18 ottobre 2007
Concistoro: lo speciale del Quotidiano Nazionale (finalmente si parla dei 50mila fedeli presenti all'udienza!)
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Ecco i nuovi cardinali Quattro sono italiani
La porpora nel Concistoro del 24 novembre
di DONATELLA BARBETTA
— CITTÀ DEL VATICANO —
PIAZZA San Pietro ieri era gremita: 50mila i fedeli presenti all’annuncio dei nuovi cardinali.
Il Papa — al secondo Concistoro — ha cambiato le regole e ha sforato il tetto di 120 cardinali elettori, cioè con meno di 80 anni e con diritto di voto in conclave, fissato da Paolo VI e derogato più volte da Giovanni Paolo II. Nominando i 18 nuovi principi della Chiesa, un eventuale Conclave diventa di 121 porporati. A questi si aggiungono cinque cardinali ‘over 80’: in tutto 23.
Benedetto XVI ha già scelto la data, il 24 novembre, per l’imposizione della berretta rossa. Quattro gli italiani: oltre all’attesa nomina di Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, tre curiali, Giovanni Lajolo, Angelo Comastri e Raffaele Farina. Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano, presidente della Fabbrica di San Pietro e arciprete della basilica vaticana, è noto al grande pubblico per aver guidato la veglia di preghiera, davanti a centomila persone, la sera del primo aprile 2005, vigilia della morte di papa Wojtyla.
HA VASTA esperienza internazionale Giovanni Lajolo, che dopo anni nella diplomazia vaticana è stato ‘ministro degli Esteri’ della Santa Sede dal 2003 al 2006, prima di giungere al vertice del Governatorato.
Il salesiano Raffaele Farina, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, ha alle spalle lunghi anni alla direzione della Biblioteca Apostolica Vaticana. Un po’ di sorpresa, infine, ha destato la mancanza, tra i nuovi cardinali, dell’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, la cui nomina era data tra le più probabili.
LA LISTA letta da Benedetto XVI si è aperta con Leonardo Sandri, argentino, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Poi l’americano John P. Foley, pro-Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; il tedesco Paul Joseph Cordes, presidente del Pontificio Consiglio ‘Cor Unum’; il polacco Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per il Laici. Seguono ancora Vicente Garcia-Gasco, arcivescovo di Valencia (Spagna); Sean Baptist Brady, arcivescovo di Armagh (Irlanda), Lluis Martinez Sistach, arcivescovo di Barcellona (Spagna); André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi; Theodore-Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar (Senegal); Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay (India); Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Monterrey (Messico); Daniel N. DiNardo, arcivescovo di Galveston-Houston (Stati Uniti); Odilio Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo del Brasile; John Njue, arcivescovo di Nairobi (Kenya).
IL PAPA ha elevato alla dignità cardinalizia «tre venerati presuli e due benemeriti ecclesiastici particolarmente meritevoli per il loro impegno al servizio della Chiesa». Sono Giovanni Coppo, nunzio apostolico; Urbano Navarrete, già rettore della Pontificia università Gregoriana; Umberto Betti, già rettore della Pontificia università lateranense; Estaniuslao Esteban Karlic, arcivescovo emerito di Paranà, Argentina; Emmanuel III Delly, patriarca caldeo-cattolico di Bagdad. Proprio con la porpora a Delly III, il Papa ha voluto non solo premiare una persona coraggiosa, che non ha mai abbandonato il suo posto nella capitale irachena, ma anche tributare solidarietà e sostegno a tutta la comunità dei cristiani in Iraq, la cui sopravvivenza è sempre più a rischio.
© Copyright Quotidiano Nazionale, 18 ottobre 2007
• IL COMMENTO
BENEDETTO XVI PER DECIDERE HA USATO IL BILANCINO
di Paolo Francia
PAPA Ratzinger lo si diceva indisponibile a infrangere il limite di 120 cardinali elettori in un eventuale Conclave e li porta a 121, fissando il concistoro al 24 novembre, il giorno dopo l’esclusione dell’ex-segretario di Stato Angelo Sodano, ottuagenario il 23. Ma ne resta uno di troppo e i componenti attuali e i destinati toccano ferro; solo la scomparsa di uno di loro nei prossimi 38 giorni consentirebbe a Benedetto XVI di rispettare la regola imposta da Paolo VI, della quale papa Wojtyla più volte si era disinteressato, andando fino a 135 cardinali elettori.
GLI È che il Papa aveva l’abito stretto perché troppe diocesi importanti reclamavano il cardinalato né Benedetto XVI poteva escludere alcuni uomini di curia. Per le prime, soprattutto Parigi con l’arcivescovo Andrè Vingt-Trois nominato nel febbraio 2005, Barcellona (dove Lluis Martinez Sistach è lì dal giugno 2004), Armagh, tradizionale diocesi cardinalizia dell’Irlanda (Sean Baptist Brady), San Paolo (Odilo Pedro Scherer), oltre a Monterrey in Messico, Bombay e le africane Dakar e Nairobi.
NELLA NORMA anche la scelta di Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ma porporato perché arcivescovo di Genova. Inedite, semmai, le scelte di Valencia in Spagna e Houston negli Stati Uniti.
Fra i curiali l’argentino Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le chiese orientali, il polacco Stanislaw Rylko (bocciato’ la volta scorsa) e il tedesco Jozef Cordes, amico personale del Papa impegnato in questi giorni in una missione presso il patriarca di Mosca Alessio II.
TRE GLI ITALIANI tra i curiali: Giovanni Lajolo, Angelo Comastri e Raffaele Farina. Infine, un omaggio di fine carriera per lo statunitense John P. Foley, responsabile delle comunicazionui per lunghi anni. Rispetto ai vescovi residenziali (undici), forse troppi i curiali (sette) ma il Papa è vissuto in Curia vent’anni e non poteva dimenticare quanti, come Sandri, Lajolo, Foley e Rylko avevano lavorato con papa Wojtyla. Benedetto XVI ha adoperato il bilancino. Alla perfezione. E dovrà farlo anche in futuro.
© Copyright Quotidiano Nazionale, 18 ottobre 2007
Gli è che? Non credo sia un'espressione grammaticalmente accettabile :-)
Mi piacerebbe che i giornalisti avessero un po' piu' di rispetto per il Papa ed i cardinali. Non e' la prima volta che Francia cade sul "toccare ferro"!
R.
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