli interessi delle categorie e di più a quelli del Paese». Romano Prodi, in un'intervista a «Famiglia Cristiana», conferma l'intenzione di lasciare nel 2011 («Potete esserne certi»), ma non nasconde la ragionevole certezza di durare fino ad allora alla guida dell'esecutivo: «Ci siamo dimenticati troppo in fretta che il governo Berlusconi andò sotto in Parlamento decine di volte, pur disponendo di una maggioranza schiacciante: altro che la mia al Senato!». Riconosciuta l'importanza per il governo di «un Pd forte», il premier elogia la candidatura di Veltroni: «Lavora lealmente al rafforzamento dell'esecutivo».
Sul tema tasse, Prodi invita la Chiesa a mobilitarsi sul fronte dell'evasione fiscale: «Un terzo degli italiani evade. È inammissibile. Per cambiare mentalità occorre che tutti, a partire dagli educatori, facciano la loro parte, scuola e Chiesa comprese. Perché, quando vado a Messa, questo tema non è quasi mai toccato nelle omelie? Eppure ha una forte carica etica. Possibile che su 40 milioni di contribuenti sono solo 300 mila quelli che dichiarano più di 100 mila euro l'anno?». Il governo ha tra i suoi obiettivi «l'abbassamento delle imposte », ma, aggiunge il premier, «non sono uno scialacquatore: lo farò nel momento giusto, perché non voglio che la comunitá internazionale ci metta di nuovo in difficoltà. Preferisco essere impopolare piuttosto che passare per illusionista». Immediate le reazioni. «Concordo col premier che bisogna pagare le tasse», ha detto il vescovo di Savona Domenico Calcagno, nominato dal Papa segretario dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Mentre la deputata azzurra Elisabetta Gardini attacca: «Il cattolico adulto Romano Prodi si permette di dare lezioni di etica persino alla Chiesa e detta regolette per la buona omelia».
Prodi non nasconde la fragilità del suo esecutivo. Ma la imputa solo parzialmente all'eterogeneità della maggioranza: «La precarietà in Senato è il frutto avvelenato di una legge elettorale voluta dal Polo, che consente ai perdenti di rendere difficile l'attività di governo di chi ha vinto. A sentire la Cdl, non saremmo arrivati al panettone, alla colomba e alle ferie. Siamo qui, invece. E prima o poi i risultati ci daranno ragione».
Nell'attesa, il premier lancia un messaggio al leader degli Industriali, con il quale i rapporti non sono sempre distesi: «Al presidente Montezemolo ho detto che non pretendo che Confindustria parli bene di noi, nonostante abbiamo fatto cose molto più concrete rispetto al precedente governo per il rilancio delle imprese. Ho chiesto solo che investano in innovazione, ricerca e potenziamento delle esportazioni e che approfittino dell'elevato livello dei guadagni».

© Copyright Corriere della sera, 1° agosto 2007

Ed ecco la saggezza di Monsignor Bruno Forte:

ARCIVESCOVO DI CHIETI

Monsignor Forte: prudenza comprensibile Spesso chi le fa pagare ha troppi privilegi

Gian Guido Vecchi

MILANO — La Chiesa è poco sensibile al tema dell'evasione fiscale, eccellenza?

«Di certo testimonia l'esigenza che ogni cittadino sia responsabile verso il bene comune. Pagare le tasse è un dovere morale che nasce dal senso della solidarietà. Se a volte la Chiesa è cauta nella presentazione di questo tema, tuttavia, è perché il sistema fiscale non sempre sembra equo...».

Monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti- Vasto nonché teologo di fama mondiale stimatissimo da Benedetto XVI (fu l'allora cardinale Ratzinger a ordinarlo vescovo nel 2004), non può essere certo sospettato di reticenza sull'argomento. Pochi mesi fa, fu lui a tuonare contro l'evasione fiscale, «è un peccato grave, significa rubare», un intervento che ha fatto rumore.

In che senso, quindi, parla di «cautela »?

«I politici dovrebbero mostrare che la richiesta di pagare le tasse è legata al sostegno dei più deboli, che non ci sono sperperi né privilegi di sorta. Le tasse vanno pagate ma chi chiede di farlo deve dimostrare, sia sul piano del bene comune sia su quello della propria personale sobrietà, di non essere un privilegiato e di non favorire alcun privilegio. Questo è fondamentale: la credibilità del legislatore».

E basterebbe?

«De Gasperi e Adenauer, per fare due esempi celebri, chiesero alle loro nazioni dei sacrifici enormi, e quei sacrifici sono stati fatti: perché la richiesta era credibile».

In Italia, adesso, no?

«Ripeto: non pagare le tasse è una doppia ingiustizia. È ingiusto nei confronti del più debole e della verità, perché significa dover mentire. Mi pare evidente, no?».

E allora?

«E allora perché il cittadino medio fa fatica a cogliere quella che altrimenti sarebbe un'evidenza? Perché c'è questa riserva? Perché il pregiudizio diffuso sullo Stato "ladrone"? Il problema è che la gente non riesce a percepire che i denari siano spesi effettivamente in modo giusto ed equo. O che si chiedano più sacrifici a chi ha di più. Troppe sperequazioni, troppi privilegi. Non è possibile, per dire, che i parlamentari siano così privilegiati rispetto al cittadino normale ».

Di qui la prudenza...

«Se la Chiesa è prudente, è perché cerca di capire le ragioni della gente. Non "giustificare": capire. Vede, io ho la convinzione che la Chiesa abbia una vicinanza al Paese reale che il Paese politico, paradossalmente, non ha. Al Paese politico sfugge il Paese reale.

Forse il problema è la fiducia nelle persone.

«Vero. La gente non è così. Quasi ci fosse una lotta tra il "ladro" e il legislatore, figuriamoci! No: la gente ha una fondamentale onestà ma vorrebbe vederla riflessa a livello delle leggi, del bene comune. È questa la riserva che spiega una certa diffidenza da parte del nostro popolo. Qui sta la paradossale lontananza della politica, l'incapacità di capire la priorità delle famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, degli sposi giovani che non hanno casa né lavoro stabile... Davanti a queste urgenze, dire "pagate le tasse" è troppo semplice: ci vuole equità e giustizia ».

© Copyright Corriere della sera, 1° agosto 2007


IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: SE TUTTI PAGANO LE TASSE, POTREMO ABBASSARLE

Prodi: la Chiesa condanni chi evade

“Perché non ne sento parlare nelle omelie?”

PAOLO BARONI

ROMA
«E’ vero bisogna abbassare le tasse. È questo un impegno fondamentale della missione del mio governo, ma prima bisogna sconfiggere l’evasione fiscale» dichiara Romano Prodi, che dalle colonne di «Famiglia Cristiana» chiama in causa anche la Chiesa. Per il premier, infatti, la «sostanza del problema» è che un «un terzo dei cittadini italiani evade pesantemente il fisco» al punto che «mancano alla comunità le risorse necessarie per dare sollievo e slancio all’Italia». Come rimediare? «Per vincere la sfida contro l’evasione - spiega Prodi - dobbiamo tutti fare il nostro dovere di contribuenti, perché tutti possano pagare meno. Per cambiare mentalità occorre che tutti, a partire dagli educatori, facciano la loro parte, scuola e Chiesa comprese. Perché quando vado a messa - si chiede il professore - questo tema, che pure ha una forte carica etica, non è quasi mai toccato nelle omelie? È possibile che su 40 milioni di contribuenti, sono solo 300 mila quelli che dichiarano più di 100 mila euro l’anno?».
Parole inusuali, che suscitano immediate polemiche. «Certamente concordo con il presidente Prodi che bisogna pagare le tasse» afferma monsignor Domenico Calcagno, ex vescovo di Savona e oggi segretario dell’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica. Che però respinge l’accusa che il mondo ecclesiastico non abbia fatto la propria parte. «La Chiesa - dichiara - si è occupata più volte di questo tema. E tutti noi abbiamo accettato e proposto questa linea che deriva dalla moralità cattolica del bene comune: pagare le tasse è un dovere che riguarda la responsabilità civile di ognuno, a cui anche la Chiesa non si è sottratta». Elisabetta Gardini di Forza Italia bolla invece come «ridicolo» il tentativo del «cattolico Romano Prodi di dare le lezioni di etica persino alla Chiesa» dettando «addirittura alcune “regolette” per la buona omelia».
Il presidente del Consiglio, invece, spiega di avere in testa un disegno preciso: «Io voglio lasciare a chi verrà dopo di me un Paese sano, equilibrato e giusto. Per fare questo ho bisogno della solidarietà e del concorso di tutti. Non è perciò ammissibile che una parte del Paese si sia arricchita con l’aumento dei prezzi e con l’evasione fiscale mentre altre categorie, a partire dai pensionati, si siano ulteriormente impoverite. Cifre alla mano, senza inasprire alcuna imposta, abbiamo recuperato 10 miliardi di evasione fiscale. Questo ha consentito non solo la diminuzione del debito pubblico, ma anche di destinare risorse per rivalutare le pensioni basse, per la famiglia e per la tutela dei lavoratori discontinui».
E la promessa di tagliare dell’Irpef? chiede l’intervistatore. «Quando la lotta all’evasione si sarà stabilizzata - assicura il premier - metteremo in atto un’altrettanto stabile diminuzione delle imposte. Ma io non sono uno scialacquatore: lo farò nel momento giusto e non un giorno prima». Allargando poi il discorso alla salute del governo, Prodi dice non avere «nessuna intenzione di lasciare. Quando affronti un disegno di questa portata le difficoltà le trovi dovunque. Ma la democrazia è anche questo: la fatica quotidiana di ascoltare le ragioni di tutti e trovare la soluzione. E le soluzioni, alla fine, le troviamo in tutti i campi, dalle pensioni alle opere pubbliche».

© Copyright La Stampa, 1° agosto 2007

11 commenti:

francesco ha detto...

ottimo l'intervento di mons. forte che si smarca da diverse trappole dell'intervistatore...
francesco

Matz ha detto...

Buongiorno a tutti. E' un po' che seguo questo blog e faccio i complimenti per la completezza e la correttezza con cui viene curato.
Una critica "tecnica": il sito è molto pesante da caricare e penso che ciò dipenda dal fatto che tutti gli articoli sono caricati su un'unica pagina. Dividere il materiale in pagine diverse aiuterebbe l'accessibilità.

riguardo la frase di Prodi: che la Chiesa condanni l'evasione fiscale è evidente a chi conosce il catechismo e il Vangelo ("date a Cesare quel che è di Cesare"). Il problema è che Prodi vorrebbe che fosse un leit-motif delle omelie. Questo intervento nasconde un orientamento molto diffuso tra i cattolici secondo cui la Chiesa dovrebbe parlare di temi morali (anzi direi moralisti) piuttosto che di Gesù Cristo e della necessità di convertirsi a Lui.

Anonimo ha detto...

Ciao Matz, benvenuto e grazie della segnalazione :-)

Anonimo ha detto...

Raffaella, io ho un computer velocissimo e una connessione altrettanto spaziale, ma da più di un'ora, impiego una vita a caricare! Stai facendo modifiche al sito? Guarda che se non è così, forse qualcuno sta cercando di infettarlo! Rispondimi subito, grazie!

Anonimo ha detto...

Ora si carica?

Anonimo ha detto...

Ok! Tutto bene!!!

Anonimo ha detto...

Grazie Gianpaolo, ho diminuito le discussioni visibili nella pagina iniziale. Credi che il problema fosse quello?

Anonimo ha detto...

Raffaella, ti prego di scusarmi se rispondo dopo più di un'ora, ma ero a cena. Non so di preciso cosa possa aver causato tali rallentamenti, in ogni caso non credo sia stato un problema di sovraccarico della pagina iniziale, perché non caricavo nemmeno quelle vecchie. Comunque ora tutto gira bene e questo è l'importante!!! Non è per caso che ci siamo attirati qualche maledizione?!? Scherzo ovviamente!!! Ti auguro una buona serata e ti rinnovo la mia più ampia stima!!!

Anonimo ha detto...

:-))))))))))))
Sei gentilissimo!!! Buona serata anche a te! Grazie per la tua presenza e per tua galanteria :-)

Anonimo ha detto...

Strano che tanti dicono che si sta tanto a caricariacare il tuo sito io non impirgo un tempo superiore ad ltri siti per cariacare il tuo con la linea ADSL Mah...
Per quanto riguarda le parole di Prodi non mi sempra che si compito dei parroci e dei vescovi parlare di tasse nelle omelie, quello dovrebbe essere compito dei parlamentari e del governo e se non riescono a farsi ascoltre significa che c'è qualcosa che non va.

Anonimo ha detto...

Grazie Cindy, credo che ieri fosse blogspot ad avere problemi di caricamento.
Su Prodi ti applaudo :-)