18 ottobre 2007

I "tre Marini" (l'ex, il successore ed il graffiatore) ed il concistoro di novembre


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Vaticano una lettera e una nota in stesura

Trinum non semper perfectum est

Il valzer dei Marini e il nuovo concistoro

di Paolo Rodari

I tre Marini stanno lavorando in questi giorni di buona lena nei loro rispettivi uffici in Vaticano. Marini I, ovvero l'ex cerimoniere papale monsignor Piero, ha da poco battezzato in grande stile il suo arrivo alla guida dei congressi eucaristici internazionali. A tagliare il nastro il giorno del suo ingresso nel pur piccolo e modesto ufficio c'era (misteri d'oltre Tevere) niente meno che il segretario di Stato Tarcisio Bertone. Una grande "intronizzazione", dunque, nonostante il nuovo incarico non sia, almeno sulla carta, così impegnativo.

La lettera di Marini I

E sì che Marini I aveva già battezzato a dovere il suo nuovo compito: con una iniziativa inedita - e cioè con una lettera spedita via posta interna ai superiori maggiori dei dicasteri della curia romana - egli aveva enucleato tutti i successi raggiunti in questi venti anni di guida delle cerimonie papali, venti anni di strenuo difensore, in campo liturgico, della fedeltà allo "Spirito" del Vaticano II.

Marini II il successore

Da Marini I a Marini II il passo è immediato. Entrambi, infatti, ovvero monsignor Piero e il suo successore alla guida delle cerimonie papali, e cioè il genovese monsignor Guido, si incontreranno domenica prossima per un televisivo passaggio di consegne. Entrambi saranno accanto al Papa (come una comparsa tra i due) in occasione della celebrazione eucaristica che egli terrà in piazza del Plebiscito a Napoli. Due cerimonieri, dunque, per un solo Pontefice.
Non sarà comunque domenica - c'è ancora parecchio tempo da aspettare - il momento in cui Ratzinger celebrerà in pubblico la messa con l'antico rito di San Pio V. Marini II, comunque, è già in allerta ma pare che principalmente per ragioni organizzative ancora diverse settimane debbano passare prima del grande evento.

I graffi di Marini III

È in questi giorni, inoltre, che Marini III, ovvero monsignor Mario, segretario aggiunto della pontificia commissione Ecclesia Dei, sta raccogliendo dalle diocesi del mondo tutte le lettere di protesta di fedeli e sacerdoti in merito alla mancata applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum .

In vista, c'è la stesura di una nota in cui si vuole ribadire l'importanza delle disposizioni papali e la definizione di alcuni aspetti da tenere presenti per la corretta celebrazione con l'antico rito, celebrazione che deve essere concessa a chi lo desidera senza possibilità di rifiuto.

Le tre sedi bocciate

Nei sacri palazzi, in attesa del viaggio apostolico a Napoli, fanno molto discutere le berrete cardinalizie che il Santo Padre ha voluto concedere ieri a diversi presuli. Oltre all'esclusione (anticipata su queste colonne) di monsignor Paolo Romeo, sono state notate le tre sedi cardinalizie che il Pontefice ha lasciato fuori dal suo secondo concistoro: Washington, Dublino e Varsavia.
Donald William Wuerl, arcivescovo di Washington, pensava di avercela fatta. E, invece, complice probabilmente il numero troppo elevato di cardinali presenti sulla West Coast e complice, inoltre, il cardinale emerito della stessa Washington, Theodore Edgar McCarrick, che senz'altro ben altra visibilità mantiene rimanendo l'unico presule della capitale degli States presente nel collegio cardinalizio, la cosa non è passata.
L'arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, ha invece pagato mesi di governo non certo eccellenti, uniti a un carattere forse troppo forte e poco morbido, il che lo ha reso inviso a buona parte del clero locale.
Quanto a Varsavia, la mancata berretta concessa all'amatissimo monsignor Kazimierz Nycz ha avuto il sapore di una vittoria del cardinale di Cracovia, ed ex segretario di Wojtyla, monsignor Stanislaw Dziwisz.

© Copyright Il Riformista, 18 ottobre 2007

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