22 ottobre 2007
Il menù, la disposizione dei posti a tavola ed i camerieri che intonano «’O sole mio»
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L’INCONTRO
Solo acqua liscia e succo d’arancia per Benedetto XVI Unico «strappo»: il limoncello del cardinale
SALVO SAPIO
La pace, il dialogo, la condivisione. Gli ingredienti del meeting interreligioso diventano il sale del pranzo ufficiale organizzato nel cortile del Seminario arcivescovile a Capodimonte. Venticinque tavoli da dieci posti collocati sotto un gazebo con un rigido cerimoniale ad assegnare i posti degli illustri ospiti. Seduti accanto a Benedetto XVI c’erano il Patriarca ecumenico, arcivescovo di Costantinopoli, Bartolomeo I; il fondatore dell’università degli Emirati arabi uniti, Ibbrahim Ezzeddin; il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese, Samuel Kobia; l’arcivescovo ortodosso di Cipro, Crisostomo II; l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe; il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi; il catholicos degli Armeni, Aram I; il rabbino capo di Israele, Yona Metzger e l’arcivescovo di Canterbury, primate anglicano, Rowan Williams. Ad un tavolo vicino, con il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, il presidente del Consiglio, Romano Prodi, l’ex presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, il presidente della Regione, Antonio Bassolino. Dall’altra parte, con il presidente del Pontificio consiglio per la Giustizia e la Pace, cardinale Renato Raffaele Martino, tra gli altri, i ministri Clemente Mastella e Luigi Nicolais. Un’ora e un quarto per apprezzare le portate che hanno meritato il pubblico plauso del Pontefice. Alla fine, infatti, è arrivato da Benedetto XVI il ringraziamento per il «cibo buono e gustoso» ma, anche e soprattutto, un messaggio augurale per il meeting interreligioso. Parole non formali destinate agli ospiti e al cardinale Sepe, «la riconoscenza per questa splendida accoglienza che è nello stile dell’immutata, tipica simpatia dei napoletani». Di napoletano, però, il menu non aveva moltissimo. Papa Ratzinger non gradisce, infatti, il pesce e per questo sono state bandite le tradizionali pietanze «di mare». Antipasto con fagottini di melanzane con crema al formaggio e mozzarelline di Aversa; primo con stringoli conditi con pomodorini del Vesuvio e cialda di parmigiano; la seconda portata è stato un medaglione di vitello con patate gratinate. Incursione partenopea per i dolci con una bavarese di ricotta e pere accompagnata da delizie al limone, dolce preparato dal pasticciere sorrentino Antonio Cafiero. Il Pontefice non ha bevuto, come suo costume, il vino che accompagnava le portate (Casavecchia e Pallagrello della casa Alois), ha rifiutato il caffè mentre ha voluto assaggiare il limoncello offerto personalmente dal cardinale Sepe. Durante il pranzo, ad accompagnare le pietanze, il Papa ha bevuto acqua minerale (rigorosamente liscia) e una spremuta d’arance. «Tutto si è svolto in un clima che vorrei definire familiare - racconta don Antonio Serra, direttore del Seminario - ed è stato bello condividere idee con commensali di diversa provenienza e formazione». Atmosfera serena e complimenti anche per l’organizzazione del pranzo, curata dalla A&CPrivate Tifata Resort di San Prisco, in provincia di Caserta. «Abbiamo preparato un pranzo per 800 persone divise in più ambienti - spiega il proprietario Giuseppe Esposito - con la curiosità dei 12 menu speciali predisposti per gli ospiti di religione ebraica». Lo stesso Papa, dopo aver scoperto una lapide in ricordo dell’evento, ha voluto personalmente ringraziare lo staff del ristorante casertano. Foto con tutti i camerieri (36 in tutto), le sedici hostess, i sommelier, i tre maitre (Vincenzo Esposito, Luigi Basilisco e Gaetano Avellano), il direttore di sala Giuseppe Lisi, lo chef Raffaele Esposito. «Servire il Papa - afferma Gaetano Avellano - è stata un’esperienza unica, indescrivibile». Emozioni e sorrisi, i tanti che Benedetto XVI ha rivolto ai camerieri che l’hanno salutato intonando «’O sole mio». Che diluviasse era un particolare, la festa è stata vera.
© Copyright Il Mattino, 22 ottobre 2007
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7 commenti:
cara Raffaella, ancora grazie per il tuo lavoro di documentazione che è stato veramente massiccio. Io credo , lo dico ancora una volta, che possiamo essere sereni e soddisfatti. Di lati positivi e costruttivi da segnalare in questa trasferta a Napoli ce n'erano tanti a volerli vedere e vedo che i commentatori che lo hanno fatto non mancano. E io ne sono contenta e per Napoli e per il Santo Padre.
Carissimi, nessuno qui mi conosce.
Il giorno dopo la visita del papa a Napoli ho voluto dare uno sguardo ai siti che ne parlavano ovviamente tanti. E tra questi ho trovato questo davvero interessante. La giornata di ieri è stata certamente una festa, ma il problema è che dietro a questa festa si nascondono cose che nessuno sa nè osa immaginare. In poche parole vorrei ricordare a tutti quelli che sono interessati che ieri vicino al papa ci sono state persone immeritevoli, come alcuni preti, non vi dico i seminaristi, parecchi omosessuali e di conosiuta fama. Il fatto grave è che da tempo si conoscono i gravosi fatti accaduti all'interno del seminario di Capodimonte come in parecchie parrocchie della Diocesi. Il Cradinale Giordano ha sempre fatto tacere il tutto. Speriamo che il nuovo vescovo sia più attento a chi permetterà di accedere agli ordini sacri. Persone con gli scheletri negli armadi erano presenti anche quando il papa si è recato al Duomo per venerare le reliquie...diciamo vestiti di viola...per non parlare poi della bella sfilata di signorine che hanno prestato il loro servizio liturgico al papa e che nei prossimi anni diventeranno preti perchè protetti dal sistema e raccomandati....beh che dire....speriamo solo venga fatta pulizia...e che queste persone vengano aiutate per vivere una vita serena e non distruggere quella degli altri e creare scandali nella nostra amata città.
Un saluto a tutti.....chi vuole può commentare ciò che ho detto con tutta libertà....sikuro di aver detto tt verità....ciao
Grazie a tutti voi :-)
Hai ragione: la descrizione sul "luogo" e' molto diversa dalla descrizione dei giornaloni...
Non abbiamo modo di controllare cio' che dice Anonimo che quindi si assume ogni responsabilita'...
Non mi impressiona in nessun senso il discorso di Anonimo.
Per alcuni poi il cardinale Giordano non era affatto quel Frankestein che è stato dipinto (vi ricordate Vladimir?). Schifezze varie possono esserci in tutti i posti, quindi anche a Napoli, ma il tono del discorso in generale, con tutto il rispetto, non mi piace e mi pare stonato.
Quanto ai giornaloni , Raffaella, una mia carisssima amica di matrice politica molto ortodossa nello stile di Repubblica, mi ha dato la sua chiave di lettura , cui io proprio non avevo pensato (me ingenua!!!) "Il Papa non doveva stringere la mano a Mastella, è insopportabile". Hai capito? E' qui il problema.
A Prodi sì, ma a Mastella è considerato un affronto inconcepibile. Certo che se Luisa legge crederà che noi italiani siamo matti.
Beh, un po' lo siamo...eheehehehehe
Interessante chiave di lettura: il Papa puo' stringere la mano a chi diciamo noi...
a me invece rassicura che il Papa sia libero di parlare di pace e di precariato così come di rispetto per la vita e la famiglia e che stringa la mano a chiunque desideri parlargli di persona. Chi lo snobba, invece, puntualmente sale in cattadra a giudicare e sproloquiare a distanza
E poi sarebbe lui, il freddo, l'intollerante oscurantista...
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