18 maggio 2008

Il Papa ringrazia Savona per il sostegno a Pio VII (La Stampa)


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Su segnalazione di Elisabetta leggiamo:

Il Papa ringrazia Savona per il sostegno a Pio VII

MAURIZIO FICO

La messa è durata due ore, dalle 17,30 alle 19,30, ma la festa di piazza del Popolo è stata molto più lunga. Quasi sempre sotto la pioggia, scivolata su migliaia di ombrelli e di mantelline colorate. Un cielo grigio scuro, che non lasciava speranze di tregua, non ha mai spento l’entusiasmo dei fedeli.
All’inizio ci sono state le proteste di alcuni gruppi di persone bloccate ai varchi, chiusi circa mezzora prima dell’inizio della celebrazione. Il primo applauso è partito alle 16,45, quando sui due maxi schermi a fianco dell’altare si è visto in diretta l’elicottero del Papa sbucare dalla nuvole e atterrare al Santuario.
Dopo una prova generale dell’Ave Maria, la papamobile è entrata in piazza del Popolo dal varco verso la Provincia alle 17,25.
Prima della messa il benvenuto del sindaco Berruti. Al pontefice, consegnata dalla vigilessa Elisa Dalponte, è stata donata la medaglia d’argento n. 1 di una serie fatta coniare per l’occasione da Opere sociali, Comune e diocesi.
La messa è cominciata pochi minuti prima delle 18. Il vescovo Lupi ha ricordato la devozione alla Madonna di Misericordia e come «questa terra ha il privilegio di aver donato due dei suoi figli più validi come guide della Chiesa universale, i pontefici Sisto IV e Giulio II, e sostenuto con amore Papa Pio VII durante la sua prigionia». Poi il vescovo ha strappato gli applausi quando ha ricordato di trovarsi a Savona da soli tre mesi «accolto con grande cordialità» e si è rivolto così al pontefice: «Desidero esprimere pubblicamente a vostra santità il ringraziamento per avermi invitato a servirla».
Il pontefice, nella sua omelia ha citato quasi subito il nome di Savona. Poi ha legato le riflessioni sulla festa liturgica della santissima Trinità al tema della misericordia e alla Madonna del Santuario. Ha ripetuto la frase della Vergine al beato Botta «misericordia e non giustizia» e si è definito «pellegrino». Poi si è fatto interprete della riconoscenza della Santa Sede «per la fede, l’amore e il coraggio» con cui i savonesi sostennero Pio VII. «Vicende di cui i savonesi oggi possono fare memoria con fierezza».
Ancora: «In contrasto con gli ideali del mondo moderno, basati su bellezza ed efficienza, siamo chiamati a scoprire il volto di Cristo, “il più bello tra i figli dell’uomo”, proprio tra le persone sofferenti ed escluse». A questo punto il Papa è tornato a parlare di Savona: «Colgo volentieri l’occasione per rivolgere un saluto ai detenuti e al personale del carcere Sant’Agostino, che vivono da tempo una situazione di particolare disagio». Poi ha parlato dei sacerdoti, «molti in età avanzata», aggiungendo «come io», un errore che ha fatto sorridere i fedeli. L’entusiasmo è scoppiato quando si è rivolto ai giovani, invitati ad andare controcorrente «per servire Dio e i fratelli». Rivolgendosi ai ragazzi il volto gli si è illuminato e ha alzato il braccio destro. I Papaboys l’hanno ricambiato con un coro da stadio «Benedetto, Benedetto».

© Copyright La Stampa (Savona), 18 maggio 2008

Accoglienza di Scajola Burlando, Berruti, Marco Bertolotto e il prefetto Frediani

IVO PASTORINO

La gente del Santuario ha fatto tutto da sola per accogliere nel migliore dei modi il Papa. Molte famiglie per gli addobbi alle finestre, il comitato dei commercianti per le decorazioni lungo la strada delle Cappellette, da Lavagnola sino alla piazza della basilica mariana. Tutto in semplicità e spontaneo entusiasmo, lontano dall’ufficialità e... dai contributi. Un ininterrotto susseguirsi di decorazioni giallo-bianche, colori del Vaticano, ai balconi, sventolanti come stendardi, drappi di color rosso. «Solo un tocco di allegria, un grande segno di gioia», ha commentato il vescovo Vittorio Lupi, interpellato se quel colore avesse un particolare significato per gli abitanti della valle del Letimbro. Che dire allora di quella famiglia che ha anche esposto uno striscione con una frase di benvenuto in lingua tedesca? Un gesto quasi confidenziale, ma che è stato apprezzato perché qualcuno ha notato il pontefice voltarsi un paio di volte mentre transitava in papamobile di fronte a quel vistoso cartello. E d’altra parte anche Claudio Burlando si è cimentato in un benvenuto nella lingua di Goethe, suscitando la divertita replica di papa Ratzinger.
L’elicottero dei Santo Padre, atteso già dalle prime ore del pomeriggio con trepidazione, è sceso sul piazzale della casa del beato Botta un paio di minuti prima delle 17, preceduto da due prove d’atterraggio di altri elicotteri, uno della Polizia e l’altro, gigantesco, dell’Aeronautica militare con esponenti della Curia romana e della gendarmeria vaticana. L’elicottero bianco dell’Aeronautica con a bordo il Papa ha compiuto un ampio giro sul limitare del campo sportivo prima di posarsi sul punto prefissato davanti alla casa del beato Botta. C’era già la papamobile in attesa e un folto gruppo di autorità che lo hanno accolto appena messo piede a terra: il vescovo Lupi, il ministro Scaiola, il sindaco Berruti, il prefetto Frediani, il presidente della Provincia Bertolotto e altri ancora. Tutto si è svolto con rapidità, sotto la pioggia. Poco prima il ministro Scaiola si era incontrato con vivace cordialità con il suo conterraneo monsignor Lupi. «Peccato per la pioggia - ha detto il ministro - ma il Papa ci porta sicuramente luce e calore con la sua visita che è motivo di orgoglio per la nostra terra. E la Liguria ha bisogno della sua benedizione».
Sulla piazza del Santuario, mentre le campane della basilica lo salutavano festosamente, si è levato forte verso il Papa l’applauso della folla in attesa da ore, compresi i malati in carrozzella scesi dai padiglioni dell’Asl del vicino ex ospizio. Purtroppo il ferreo cerimoniale non ha permesso al Papa di avere con loro un incontro ravvicinato e i malati si sono dovuti accontentare di una benedizione e un largo sorriso a distanza. Tempi rapidi anche all’interno della cripta, dove il Santo Padre si è inginocchiato a pregare davanti alla statua della Madonna di Misericordia, proprio come circa 200 anni fa aveva fatto Pio VII, il pontefice di cui ora la Diocesi savonese sta postulando il processo di beatificazione. Prima di lasciare la cripta il Santo Padre ha posato sull’altare la «Rosa d’oro» concessa al santuario savonese e poi ha avuto un incontro affettuoso con le monache di clausura di via Firenze, presenti grazie a una straordinaria dispensa e felici come tante bambine.

© Copyright La Stampa (Savona), 18 maggio 2008

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