25 settembre 2007

Le dichiarazioni di Mons. Betori in conferenza stampa (agenzia Sir)


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CEI: MONS. BETORI, “NON NECESSARIE LE ISTANZE DELL’ANTIPOLITICA”

“I vescovi non sentono di dover cavalcare l’ondata di antipolitica”: ai politici, però, chiedono “sempre maggiore coerenza, all’interno di una vita politica che va rigenerata”. Lo ha detto, questa mattina, mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, durante la conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consiglio permanente della Cei. I vescovi, ha esordito Betori, “hanno la percezione di una malattia sociale che riguarda l’ethos condiviso”. Si tratta di “un problema anzitutto culturale”, all’interno del quale “la risorsa del Vangelo e la tradizione cattolica in Italia va valorizzata, non demonizzata o emarginata dal dibattito pubblico”. E’ a questo patrimonio, ha sottolineato infatti Betori, che “è sempre stato attinto e si potrà attingere in futuro, in termini di attenzione alla persona e al perseguimento del bene comune”. Durante il Consiglio permanente, i presuli non hanno fatto “analisi” di particolari “problemi sociali”. “I vescovi – ad avviso di Betori – non sentono di dover cavalcare l’ondata di antipolitica. La preoccupazione per la realtà sociale disgregata non fa apparire necessarie le istanze dell’antipolitica, perché per la dottrina sociale della Chiesa la politica è un elemento essenziale per la vita della società”. La comunità ecclesiale, piuttosto, “chiede sempre maggiore coerenza, all’interno di una vita politica che va però rigenerata”.


CEI: MONS. BETORI, “LA DIMENSIONE SOCIALE RIENTRA NELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE”

“La dimensione sociale rientra a pieno titolo nella nuova evangelizzazione”: questo pensiero, contenuto nel comunicato finale del Consiglio episcopale permanente, è stato commentato dal segretario generale della Cei mons. Giuseppe Betori, interrogato sul ruolo delle tre realtà aggregative citate nel documento presentato oggi a Roma. “Si tratta di tre strumenti tra loro diversi – ha risposto -: il Forum delle associazioni familiari è un’associazione di associazioni che si riconoscono in un programma di sostegno alla famiglia, che ha risvolti sociali e quindi anche un’incidenza legislativa nel chiedere alcune leggi a favore della famiglia stessa. L’associazione Scienza e Vita è un’associazione di persone credenti e non credenti che attorno al rispetto della vita promuovono un dibattito pubblico e quando è il caso anche una mobilitazione come nel caso del referendum sulla legge 40”. Circa Retinopera mons. Betori ha detto che “è un luogo di riflessione sulle problematiche ampie senza confine che toccano la vita sociale e politica del Paese, che vede unite sia associazioni sia persone del mondo cattolico per un confronto comune, da cui non necessariamente esce anche una proposta di azione. Sono tre realtà del mondo cattolico per promuovere un’azione sociale ispirata evangelicamente”.


CEI: MONS. BETORI, “LA CHIESA NON HA PAURA DI DIMOSTRARE LA VERITÀ”

"La Chiesa non ha paura di dimostrare la verità” e “non resta inerte” di fronte ad accuse su presunti scandali: al contrario “agisce sia sul versante preventivo, sia su eventuali questioni che riguardano i suoi membri”. Con queste parole mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, ha risposto oggi alle domande dei giornalisti sul presunto coinvolgimento della diocesi di Firenze in scandali a sfondo sessuale. “Si tratta solo di accuse e notizie circa l’apertura delle indagini”, ha precisato: “Non abbiamo ancora ascoltato né la difesa, né c’è stato un giudizio. Trarre sentenze sembra perlomeno incauto, a meno che non si voglia far passare nell’opinione pubblica una condanna preventiva senza fondamento”. “Abbiamo fiducia nei nostri vescovi – ha proseguito Betori – e siamo convinti che abbiamo tutti gli elementi per dimostrare l’infondatezza delle accuse”. Quanto alla “fretta di arrivare ad una sentenza”, bisogna “interrogarsi su a chi giova non ricercare la verità”. Non certo alla Chiesa, visto che “l’unica sentenza su don Cantini l’ha emessa la Chiesa fiorentina, che oggi sembrerebbe sotto accusa” e che all’epoca in cui sono emersi i fatti “ha subito istruito un processo ed emesso una sentenza”. L’azione della Chiesa è sia “preventiva” che mirata, poiché “i vescovi hanno tutte le indicazioni su come comportarsi riguardo ad eventuali questioni che riguardano i suoi membri”.


CEI: MONS. BETORI, “LA CHIESA GIUDICA I PARTITI NON SULLE APPARTENENZE MA SUI FATTI”

Alla domanda di cosa ne pensino i vescovi sui cattolici nel Partito Democratico, mons. Betori ha risposto: “I vescovi non hanno parlato del Partito democratico e credo non stia nelle loro competenze stabilire la natura del partito e chi può starci. I giudizi che la Chiesa dà in questi anni sono stati sempre non sulle appartenenze ma sui fatti, sulle scelte legislative, comportamentali, sugli orientamenti culturali. Su questo – ha osservato - penso che il Pd sarà giudicato dai vescovi come tutti gli altri partiti”. Un’altra domanda ha riguardato l’associazione “Noi siamo Chiesa” e l’incontro richiesto con mons. Bagnasco. Mons. Betori ha detto che “quest’incontro nelle intenzioni voleva essere un gesto di pura cortesia. In questo momento il presidente riceve un po’ tutti coloro che vogliono presentarsi a lui e scambiare una parola di confronto nel momento di inizio della sua presidenza. Devo dire, però, che le dichiarazioni che vengono rilasciate, almeno così come si stanno leggendo nelle agenzie, stanno caricando di significati impropri questo appuntamento, quasi che esso possa essere scambiato come un riconoscimento dell’associazione e su un riconoscimento impossibile della plausibilità delle loro richieste. Tutto ciò rischia di far saltare l’incontro”, ha concluso.


CEI: MONS. BETORI, “NESSUNA INTENZIONE” DI REVISIONE DELLA LEGGE 40

Una sentenza “in netto contrasto” con la legge 40 e con una sentenza della Corte Costituzionale “sul medesimo argomento”, che stabiliva l’esatto contrario. È il giudizio sulla sentenza del Tribunale di Cagliari, che ha dichiarato legittima la diagnosi preimpiantatoria, non consentita invece dall’impianto legislativo attualmente in vigore. Ad esprimerlo è stato oggi mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, che rispondendo alle domande dei giornalisti, nel corso della conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consiglio permanente dei vescovi italiani (Roma, 17-19 settembre), ha dichiarato: “Mi sembra molto strano che un giudice possa giudicare a prescindere da una legge e da una sentenza della Corte Costituzionale, ed emettere poi un giudizio che sconfessa sia la legge, sia la sentenza”. Di qui la necessità di chiedersi “quale logica ci sia dietro”. Interrogato, inoltre, in merito ad una eventuale revisione della legge 40, Betori ha commentato: “L’abbiamo sempre difesa, sia pure con le sue imperfezioni. Non abbiamo nessuna intenzione di ritornarci sopra”.


CEI: MONS. BETORI, “FEDELE E TOTALE APPLICAZIONE DEL MOTU PROPRIO SULLA MESSA IN LATINO”

“I vescovi italiani hanno accolto con gratitudine il Motu proprio del Papa per la reintroduzione della messa in latino a determinate condizioni”: questo il pensiero di mons. Betori, su una domanda posta oggi in conferenza stampa dai giornalisti circa presunte differenziazioni tra i vescovi nella ricezione del documento di Benedetto XVI. Al riguardo, il segretario generale della Cei ha detto che “i vescovi hanno sottolineato la fedele e totale applicazione secondo lo spirito del Motu Proprio, così come lo ha espresso il Santo Padre nella lettera di accompagnamento”. “Dal punto di vista dei vescovi – ha aggiunto - questo significa semplicemente applicarlo secondo lo spirito del Papa”. Dopo aver definito alcune ricostruzioni giornalistiche del dibattito interno su questo tema “non veritiere né per quanto riguarda i partecipanti né nelle finalità”, mons. Betori ha aggiunto che “mai è venuta da parte di nessun vescovo l’ipotesi di un intervento applicativo da parte della Cei”.

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Vedi anche:

Consiglio Episcopale Permanente (Roma, 17-19 settembre 2007): comunicato finale

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