3 gennaio 2008

La celebrazione spagnola «per la famiglia cristiana» (Osservatore Romano) e la "risposta" di Zapatero (Corriere)


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La celebrazione spagnola «per la famiglia cristiana»

A Madrid quasi una visita apostolica

Marta Lago

Quando domenica, all'Angelus, Benedetto XVI ha chiesto alle famiglie cristiane di rendere testimonianza della bellezza del matrimonio e della famiglia, più di un milione e mezzo di persone hanno espresso simultaneamente, a Madrid, la loro risposta positiva.
Giunte da ogni parte della Spagna alla piazza di Colón, le famiglie hanno vissuto quasi come una visita apostolica il collegamento in diretta con il Papa durante la preghiera mariana e il suo messaggio, molto atteso hanno ascoltato in occasione della grande celebrazione "per la famiglia cristiana".
Seguendo su schermi giganti il collegamento televisivo con piazza San Pietro, la piazza di Colón si è così sentita, anche visibilmente, unita alla Chiesa dispersa nel mondo e al vescovo di Roma. E i partecipanti hanno accolto con scroscianti applausi l'incoraggiamento del Papa affinché, "ispirandosi all'amore di Cristo per gli uomini", le famiglie "rendano testimonianza dinanzi al mondo della bellezza dell'amore umano, del matrimonio e della famiglia".
Estraneo da qualsiasi connotazione politica, l'incontro - contrassegnato da un'atmosfera di festa e dalla celebrazione liturgica - non ha taciuto di fronte a una realtà che minaccia il fondamento stesso della società.
Così, il presidente della Conferenza Episcopale Spagnola, monsignor Ricardo Blázquez, vescovo di Bilbao, ha denunciato il tentativo di screditare la famiglia cristiana tacciandola di "tradizionale" in opposizione "a una supposta famiglia "moderna"". La famiglia è "tradizionale poiché affonda le proprie radici nella stessa natura umana" - ha affermato - "è valida ieri, oggi e domani".
La famiglia è divenuta "bersaglio di contraddizioni: da una parte è l'istituzione più apprezzata nei sondaggi di opinione, dall'altra è scossa nelle sue fondamenta da gravi minacce, chiare e sottili, persino con legislazioni inique e ingiuste", ha ammonito da parte sua il primate di Spagna, cardinale Antonio Cañizares, arcivescovo di Toledo: "Il primo problema sociale" è "la stabilità del matrimonio e la salvaguardia e la difesa della famiglia, il sostegno e il riconoscimento pubblico della stessa". Per le gravi conseguenze che questa situazione può avere per il futuro dell'uomo, ha esortato a riconoscere la famiglia come "la prima e grande priorità mondiale".
Reclamate - ha affermato il porporato - "i vostri diritti inalienabili. Reclamate la protezione che è dovuta alle famiglie". La speranza è stata il motivo conduttore del saluto del cardinale Cañizares, il quale ha constatato che l'incontro, "vibrante e coraggioso", è stato "una grande proclamazione per tutti del Vangelo della famiglia, santuario dell'amore e della vita, scuola di pace, base imprescindibile per una nuova civiltà dell'amore".
L'appuntamento di Madrid è stato anche l'eco del quinto incontro mondiale delle famiglie attorno a Benedetto XVI nel luglio 2006, soprattutto quando è stato accolto, fra gli applausi, l'arcivescovo di Valencia, il cardinale Agustín García Gasco. Questi incontri sono estranei ai trionfalismi; riflettono invece la preoccupazione dei cittadini "per la costruzione di una società migliore" e confermano il profondo radicamento della famiglia nel cuore di tutti, e per questo il porporato ha esortato a promuoverli. Il porporato non ha esitato nel denunciare l'aborto, il "divorzio lampo" e le ideologie che manipolano l'educazione dei giovani, frutto della "cultura del laicismo radicale", "una frode e un inganno" che "conduce solo alla disperazione", svia dal "destino degno dell'uomo e dai suoi diritti", elude il rispetto per la Costituzione spagnola e porta alla "dissoluzione della democrazia".
In tale contesto il cardinale García Gasco ha esortato i poteri pubblici ad adempiere al loro dovere di "proteggere e difendere la famiglia" invece di minarla, e ha guardato al Parlamento Europeo affinché, quale "ispiratore di legislazioni sulla famiglia", prenda "nota di queste manifestazioni, espressione dell'autentica cultura europea".
Canti e testimonianze di giovani e famiglie si sono susseguiti fino alla recita dell'Angelus con il Papa. Su un gigantesco palco ha presieduto l'incontro e la celebrazione della Parola il "Cristo del Camino", portato lì dalla cripta della cattedrale della Almudena. Una trentina di giovani del Cammino neocatecumenale, accompagnati da quindici famiglie missionarie, hanno portato fino al crocifisso, in processione, l'immagine della "Virgen de la Almudena", patrona di Madrid. Più di quaranta vescovi e numerosi sacerdoti hanno partecipato, con i cardinali, alla festa della famiglia.
Questo luogo della capitale è stato testimone di due storici incontri con Giovanni Paolo II nel 1993 e nel 2003, e lì vicino, la madrilena piazza di Lima lo accolse nel 1982, nel suo primo viaggio, quando "proclamò con inusitato vigore il Vangelo della Famiglia", ha ricordato nella sua omelia il cardinale Antonio María Rouco Varela, arcivescovo di Madrid. Oggi "interpellano fortemente la nostra coscienza" realtà come la distruzione del matrimonio e lo scandalo dell'aborto, e senza dubbio "la famiglia si presenta come il problema oggettivamente più serio e inquietante" delle società europee. Negare i diritti della famiglia significa minacciare la pace, ha ammonito il porporato ricollegandosi al Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2008.
Nessun uomo né potere umano può disporre della famiglia, del matrimonio sul quale si fonda, del dono della vita: i figli. Con questo monito il cardinale Rouco ha deplorato che l'ordinamento giuridico spagnolo "abbia fatto marcia indietro rispetto a quello che la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo ha riconosciuto e stabilito quasi sessant'anni fa: "la famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato"". Nei giorni precedenti, il porporato aveva spiegato il significato di questa celebrazione con il bisogno di una difesa e di una proclamazione pubblica del valore della famiglia cristiana per ciò che possiede di sostanziale per il bene futuro dell'uomo.
Un abbraccio mondiale è giunto alle famiglie riunite a Madrid da parte di iniziatori e rappresentanti di movimenti e nuove realtà ecclesiali. Da essi è venuto anche un appello condiviso: il mondo ha bisogno della famiglia perché ha bisogno dell'amore, della vita e della gratuità che in essa si vivono. "Non siamo qui per difendere noi stessi o un interesse della Chiesa, ma siamo qui per il bene di tutti", ha sottolineato Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant'Egidio. E ha aggiunto: "Giunge un momento nella vita in cui ci rendiamo conto sulla nostra pelle della disumanità di un mondo senza famiglia". Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, si è unita alla celebrazione con un messaggio: "Non è retorico affermare che la famiglia è il primo bene sociale" poiché è essa che, "nella gratuità quotidiana", "dà senso e valore alle sue funzioni di generare e di educare" e "introduce nel tessuto sociale quel bene insostituibile che è il capitale umano". Perciò "oggi più che mai la famiglia deve essere amata, protetta e sostenuta. Il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, don Julián Carrón ha ribadito il potere dell'esperienza che ognuno ha vissuto nella sua famiglia, l'esperienza di un bene del quale si è grati e che si desidera trasmettere. "L'esperienza di Gesù fa sì che l'esperienza più bella della vita - innamorarsi e fondare una famiglia - non venga meno". E ha aggiunto, contraddicendo un luogo comune: "Il matrimonio non è la tomba dell'amore, bensì la sua realizzazione". E il fondatore del Cammino neocatecumenale Kiko Argüello ha detto: "Voi siete la testimonianza del fatto che non è vero che tutti si separano". E ha insistito sull'equivalenza tra famiglia e futuro dell'umanità. Ha poi aggiunto: "Dobbiamo aiutare la famiglia in tutta l'Europa. Governi laici e atei vogliono farci credere che questa nave che è la nostra società, che è la nostra vita, non va da nessuna parte. Non è vero! La nostra nave, la nostra società, la nostra vita va al Cielo. Andiamo verso la Gerusalemme celeste".
Monsignor César Franco, vescovo ausiliare di Madrid, ha presieduto l'organizzazione della celebrazione "per la famiglia cristiana" che, come ha spiegato a "L'Osservatore Romano", è partita certamente "da movimenti, nuove realtà ecclesiali, associazioni apostoliche". Da lì si è constatata una stessa inquietudine, e un consenso generale, tra tutti i gruppi apostolici; e la diocesi, con il cardinale arcivescovo, "ha accolto ciò con gioia". Poiché l'obiettivo era celebrare "la giornata della famiglia" l'evento è stato programmato proprio per la festività della Santa Famiglia. A questa finalità "festiva, liturgica e celebrativa" si è aggiunta quella di "proporre semplicemente a tutte le famiglie e alle persone che vogliono conoscere il pensiero della Chiesa il progetto di Dio sulla famiglia cristiana".

(©L'Osservatore Romano - 31 dicembre 2007 - 1 gennaio 2008)


Ed ecco la "risposta" (obbligata) di Zapatero:


In Spagna Il premier dopo le critiche del Family day su matrimoni gay e divorzio breve: prima i diritti e poi la fede

Zapatero duro con i vescovi: indietro non torno

Elisabetta Rosaspina

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
MADRID — Pacato, informale, senza cravatta, sorridente, il premier José Luis Rodriguez Zapatero ha attinto alle tonalità più bonarie della sua voce per inviare il drastico messaggio al Vaticano: «Indietro non si torna». Al primo meeting di partito dell'anno, ad Almonte, nel sud del Paese, il presidente in carica ha evitato accenti duri e riferimenti espliciti ai prelati della chiesa spagnola, delegando l'ingrato compito al comunicato ufficiale e al portavoce di partito, ma ha marcato i limiti per lui invalicabili: «C'è posto per tutti e tutti hanno diritto agli stessi diritti, professino o no una fede religiosa».
È l'ora della controffensiva tra vescovi e socialisti spagnoli. Il partito di governo non vuole lasciar correre l'attacco di una parte della gerarchia ecclesiastica che, domenica scorsa, a poco più di due mesi dalle elezioni politiche, ha additato al pubblico ludibrio alcune leggi «rovinafamiglie » promulgate nell'ultimo quadriennio, come l'equiparazione civile dei matrimoni omosessuali e il divorzio rapido.
Ingoiati a mezzanotte i dodici chicchi d'uva propiziatori, i vertici del partito hanno deciso di non digerire però l'affronto e di mettere «le cose al loro posto», come hanno intitolato la nota di risposta alle accuse ecclesiastiche. Aveva aperto il fuoco il segretario del Psoe, José Blanco, chiedendo all'arcivescovo di Madrid, Antonio Maria Rouco Varala, di ritrattare affermazioni come quella secondo cui «l'ordinamento giuridico spagnolo sta riportando il Paese ai tempi antecedenti la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo». Il numero 2 socialista, che ha definito la concentrazione «un atto del Partito Popolare presieduto da alcuni arcivescovi», ha suggerito ironicamente due opzioni alla Chiesa: presentarsi alle elezioni oppure indurre il popolare Mariano Rajoy a inserire nel suo programma la riforma delle leggi su divorzio, aborto e unioni gay. Un po' meno caustico il comunicato ufficiale: «In un regime di libertà la fede non si legifera. La forza della democrazia sta nel garantire la convivenza di tutte le opinioni». Chi non ci sta, è la conclusione, si allontana dai principi fondanti.

Ciononostante, il portavoce parlamentare socialista, Diego Lopez Garrido, assicura che il partito non ha alcuna intenzione di rivedere il Concordato né di modificare la sua politica nei confronti della Chiesa.

Nessuno dimentica che le convinzioni cattoliche, in Spagna, sono trasversali alla politica, né che i pulpiti possono ancora orientare il voto; e tantomeno che i sondaggi danno Zapatero e Rajoy, testa a testa, 159 scranni a 156. Ma neppure allo sfidante conviene troppo allearsi all'ala più severa del clero nazionale: anche l'elettorato laico è trasversale.

© Copyright Corriere della sera, 3 gennaio 2008

Tutto il mondo e'...paese!
R.

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