19 ottobre 2007

Di Giacomo: il Papa non benedice alcun partito!


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Non ha benedetto alcun partito

FILIPPO DI GIACOMO

Compagno Ratzinger? Non è il caso di scherzarci sopra. La maggiore difficoltà dei commentatori è di non focalizzare che il «magistero politico» di Benedetto XVI ha bisogno di tempo. Avrà la sua reale comprensione quando si saranno precisati i temi e gli interpreti che ancora mancano a quella «laicità compatibile» di cui l’Italia e gli altri Paesi dell’Ue hanno urgentemente bisogno. A Pistoia e a Pisa i mille del cattolicesimo sociale portano i frutti di lunghe riflessioni tratte da un’Italia che sarebbe ingiusto ritenere meno reale da quella rappresentata dalla politica. Perché, quando si vuole sottrarre al campo della morale universale parole impegnative come «libertà e felicità», illudendosi che possano germogliare meglio negli orticelli della politica, le intenzioni non bastano. Ci vogliono i fatti. Se proprio vogliamo vestire Benedetto XVI con una camicia politica, il suo messaggio al convegno di Pistoia aiuta solo a fare qualche esercizio di memoria. Per esempio: a metà Anni 50, l’espressione «centro sinistra» era una parolaccia per molti, ma non per quei cattolici che proprio nelle Settimane sociali coniarono l’espressione e ne teorizzarono il contenuto. Per molti a lungo rimase un «compromesso». Per per i più era un orizzonte politico verso il quale dirigere riflessioni e progetti sociali dei cattolici. Per poi incontrarvi le altre culture politiche che negli Anni 60 resero possibile la stagione più feconda della nostra storia repubblicana, quella più realistica e onesta.

Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente del comitato organizzatore delle Settimane sociali, ha precisato che relatori e partecipanti partono dal presupposto che «il pluralismo politico e partitico è un fatto assodato, e un’opportunità. Quello in cui non ci ritroveremmo sarebbe un pluralismo etico, perché vorrebbe dire incitare ad una visione della vita che non è più quella del Vangelo». Sembra dire che i cattolici impegnati a fare politica e azione sociale nelle 275 diocesi italiane continuano la regola aurea che, da Moro in poi, era la bussola al cattolicesimo militante. È la regola evangelica dei talenti, che fruttano solo se messi in gioco e condivisi. Se restano imbalsamati nelle sacrestie e nelle segreterie dei partiti, non servono a nulla.

Per questo i laici potrebbero approfittare dell’occasione offerta ieri dal Papa per due esercizi culturali: abituarsi a usare il qualificativo «cattolico» con maggiore parsimonia; poi utilizzarlo sempre in riferimento a coloro che a questa parola ricorrono per vivere e per impegnarsi.

Così anche ai cattolici diventerà più facile riconoscere chi tra loro è veramente impegnato a dare il proprio contributo - democratico, legale e solidale - alla costruzione del sistema di valori e di relazioni che fanno pulsare il cuore del nostro Paese. Limitarsi a pensare che il Papa abbia preso ieri posizione a favore di una qualunque parte politica rischia di essere fuorviante per tutti.

© Copyright La Stampa, 19 ottobre 2007

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mamma mia quanto sono patetici, questa e' la prova tangibile della diversita' tra ideologia e verita'. Se non segui la verita' prima o poi ti ritrovi a rimangiarti le parole.

Blog creator ha detto...

Prendiamoli per quel che sono.
Cattocomunisti, anticlericali, massoni cioè associati per il trionfo del relativismo in nome del loro tutto,etc, etc.

Scusate è: ma il COMPENDIO della DOTTRINA SOCIALE dellA CHIESA editrice Vaticana, del Pontif. Consiglio della Giustizia e della Pace, del 2004 - recentissimo! dove lo lasciamo? Un atto di Magistero che il Santo Padre persegue.
Non vedo perchè meravigliarci, Egli, il Santo Padre si rifà a questo testo, solo che questo Magistero, indicato nel volume, è: 1 snobbato apposta per non farlo conoscere 2 non conosciuto per aperta ignoranza 3 si vuole attaccare il Papa stesso, la Chiesa e allora tutto va bene, basta che parli e si prende, in nome del relativo ciò che serve.

Ma quel testo, quel testo è lì, chiaro, lucido, sensa giri di parole. Forse anche noi cattolici dovremmo essere più attenti al Magistero. Va letto e diffuso, costa solo 15 miseri euro.
Cioè non è che bisogna conoscere tutto, ci mancherebbe, ma ricordarsi che, quando il Papa parla, è perchè c'è dietro già tutta la Dottrina: non si inventa niente all'ultimo minuto!
I fasulli, i politici da poltrona, chi non ha in buona sorte la Chiesa può giudicare solo sulla base di quello che il Santo Padre dice, e questi in malafede scordano , volutamente o meno, quello che è prassi comune, Dottrina, Magistero netto, inequivocabile al servizio di tutti noi! Tutti.

Allora non prendiamocela troppo, sono fuochi di paglia, superflui bla bla, si rivoltolano nel loro stesso fango.

Blog creator ha detto...

Anzi voglio ribadire.
Per noi cattolici è solo una lezione di ripasso.

Per altri siamo all' A B C.