25 settembre 2007

Messa Tridentina, Mons.Betori: la Chiesa italiana è fedele al Papa e respinge ogni tentativo di divisione


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Monsignor Betori smentisce i contrasti sull’applicazione del Summorum Pontificorum

ROMA, martedì, 24 settembre 2007 (ZENIT.org).- Il Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), monsignor Giuseppe Betori, ha smentito in maniera categorica che ci siano state divisioni tra i Vescovi circa l’applicazione del Motu proprio “Summorum Pontificorum” ed ha respinto la campagna di calunnie lanciata contro alcuni Vescovi italiani.

E' questo in sostanza quanto affermato dal Vescovo nel corso della conferenza stampa svoltasi a Roma il 25 settembre per la presentazione delle conclusioni del Consiglio Episcopale permanente della CEI.

Circa il confronto che, secondo alcuni giornali, si sarebbe verificato tra i Vescovi in merito all’applicazione del Motu proprio Summorum Pontificorum, monsignor Betori ha affermato che l’intenzione della CEI “è quella di una fedele e totale applicazione secondo lo spirito del Motu proprio così come lo ha espresso il Santo Padre nella lettera di accompagnamento. Da questo punto di vista l’applicazione deve avvenire secondo lo spirito indicato dal Santo Padre”.
“Mi permetto di dire – ha precisato Betori – che alcune ricostruzioni giornalistiche del dibattito interno non corrispondono a verità. Né per quanto riguarda i partecipanti al dibattito, inclusi o esclusi nel dibattito stesso”.
“Mai – ha sottolineato il Segretario della CEI – è stata sollevata l’ipotesi di un regolamento applicativo. Nessuno lo ha chiesto e mai questa ipotesi è stata fatta”.

Monsignor Betori ha spiegato che “nessun Vescovo è contro il Motu proprio, se c’è qualche Vescovo che rifiuta l’applicazione del Motu proprio esce dalla linea della Conferenza Episcopale Italiana ed anche dall’invito del Santo Padre”.

“Nel caso di Milano – ha continuato il Segretario della CEI – non si tratta di un rifiuto del Motu proprio perché le parrocchie che sono di rito romano lo applicano, ma non riguarda il rito ambrosiano. E’un problema di autonomia”.

Per quanto riguarda il problema dell’ampio spazio che alcuni episodi hanno avuto sulla stampa e che hanno coinvolto figure ecclesiastiche, monsignor Betori ha tenuto a specificare che “al momento risultano solo accuse circa aperture di indagini, non abbiamo ancora ascoltato né la difesa né c’è stato un giudizio”.
Per questo, ha aggiunto, “mi pare perlomeno incauto trarre delle sentenze, a meno che non si voglia far passare per l’opinione pubblica una condanna preventiva senza fondamento”.
“Noi abbiamo fiducia nei nostri Vescovi – ha quindi sostenuto –, oggetti di queste accuse e siamo convinti che loro hanno tutti gli elementi per dimostrare l’infondatezza dell’accusa”.
“La fretta a trovare la sentenza fa sorgere un interrogativo, a chi giova non ricercare la verità, noi Chiesa non abbiamo paura della verità anche su queste cose”, ha poi affermato.
Circa i movimenti di protesta anti-politica che attraversano l’Italia, monsignor Betori ha detto che i Vescovi sono preoccupati dalla “fragilità del Paese”, dovuta alla perdita di un “ethos collettivo” ma “non sentono di dover cavalcare un'onda di antipolitica” perchè “la Chiesa ritiene la politica uno strumento essenziale della vita sociale, e per questo richiede sempre maggiore partecipazione e coerenza all’interno di una vita politica che va rigenerata”.
Il Segretario della CEI ha riportato che i Vescovi hanno “la percezione della esistenza di una malattia sociale dell'ethos condiviso” e di “un problema soprattutto culturale”, per questo ritengono che “la Chiesa e la tradizione cattolica vadano valorizzate e non demonizzate nel dibattito pubblico per rispondere a questo problema”.
Riguardo alla sentenza del Tribunale di Cagliari in merito alla diagnosi pre-impianto per una coppia di talassemici, monsignor Betori ha chiarito che “appare in netto contrasto con la legge 40 e con l'interpretazione della stessa Corte Costituzionale”.
Successivamente, in merito al previsto incontro della CEI con esponenti del movimento “Noi siamo Chiesa”, monsignor Betori ha detto: “Quest’incontro, nelle intenzioni, voleva essere un gesto di pura cortesia, in questo momento il Presidente riceve tutti quelli che vogliono presentarsi a lui e scambiare un momento di confronto per la sua presidenza”.
“Devo dire – ha però osservato – che le dichiarazioni che vengono rilasciate alle agenzie stanno caricando di significati impropri questo appuntamento, quasi che esso possa essere scambiato con un riconoscimento dell’associazione e del riconoscimento impossibile delle loro richieste. Tutto ciò rischia di far saltare l’incontro”.
Infine, alla domanda su cosa pensano i presuli del nascente Partito democratico (Pd), e il monsignor Betori ha risposto: “I Vescovi non hanno parlato del Pd. I giudizi che la Chiesa ha dato in questi anni non sono stati dati sull’appartenenza ma sui fatti, su scelte legislative, su orientamenti culturali, su questi fatti il Pd sarà giudicato come qualsiasi altro partito o governo”.

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Come e' possibile che un documento papale si applichi ovunque tranne che a Milano? E questo vale solo per la liturgia? Credo sia un problema su cui sara' chiamata a pronunciarsi la commissione Ecclesia Dei. In ogni caso, da quello che intuisco, il documento di Mons. Manganini non puo' essere vincolante per le parrocchie che, in terra ambrosiana, adottano il rito romano.
E' gia' un punto fermo...
In tutto il resto dell'Italia (e del mondo) si applica quanto detto da Mons. Betori
:

“nessun Vescovo è contro il Motu proprio, se c’è qualche Vescovo che rifiuta l’applicazione del Motu proprio esce dalla linea della Conferenza Episcopale Italiana ed anche dall’invito del Santo Padre”

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Era proprio l'ora di farla finita con le discussioni sul Motu Proprio e di metterlo in prattica.
Cari amici sacerdoti, ad esempli di tanti sacerdoti del orbi, datevi da fare e imparate a dire con corretezza la Messa di Pio V, di Giovanni XXIII e del Concilio.
Perchè la questione del Motu Proprio non si chiude soltanto con la facenda dei Lefebvriani, come lo lascia chiaro Il Card. Ratzinger: http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2007/07/dal-libro-intervista-rapporto-sulla.html

mariateresa ha detto...

Vedrai che le spiegazioni arriveranno , cara Raffaella, anche per Milano. Sia detto con tutto il rispetto , il vescovo Tettamanzi non è mai sembrato un cuor di leone,quindi la posizione della diocesi deve nascere da una effettiva possibilità o confusione a livello giuridico.
Insomma un aggancio deve esserci.
Vedrai che una spiegazione arriverà.
Circa il DRINNNNN!!! è vero,cara amica,non c'è abitudine nei media cattolici a rispondere a colpo su colpo. Son abituati solo a commentare questo o quell'intervento, non ad argomentare in positivo o a sostenere a muso duro le proprie posizioni.Ci hanno pensato i fedeli dal basso e molto grazie a internet. Guarda il blog di Tornielli, nato da poco. Il poverino (è affettuoso) è sommerso di messaggi, c'è un grande bisogno di capire, di confrontarsi.
Guarda che è una gran bella cosa.Qualcuno che è esperto dei vari fenomeni di comunicazione sociale , prima o poi lo noterà.
E' come se ci fosse, silente,una comune consapevolezza che non bastano i giornali, anzi che la comunicazione è falsata. Gente che va a documentarsi da sola, che tira fuori le vecchie encicliche, i vecchi discorsi papali, che fa confronti e soprattuto tanta gente che legge alla fonte papa Benedetto. o il cardinale Ratzinger.
Non ricordo niente del genere, è la mia impressione,durante il pontificato precedente,nonostante i colpi bassi non mancassero, alcuni anche mefitici.
Se questo avviene, io credo che sia un bene e una grande risorsa.

Anonimo ha detto...

Insomma, ha smentito Tornielli per quanto riguarda le indiscrezioni uscite dal Consiglio permanente.
Inoltre ha dato ragione alla Curia di Milano, criticatissima anche su questo blog, perchè il Motu Proprio non riguarda il vecchio rito ambrosiano.
Spero che così finiscano le polemiche.

Anonimo ha detto...

Cara Mariateresa, se esistesse un timbro virtuale per le tue affermazioni, l'avrei gia' imbevuto di inchiostro :-)

mariateresa ha detto...

Evitiamo,caro Angelo,di correre subito a spiegazioni per i rispettivi gusti personali forse tranquillizzanti , ma non ancora esplicitate. C'è già abbastanza mercato turco sui giornali, non aggiungiamo noi buono a buano (per Luisa : cacca su cacca)

mariateresa ha detto...

sarebbe "buano a buano"
ehehehe

Syriacus ha detto...

Almeno, i Vescovi tedeschi, ora riuniti a Fulda, hanno preventivamente annunciato, per bocca del loro presidente Lehmann, che le loro 'linee guida' (indicative ma non vincolanti per le singole diocesi) saranno approvate domani o dopo, ed entreranno in vigore dal 1° ottobre.
(Fra l'altro c'è chi, come il vescovo di Erfurt, già paventa casi "in cui metà della comunità dovesse preferire il vecchio rito, o addirittura la maggioranza"... Intanto però il Cardinal Lehmann minimizza assicurando che "le richieste del vecchio rito non sono aumentate in maniera apprezzabile rispetto ad un sondaggio dello scorso anno"...)

Luisa ha detto...

Cara Mariateresa ho intitolato il mio libricino
" I fiorellini di Mariateresa" ...ringrazio Melloni, Politi, Ingrao, il card.Tettamanzi, Socci, don Farinella, e tutti coloro che sono una fonte ineusaribile d`ispirazione per per la nostra amica che poi ci delizia !
Purtroppo in un senso, per fortuna nell`altro prevedo che il mio libricino avrà dei bei giorni davanti a lui, e si riempirà....si riempirà....

michele ha detto...

Incomincio ad avere dei dubbi seri sul mio stato di salute, sono io che non capisco Nogaro o Nogaro non è un vescovo cattolico che appartiene alla conferenza episcopale italiana?

Anonimo ha detto...

Si, non si parla di vecchio rito ambrosiano nel Motu Proprio, ma si vogliamo stare alla lettera, parla dei sacerdoti milanesi, inquanto sono sacerdoti di RITO LATINO, o sia, per capirci, stanno sotto il Diritto Canonico Latino, quindi non sono di rito orientali.
Quindi, il Motu Proprio dice che tutti i sacerdoti cattolici latini hanno il DIRITTO di celebrare anche con il Vecchio Ordo Romano del 1962.

Art. 2. Nelle Messe celebrate senza il popolo, ogni sacerdote cattolico di rito latino, sia secolare sia religioso, puo' usare o il Messale Romano edito dal beato Papa Giovanni XXIII nel 1962, oppure il Messale Romano promulgato dal Papa Paolo VI nel 1970, e cio' in qualsiasi giorno, eccettuato il Triduo Sacro. Per tale celebrazione secondo l'uno o l'altro Messale il sacerdote non ha bisogno di alcun permesso, ne' della Sede Apostolica, ne' del suo Ordinario.

Art. 3. Le comunita' degli Istituti di vita consacrata e delle Societa' di vita apostolica, di diritto sia pontificio sia diocesano, che nella celebrazione conventuale o ''comunitaria'' nei propri oratori desiderano celebrare la Santa Messa secondo l'edizione del Messale Romano promulgato nel 1962, possono farlo. Se una singola comunita' o un intero Istituto o Societa' vuole compiere tali celebrazioni spesso o abitualmente o permanentemente, la cosa deve essere decisa dai Superiori maggiori a norma del diritto e secondo le leggi e gli statuti particolari.

Art. 4. Alle celebrazioni della Santa Messa di cui sopra all'art. 2, possono essere ammessi - osservate le norme del diritto - anche i fedeli che lo chiedessero di loro spontanea volonta'.

Art. 5. § 1. Nelle parrocchie, in cui esiste stabilmente un gruppo di fedeli aderenti alla precedente tradizione liturgica, il parroco accolga volentieri le loro richieste per la celebrazione della Santa Messa secondo il rito del Messale Romano edito nel 1962. Provveda a che il bene di questi fedeli si armonizzi con la cura pastorale ordinaria della parrocchia, sotto la guida del Vescovo a norma del can. 392, evitando la discordia e favorendo l'unita' di tutta la Chiesa.
§ 2. La celebrazione secondo il Messale del B. Giovanni XXIII puo' aver luogo nei giorni feriali; nelle domeniche e nelle festivita' si puo' anche avere una celebrazione di tal genere.

Syriacus ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
francesco ha detto...

beh... spero che Tornielli legga le parole di Betori... e che certe uscite non le faccia più...
e giuro! non sono io che scrivo i discorsi di Betori, eh...
;-)

Luisa ha detto...

Sul suo sito Andrera Tornielli conferma il contenuto de suo articolo.
Sono sicura che Tornielli, giornalista che stimo particolarmente, ha detto la verità. Poi si può sempre discutere se dare spazio a tali dissensi faccia bene o no alla Chiesa.
Mons. Betori, ha cercato di smorzare, spegnere l`ardore di chi vorrebbe nutrire il fuoco della discordia.
Purtroppo, la verità è sotto i nostri occhi da mesi, non abbiamo scoperto niente di sensazionale, al massimo sono stata personalmente stupita di trovare il nome di Mons. Forte fra gli oppositori al documento del Papa, lui che mi sembra godere di particolare stima da parte di Benedetto XVI e che mi sembrava molto leale nei suoi confronti.
A me sembra che dire la verità, in generale non fa male,sopratutto quando è evidente, poi si può sempre confermare che, a parte queste voci discordanti su un punto preciso, i vescovi sono fedeli al Papa...e questa mi sembra essere la sola notizia che dovrebbe essere fedele alla verità, altrimenti, sì, potremmo porci tante, ma tante domande!

francesco ha detto...

ritengo che pensare che un vescovo si opponga al Papa perché pensi a governare l'applicazione di un decreto universale del Papa, che le parole di Betori sono sono un tentativo di smorzare (e dunque pensare che siano oggettivamente false...) mostri come la nostra fedeltà alla Chiesa sia molto debole...
io mi fido più di Betori e di Forte che di Tornielli... nonostante la mia stima per il suo lavoro di giornalista...
come dire io non sto con il Papa ma contro certi Vescovi, io sto col Papa e con i vescovi, magari anche a costo di non andare dietro a certi bravi giornalisti

Luisa ha detto...

La ringrazio Francesco di avere con la sua solita delicata superiorità ,stimato che la mia fedeltà alla Chiesa è debole. Secondo i suoi criteri lei ha senza dubbio ragione...ma mi permetta di dirle che i suoi criteri non sono sempre e solo i validi metri per misurare chi è fedele e chi non lo è !
Lei è libero di pensare quello che vuole, ciò che non condivido sono le sue solite e definitive sentenze su chi non la pensa come lei.....ma oramai su questo blog siamo abituati alle sue buone e cattive note distribuite ai poveri e debolucci allievi che siamo...talvolta non sempre!

euge ha detto...

Su tutta questa discussione solo un concetto desidero ribadire e lo farò fino a nausearmi AL PAPA SI DEVE OBBEDIENZA DA PARTE DI SACERDOTI, VESCOVI E CARDINALI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! SI PUO'NON ESSERE D'ACCCORDO MA, NON SI PUO' E NON SI DEVE DARE L'IMMAGINE DI UNA CHIESA CHE SI RIFIUTA DI OBBEDIRE AL SUO PASTORE!!!!!!!! Chiaro il concetto?????????!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Eugenia

Anonimo ha detto...

La cosa è più seria di quello che pensiamo. Legiamo quello che ha detto Paolo VI in 1972:


Riferendosi alla situazione della Chiesa di oggi, il Santo Padre afferma di avere la sensazione che «da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio». C’è il dubbio, l’incertezza, la problematica, l’inquietudine, l’insoddisfazione, il confronto. Non ci si fida più della Chiesa; ci si fida del primo profeta profano che viene a parlarci da qualche giornale o da qualche moto sociale per rincorrerlo e chiedere a lui se ha la formula della vera vita. E non avvertiamo di esserne invece già noi padroni e maestri. È entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere aperte alla luce. Dalla scienza, che è fatta per darci delle verità che non distaccano da Dio ma ce lo fanno cercare ancora di più e celebrare con maggiore intensità, è venuta invece la critica, è venuto il dubbio. Gli scienziati sono coloro che più pensosamente e più dolorosamente curvano la fronte. E finiscono per insegnare: «Non so, non sappiamo, non possiamo sapere». La scuola diventa palestra di confusione e di contraddizioni talvolta assurde. Si celebra il progresso per poterlo poi demolire con le rivoluzioni più strane e più radicali, per negare tutto ciò che si è conquistato, per ritornare primitivi dopo aver tanto esaltato i progressi del mondo moderno.

Anche nella Chiesa regna questo stato di incertezza. Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza. Predichiamo l’ecumenismo e ci distacchiamo sempre di più dagli altri. Cerchiamo di scavare abissi invece di colmarli.


http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/homilies/1972/documents/hf_p-vi_hom_19720629_it.html

euge ha detto...

Un'altro Papa già consapevole di ciò che stava accadendo e che con gli anni è progredito fino ad arrivare ai bellissimi risultati che oggi sono davanti ai nostri occhi!!!!!!!!!!!!!! Per questo dico sempre più con convincimento che ciò che doveva essere il Concilio Vaticano II inteso come miglioramento rimanendo nella tradizione, ha provocato soltanto un disastroso 68 clericale di cui oggi tutti paghiamo le conseguenze.
Ed ora ne sta facendo le spese una persona come Benedetto XVI che ha veramente a cuore il cammino della barca di Pietro e la sua unione e solidità; peccato che questo venga scambiato anche per chi dovrebbe aiutarlo, per un passo indietro per un ritorno alla tradizione che non viene vista come strada maestra sul quale camminare insieme e migliorare ma, soltanto come un medioevo oscuro e da criticare. Ricordiamoci che Paolo VI pur essendo stato un grande Papa che ha affrontato momenti difficili non era un Papa amato forse perchè anche lui, aveva il difetto, se si può definirlo così di dire le cose come stavano!!!!!!!
Ricordate le parole del Cardinal Tonini dopo l'elezione di Benedetto XVI????????? " Non commettiamo lo stesso errore che fu commesso con Paolo VI che aveva solo la colpa di non avere il volto di Giovanni XXIII e riferito a Benedetto XVI disse amiamo quest'uomo!!!!!!!!!" Cardinal Tonini le sue parole si sono rivelate profetiche come quelle di Paolo VI e come quelle scritte dal Cardinale Ratzinger per la Via Crucis del 2005 sulla sporcizia della chiesa!!!!!!!!!!!!!!!!
Eugenia

Anonimo ha detto...

Tornielli dice sempre la verità. Prendetevela con i vescovi dalla bocca larga e non con i giornalisti.

euge ha detto...

Cara Serena il tuo consiglio di prendersela con i Vescovi dalla bocca troppo larga ed io aggiungerei dalla disobbedienza facile, è giusto. E' vero che anche i giornalisti fanno la loro parte intante occasioni ma, in questo caso è veramente eclatante e inconcepibile ed inaccettabile il comportamento da parte dei vescovi.
Eugenia