20 ottobre 2007

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L´intervista

Il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, alla vigilia della visita del Papa nel capoluogo campano

Lavoro, l´allarme dell´arcivescovo "Il precariato dà forza alle mafie"

"Andare incontro alla voglia di riscatto dei giovani, non solo napoletani"

ORAZIO LA ROCCA

NAPOLI - «Andare incontro alla voglia di riscatto dei giovani, non solo napoletani, con la lotta alla disoccupazione e al lavoro precario. E, nello stesso tempo, aiutare il Meridione a liberarsi di mafia, camorra, ingiustizie sociali». Alla vigilia dell´arrivo di papa Ratzinger a Napoli, parla l´arcivescovo della città, il cardinale Crescenzio Sepe. E rilancia, per molti versi, i temi sul lavoro sollevati dal messaggio inviato da Benedetto XVI alla Settimana Sociale della Cei aperta a Pistoia.

«La presenza del Santo Padre in mezzo a noi - dice il porporato - è un dono e un incoraggiamento per risollevare le sorti di una città meravigliosa spesso costretta dal pessimismo e dalla sfiducia a restare ripiegata su se stessa».

Cardinale Crescenzio Sepe, ma in concreto cosa può fare la Chiesa per un tema così preoccupante come la disoccupazione giovanile?

«La disoccupazione è una grave questione che affligge Napoli e tutto il Meridione e che spesso spinge a nuove emigrazioni depauperando le nostre regioni di fresche energie, di forza lavoro, di intelligenze, di professionalità. Contro questo rischio di assistere ad un pericoloso invecchiamento della società meridionale, la Chiesa è pronta a lanciare la sua sfida dalla parte dei giovani, condividendo ansie ed aspirazioni, sollecitando iniziative concrete e realizzabili. Come dimostra il programma realizzato in sinergia con il ministro dell´Innovazione, Luigi Nicolais, per formare i giovani, soprattutto nelle zone più esposte al disagio sociale, alla telematica e all´uso di Internet, mobilitando le parrocchie delle aree più a rischio. I laboratori avviati sono quasi 50. Ma presto arriveremo a 100».

Altra piaga di Napoli e del Meridione è la criminalità organizzata. Cosa può fare la Chiesa?

«La Chiesa di Napoli è fortemente impegnata nella lotta ad ogni forma di violenza, di sopruso, di prevaricazione, di ingiustizia e di prepotenza sui più deboli, dando voce a chi non ha voce, predicando il Vangelo e richiamando tutti all´etica della responsabilità. La venuta del Santo Padre sarà di incoraggiamento e di sostegno, fortificandoci nella fede ed invitando a non piegarsi, a reagire al male, a fare sempre di più e meglio. Sappiamo bene quanto lavoro ci aspetta e quanto arduo sia il percorso, ma ci conforta il saperci sorretti dalla premurosa attenzione e dall´amore del Papa, animati dallo spirito di Cristo e dalla forza della Parola».

Quali, a suo parere, i grandi mali che pesano sul Sud?

«I mali più deleteri sono scoraggiamento, sfiducia, rinuncia. Ma sono certo che Napoli e il Meridione sapranno rialzarsi e riscattarsi, perché sono ricchi di potenzialità e di risorse che aspettano di essere valorizzate. La Chiesa è pronta a battersi con tenacia perché prevalga la speranza e con essa la voglia di dimostrare il proprio valore, il che rappresenta la condizione principale ed essenziale per risalire la china e guardare al domani con motivata fiducia».

Lo scorso anno, che impressione ha avuto di Napoli arrivando dal Vaticano dove ha lavorato per oltre 20 anni?

«Ho trovato una città bella e piena di risorse, ma quasi demotivata, rassegnata e fiaccata dalle tante sofferenze e rinunce, ma pronta a tirare fuori enormi capacità, genialità e risorse sottoutilizzate o inespresse. Una città che sa amare e che vuole essere amata, una città dal forte desiderio do sperare, di segnare una svolta, di dimostrare il suo valore. A fronte di questa realtà si è posta una Chiesa viva, presente, attiva, rappresentata da preti di particolare saggezza e di impareggiabile zelo, nonché da un laicato ben motivato, serio e qualificato che sanno stare con la gente, capirne i bisogni, condividerne gli obiettivi e i percorsi, aiutarla a credere nelle proprie capacità e nella possibilità di realizzare il cambiamento».

© Copyright Repubblica, 20 ottobre 2007


Alla vigilia dell´arrivo di Benedetto XVI, l´arcivescovo esorta le forze politiche e sociali a combattere la disoccupazione

Sepe: "Una Casa per i giovani"

Il cardinale al Papa: "Napoli è pronta a risorgere"

ORAZIO LA ROCCA

«La nostra città è pronta finalmente a risorgere». Suona la carica il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe alla vigilia dell´arrivo di Benedetto XVI, che sarà accolto in piazza Plebiscito con 14mila orchidee, gerbere e crisantemi. Oggi alle 11.45, nel palazzo arcivescovile, il porporato parlerà della visita papale e dell´Incontro interreligioso della Comunità di Sant´Egidio. Ieri ha scritto una lettera aperta nella quale chiede alla città di «reagire» e di «essere consapevole delle sue enormi risorse». In particolare, Sepe invita «credenti, non credenti e uomini di buona volontà» a liberare le forze vive napoletane «per risollevare le sorti di un popolo meraviglioso e di una comunità civile ed economica spesso costretta dal pessimismo ad essere prigioniera solo dei suoi fallimenti». E la Chiesa, fa capire il porporato, è pronta a fare la sua parte con una serie di iniziative «concrete», concepite per rilanciare il lavoro giovanile, in collaborazione col governo, e per andare incontro alle esigenze di studenti meno abbienti, attraverso la costruzione di una casa di accoglienza universitaria. Senza, tuttavia dimenticare i problemi dei sacerdoti anziani. «Per celebrare e ricordare nel tempo questo grande evento della presenza di Benedetto XVI a Napoli, e nel giorno che segna anche l´avvio di un grande Incontro interreligioso internazionale di preghiera per la pace, realizzeremo - anticipa il cardinale Sepe a "Repubblica" - una Casa dello Studente per accogliere e assistere i giovani più bisognosi ed anche i fuori-sede più meritevoli, ed una Casa del Clero per ospitare i sacerdoti anziani, soli, ammalati, allettati. Si tratta di un doveroso atto di omaggio al Sommo Pontefice e di testimonianza dell´affetto e della gratitudine che gli portiamo per aver voluto scegliere Napoli come prima grande diocesi italiana da visitare». Con altrettanta determinazione, la diocesi napoletana si muove per combattere camorra e ingiustizie sociali: «La Chiesa di Napoli - sono parole del cardinal Sepe - è fortemente impegnata nella lotta ad ogni forma di violenza, di sopruso, di prevaricazione, di ingiustizia e di prepotenza sui più deboli, dando voce a chi non ha voce, predicando il Vangelo e richiamando tutti all´etica della responsabilità. La venuta del Santo Padre sarà di incoraggiamento e di sostegno, fortificandoci nella fede ed invitando a non piegarsi, a reagire al male».
Ma la gerarchia ecclesiale napoletana sa pure che una delle piaghe più dolorose da estirpare è la disoccupazione, «specialmente - puntualizza il cardinale - quella giovanile, una grave questione che affligge Napoli e tutto il Meridione e che spesso spinge a nuove emigrazioni depauperando le nostre regioni di fresche energie, di forza lavoro, di intelligenze, di professionalità». Per far fronte a questo problema, «la Chiesa di Napoli - annuncia ancora il cardinale - agendo in sinergia con il ministro dell´Innovazione, Luigi Nicolais, ha pensato di formare dei giovani, soprattutto nelle zone più esposte al disagio sociale, aprendoli alla telematica e all´uso di Internet». Sono già una trentina i laboratori di informatica avviati nelle parrocchie. Ma presto saranno un centinaio. Oggi intanto i primi arrivi del meeting. Tra cui Chrysostomos II, arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro.

© Copyright Repubblica (Napoli), 20 ottobre 2007


Percorso di 28 chilometri da Caserta a Napoli contro la Bossi-Fini. Con l´appoggio della diocesi

Nogaro benedice la marcia degli immigrati

Partiranno questa notte da Caserta e marceranno per 28 chilometri, così da essere a Napoli domani mattina, in tempo per la visita di Papa Benedetto XVI. Così, con l´appoggio di associazioni, esponenti politici e della Caritas del capoluogo di Terra di Lavoro, gli immigrati manifesteranno per chiedere una sanatoria ed il rispetto dei diritti. L´iniziativa è stata promossa dal Movimento Immigrati e Rifugiati di Caserta. «La legge Bossi-Fini - si legge in una nota - è ancora in vigore e continua a provocare il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei migranti aggravando la condizione di irregolarità e la perenne invisibilità dovuta all´aspetto repressivo dell´impianto legislativo e all´inesistenza di una legge organica in materia di asilo politico. I migranti non sono considerati uomini, donne e bambini in carne ed ossa, soggetti che vogliono vedere riconosciuti i propri diritti di cittadinanza sociali e politici ma solo braccia, forza lavoro precaria e sottopagata».
Nel documento che rende note le motivazioni poste alla base della protesta si osserva inoltre che «anche la situazione dei migranti regolari è peggiorata. Infatti invece di accelerare il passaggio delle competenze dalle questure agli enti locali affinchè il permesso di soggiorno divenga una semplice certificazione amministrativa, da circa un anno assistiamo al fallimentare accordo tra il ministero dell´Interno e le Poste che impone per il rinnovo del permesso di soggiorno il pagamento di 72 euro rivelandosi solo un grande affare per le Poste senza alcun beneficio per l´utenza, visto che il nuovo sistema ha comportato un notevole allungamento dei tempi per rinnovare i permessi di soggiorno». La Caritas diocesana di Caserta ha dichiarato il suo «totale e incondizionato» appoggio alla manifestazione. Il vescovo monsignor Raffaele Nogaro è impegnato da tempo in prima persona proprio per chiedere il rispetto dei diritti degli immigrati. Un altro tema, dunque, che farà da sfondo alla prima visita di Papa Benedetto XVI a Napoli.

© Copyright Repubblica (Napoli), 20 ottobre 2007

La politica si lascia a casa, Eccellenza, per una volta!
R.


LA SCHEDA

Autobus e tram ecco la mappa

Domani, per la chiusura al transito di piazza Municipio, fino alle 12.30 circa, modificate le linee Anm: Alibus, tratta piazza Garibaldi-Aeroporto; R2 e 202, provenienti da corso Umberto: percorrono via Depretis, via De Gasperi, Portosalvo, via Marina, corso Garibaldi e proprio percorso; R3 e C4, provenienti da piazza Vittoria: percorrono via Arcoleo, tunnel Vittoria, via Acton, via Console, Santa Lucia, via Chiatamone e proprio percorso; 1 e 4, esercite con autobus, e la linea 152 (dalle 7) provenienti rispettivamente da corso Garibaldi e via Volta, percorrono via Marina esterno corsia, Portosalvo (inversione di marcia), via Marina e proprio percorso. La linea 152 proveniente da Pozzuoli, limita il percorso a piazza Vittoria. Per la chiusura al transito di corso Amedeo di Savoia, via Pessina, piazza Museo, eccetera, dalle ore 7 alle 16.30: la linea R4 fino alle ore 7 limita il percorso a via Broggia; dalle 7 a piazza Lieti; dalle 12 percorre viale Colli Aminei, viale dei Pini; la linea R1: fino alle 7 limita al Museo; dalle 7 limita a via Imbriani.

© Copyright Repubblica (Napoli), 20 ottobre 2007


LA STORIA

Laurea in Scienze politiche, 28 anni: "Che conforto per me le parole del Pontefice"

Emanuele, vita da call-center "Io, un precario senza diritti"

DARIO DEL PORTO

«Quando ho letto le considerazioni del Papa sul precariato, ho pensato subito a una scelta non casuale, motivata proprio dalla sua imminente visita a Napoli. È un segnale forte, quello di Benedetto XVI, speriamo che possa aprire un dibattito altrettanto forte».

Emanuele ha 28 anni, una laurea in Scienze Politiche e un lavoro, precario, in un call center. Nella sua situazione, in Campania e in tutto il Mezzogiorno, si trovano migliaia di giovani tra i 25 e 35 anni.

Si aspettava l´intervento del Papa su una materia come questa?

«No, è la prima volta che la massima autorità religiosa interviene su questo tema che presenta risvolti veramente drammatici. Con un´occupazione come la mia, non c´è alcuna possibilità di ottenere non dico un mutuo per acquistare una casa, ma neanche un prestito per comprare un motorino. Naturalmente l´analisi di Benedetto XVI è più ampia, esamina soprattutto le ripercussioni sulla nostra società della mancanza di opportunità per i giovani. Ma per chi si trova nella nostra condizione, sono parole importanti».

In ufficio le avete commentate?

«Certo. Rispetto a prima, si sta creando tra di noi una maggiore coscienza collettiva. Nessuno chiede assistenza, ma diritti e oggi non abbiamo neanche i mezzi per conquistarli. Credo proprio che il Papa volesse riferirsi alle giovani generazioni del nostro Meridione che sono completamente abbandonate: non c´è lavoro e chi lo trova resta precario».

Lei ha lavorato sempre nei call center?

«No, ho prestato servizio per circa un anno nell´amministrazione di un´azienda, sempre con contratti a progetto della durata di tre mesi. In Campania, questa realtà riguarda la stragrande maggioranza dei giovani. Un terzo della nostra popolazione ha meno di 29 anni, siamo una delle regioni più giovani d´Europa. E il Papa ha voluto ricordare che, sul piano delle prospettive, senza un lavoro stabile non è possibile mettere su una famiglia, avere dei figli».

Servirà a qualcosa, l´iniziativa di Bendetto XVI?

«È sicuramente un segnale nuovo, senza precedenti. Io mi auguro che costituisca la spinta per aprire una discussione approfondita e poi individuare un percorso. Soprattutto, spero che da qui si possa partire per migliorare le condizioni di chi è costretto a vivere senza certezze».

© Copyright Repubblica (Napoli), 20 ottobre 2007

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