6 agosto 2007
Commenti all'Angelus di ieri
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(nella foto il Papa affacciato sul cortile esterno del Palazzo Apostolico di Castelgandolfo)
Il Papa: «La ricchezza non è un bene assoluto, rifuggire egoismo e cupidigia»
CASTEL GANDOLFO La ricchezza è sì «un bene», ma non «un bene assoluto». Essa «non assicura la salvezza»: anzi, se non è condivisa con gli altri, «può comprometterla seriamente». È un forte monito contro l'attaccamento ai beni materiali quello pronunciato ieri da Benedetto XVI alla recita dell'Angelus a Castel Gandolfo. Se non è proprio la massima evangelica per cui «è più facile che un cammello passi nella cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei Cieli» Papa Ratzinger dice qualcosa di molto vicino.
Commentando le letture della liturgia domenicale il Pontefice ha sottolineato che ci inducono «a riflettere su come debba essere il nostro rapporto con i beni materiali», quindi ha avvertito i cristiani di non farsi dominare dall'egoismo e dalla cupidigia. «La ricchezza, pur essendo in sé un bene – ha affermato il Papa – non va considerata un bene assoluto. Soprattutto non assicura la salvezza, anzi potrebbe persino comprometterla seriamente». E ha continuato spiegando che Gesù nel Vangelo «mette in guardia i suoi discepoli» dal rischio che la ricchezza materiale possa pregiudicare la salvezza. Il riferimento è al passo in cui Gesù esorta a non essere attaccati alla ricchezza e a tenersi «lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni».
«È saggezza e virtù – ha osservato il Santo Padre – non attaccare il cuore ai beni di questo mondo, perché tutto passa, tutto può finire bruscamente. Il tesoro vero che dobbiamo ricercare senza sosta per noi cristiani sta nelle "cose di lassù dove si trova Cristo assiso alla destra del Padre"» ha aggiunto citando San Paolo e la sua lettera ai Colossesi.
Sempre facendo cenno alla liturgia, il Papa ha poi ammonito i fedeli a non lasciarsi «dominare dalla cupidigia e dall'egoismo», ma a cercare «sempre ciò che vale davanti a Dio». L'argomento sta particolarmente a cuore in questo periodo al Pontefice, che vi ha fatto riferimento anche nell'udienza generale di mercoledì scorso. «Il cristiano, vivendo in conformità al Vangelo – aveva detto ricordando i precetti di uno dei padri della Chiesa, San Basilio – riconosce che gli uomini sono tutti fratelli tra di loro, che la vita è un'amministrazione dei beni ricevuti da Dio». Di questi doni, aveva aggiunto il Papa, «ognuno è responsabile di fronte agli altri, e chi è ricco deve essere come un esecutore degli ordini di Dio benefattore. Tutti dobbiamo aiutarci e cooperare come le membra di un corpo».
Benedetto XVI aveva ricordato le parole «forti e coraggiose» che San Basilio usava nelle sue omelie a proposito di chi, «secondo il comandamento di Dio, vuole amare il prossimo come se stesso», e che per questo «non deve possedere niente di più di quello che possiede il suo prossimo».
© Copyright L'Eco di Bergamo, 6 agosto 2007
Angelus
Il Papa: la ricchezza non è un bene assoluto
Fausto Gasparroni
CASTEL GANDOLFO (ROMA)
La ricchezza è sì «un bene», ma non «un bene assoluto». Essa «non assicura la salvezza»: anzi, se non è condivisa con gli altri, «può comprometterla seriamente». È un forte monito contro l'attaccamento ai beni materiali quello pronunciato da Benedetto XVI all'Angelus a Castel Gandolfo.
Commentando le letture di ieri, che inducono «a riflettere – ha detto – su come debba essere il nostro rapporto con i beni materiali», il Papa ha avvertito i cristiani di non farsi dominare dall'egoismo e dalla cupidigia. «La ricchezza, pur essendo in sé un bene – ha affermato Benedetto XVI parlando ai fedeli riuniti nel cortile interno della residenza estiva –, non va considerata un bene assoluto. Soprattutto non assicura la salvezza, anzi potrebbe persino comprometterla seriamente».
Proprio dal rischio che la ricchezza materiale possa pregiudicare la salvezza, ha spiegato il Pontefice, «Gesù mette in guardia i suoi discepoli». Il riferimento è al passo del Vangelo in cui Gesù esorta a non essere attaccati alla ricchezza e a tenersi «lontano da ogni cupidigia, perchè anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni».
Il Papa ha poi ammonito i fedeli a non lasciarsi «dominare dalla cupidigia e dall' egoismo», ma a cercare «sempre ciò che vale davanti a Dio». L'argomento è particolarmente caro al Papa, che vi ha fatto riferimento anche nell'udienza generale di mercoledì scorso.
© Copyright Gazzetta del sud, 6 agosto 2007
Qualcuno ha voluto vedere un collegamento fra le parole del Papa sulla Vergine e la mostra blasfema di Bologna:
L´intervento del Papa dopo il caso Bologna
«La Vergine più di ogni altra creatura, ha partecipato al mistero di Cristo». Lo ha ricordato Papa Benedetto XVI, ieri, nella «memoria liturgica della Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore». Il Pontefice non ha fatto riferimento esplicitamente alla controversa decisione della Procura di Bologna di derubricare le offese alla Vergine escludendo che si tratti di bestemmie (una vicenda alla quale hanno già risposto la Curia di Bologna e l´arcivescovo di Pompei polemizzando con la magistratura bolognese), ma ha voluto ricordare quanto radicata sia la devozione mariana nel "popolo di Dio". «Come è noto - ha spiegato - Santa Maria Maggiore è la prima Basilica dell´Occidente costruita in onore di Maria e riedificata nel 432 da Papa Sisto III per celebrare la divina maternità della Vergine, dogma che era stato solennemente proclamato nel Concilio ecumenico di Efeso l´anno precedente». Alla Vergine il Papa ha poi chiesto aiuto e sostegno nel suo compito di guidare la Chiesa. «Ci ottenga questa grazia - ha pregato - la Vergine Maria, che oggi particolarmente ricordiamo. Ci sostenga nel nostro cammino di fede perché, come la liturgia ci invita a pregare quest´oggi, operando con le nostre forze a sottomettere la terra non ci lasciamo dominare dalla cupidigia e dall´egoismo, ma cerchiamo sempre ciò che vale davanti a Dio». Anche ieri il settimanale dell´Arcidiocesi "Bologna sette" - inserto dell´Avvenire - è tornato sulla questione con una pagina di commenti e di critiche alla decisione della Procura di Bologna di chiedere l´archiviazione per il caso della mostra intitolata «La madonna piange sperma» dopo la denuncia del deputato di Forza Italia Fabio Garagnani.
© Copyright Repubblica (Bologna), 6 agosto 2007
PAPA BENEDETTO XVI
«La Madonna è la più vicina al mistero di Cristo»
«LA VERGINE più di ogni altra creatura, ha partecipato al mistero di Cristo». Lo ha ricordato Benedetto XVI nella «memoria liturgica della Dedicazione della basilica di Santa Maria Maggiore», ieri. Il Papa non ha fatto riferimento esplicitamente alla controversa decisione della Procura di derubricare le offese alla Vergine escludendo che si tratti di bestemmie — errore teologico al quale hanno già risposto la Curia e l’arcivescovo di Pompei — ma ha voluto ricordare quanto radicata sia la devozione mariana nel Popolo di Dio. «Come è noto — ha spiegato — Santa Maria Maggiore è la prima basilica dell’Occidente costruita in onore di Maria e riedificata nel 432 da Papa Sisto III per celebrare la divina maternità della Vergine, dogma che era stato solennemente proclamato nel Concilio ecumenico di Efeso l’anno precedente». Alla Vergine il Papa ha poi chiesto aiuto e sostegno nel suo compito di guidare la Chiesa. «Ci ottenga questa grazia — ha pregato — la Vergine Maria, che oggi particolarmente ricordiamo. Ci sostenga nel nostro cammino di fede perché non ci lasciamo dominare dalla cupidigia e dall’egoismo, ma cerchiamo sempre ciò che vale davanti a Dio».
© Copyright Quotidiano Nazionale (Bologna), 6 agosto 2007
E finiamo con il meraviglioso articolo del Corriere della sera:
Il Papa: la ricchezza può negare la salvezza
ROMA — La ricchezza «non è un bene assoluto» e «non assicura la salvezza». Anzi, se non è condivisa con gli altri, «può comprometterla». L'ha detto ieri all'Angelus Benedetto XVI parlando del valore da attribuire ai beni materiali.
© Copyright Corriere della sera, 6 agosto 2007
Perche' ridete? :-))
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