5 ottobre 2007

Il Papa alla figlia dell'Ambasciatore d'Italia in Vaticano: abbiamo lo stesso nome!


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L’ambasciatore: «Significativo che abbia sottolineato le convergenze fra Italia e Santa Sede»

Zanardi Landi: un invito a guardare avanti insieme

DA ROMA

SALVATORE MAZZA

Un discorso «molto positivo ». Tutto «proiettato in avanti» a indicare «un lavoro da fare insieme».
Sono le prime battute, a caldo, con cui Antonio Zanardi Landi, nuovo ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, commenta il discorso che Benedetto XVI gli ha indirizzato ieri mattina, nell’udienza riservatagli in occasione della presentazione delle lettere credenziali.

Parole «importanti», insiste il diplomatico, per il quale «è significativo come il Pontefice abbia voluto sottoli- neare i punti di convergenza tra l’Italia e la Santa Sede, anche in ambito internazionale».

Che cosa l’ha più colpita, in prima battuta, del discorso di Papa Ratzinger?

Difficile da dire, gli spunti sono molti. Mi è sembrato un discorso, per così dire, «importante», sul quale sarà di certo necessario riflettere con calma, e a lungo. Mi ha molto colpito la positività delle parole del Pontefice, che ha voluto porre in rilievo le consonanze tra Italia e Santa Sede; è molto bello, per esempio là dove auspica che la «collaborazione tra tutte le componenti» dell’Italia non solo contribuisca a custodire gelosamente l’eredità culturale e spirituale del Paese, ma sia di stimolo «a ricercare vie nuove per affrontare in modo adeguato le grandi sfide che contrassegnano l’epoca post-moderna».

Perché l’ha colpita proprio questo passaggio in particolare?

Perché mi sembra che indichi un lavoro da fare assieme. È un guardare in avanti, quello del Papa , che coinvolge anche quei temi internazionali in cui l’Italia, come la Santa Sede, è fortemente impegnata: penso al richiamo al 60° anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, e quindi alla difesa e alla promozione di questi diritti, o all’impegno per la pace. Mi sembra, lo ripeto, uno sguardo positivo di grande interesse e importanza.

La domanda forse è poco diplomatica, ma posso chiederle che impressione le ha fatto, di persona, Benedetto XVI?

Trovarsi dentro al più solenne cerimoniale che esiste al mondo è qualcosa che sorprende sempre, non posso negarlo. Ecco, in tutto questo mi ha colpito la grande semplicità del Papa , il suo modo di fare così accogliente e incoraggiante che mette a proprio agio l’interlocutore, così come il modo di scherzare con i bambini.
Come quando s’è rivolto a mia figlia, che si chiama Benedetta, dicendole: «Ma lo sai che abbiamo lo stesso nome?».


© Copyright Avvenire, 5 ottobre 2007

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