7 luglio 2008

Conto alla rovescia per l’inizio della GMG. Dalla diocesi italiana di Crema in partenza uno dei gruppi piu’ folti (Radio Vaticana)


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Conto alla rovescia per l’inizio della GMG. Dalla diocesi italiana di Crema in partenza uno dei gruppi piu’ folti. Interviste con il responsabile, don Giancarlo Scotti, e uno dei ragazzi, Luca Paesetti

Entusiasmo e gioia. Sono i sentimenti che animano i tanti giovani in partenza per Sydney, dove dal 15 al 20 luglio si svolgerà la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù. Saranno, per gli organizzatori, oltre 125 mila visitatori stranieri per un evento che ieri il Papa all’Angelus ha definito la “nuova tappa del grande pellegrinaggio giovanile attraverso il mondo”, una festa che si preannuncia come “una rinnovata Pentecoste”. In Italia, la diocesi di Crema, che conta 100 mila abitanti, sarà in proporzione la più presente in Australia. A don Giancarlo Scotti, responsabile della Pastorale giovanile della città lombarda, Fabio Colagrande ha chiesto come si sia riusciti a coinvolgere così tanti ragazzi:

R. - Essendo una piccola diocesi, noi abbiamo dei rapporti molto stretti con i giovani delle singole parrocchie. Dopo Loreto, appena abbiamo annunciato la possibilità di iscriversi a questa nuova esperienza, alla GMG di Sydney, immediatamente abbiamo avuto il sentore che c’era una richiesta notevole da parte dei giovani.

D. - Chi sono i giovani che vogliono andare a Sydney? Cosa cercano?

R. - Nella nostra realtà, abbiamo avuto una buona risposta soprattutto nei giovani della fascia di età compresa tra i 17 e i 22-23 anni. Che cosa cercano? Ovviamente, l’esperienza innanzitutto di un rapporto con altri giovani che riempiono il loro cammino di fede. Penso che si cerchi il conforto dell’appartenenza, il conforto di sentirsi parte di un gruppo, di una comunità, di una Chiesa. Per questo, penso che sia la cosa più bella sentire che l’esperienza di fede è un’esperienza condivisa da altri e questo sentirsi in tanti è proprio vivere appieno quest’esperienza. Naturalmente, come ogni giovane, si va alla ricerca anche di qualche segno di speranza e penso che la GMG sia un motivo per trovare slancio interiore nel proprio cammino.

D. - Si parla di emergenza educativa, di secolarizzazione. Chi sono i giovani che invece fanno questa scelta? Sono diversi dagli altri?

R. - No, assolutamente, non sono diversi. I nostri giovani vivono le stesse contraddizioni presenti nella società di oggi. L’emergenza educativa è sentita anche da noi, nella nostra diocesi, ne abbiamo parlato anche in un recente convegno. Non sono quindi ragazzi a essere diversi e - attraverso la capillare diffusione delle nostre iniziative - abbiamo risposte positive nonostante anche loro vivano le contraddizioni tipiche di questo tempo. Dunque, partecipano alla nostra attività, ma non per questo non affrontano le crisi adolescenziali e giovanili anche nei confronti del messaggio cristiano, soprattutto del messaggio che la Chiesa trasmette su alcuni punti, quali quelli etici. Però, di fatto, c’è la possibilità almeno di un confronto costante con una prospettiva e una modalità di interpretazione che li porta a riflettere. Non è, però, che siano esenti da tutti quelli che sono i rischi e le difficoltà di oggi.

Saranno 91 i giovani della diocesi di Crema che prenderanno parte alla GMG di Sydney. E’ forte l’attesa fra loro per questo viaggio lungo, faticoso ma di grande significato spirituale, come sottolinea al microfono di Fabio Colagrande il diciottenne Luca Paesetti:

R. - Si parte sabato per un viaggio che non vuole essere solamente un regalo per la maturità, anzi, ha un contenuto molto più pregnante, sicuramente più significativo. Si parte per condividere con tanti altri amici e con tante altre persone un’esperienza che sicuramente lascerà il segno. Un’esperienza che vuole metterci in contatto non solo con il Papa - nelle giornate in cui condivideremo dei momenti con lui - ma sarà un viaggio in cui speriamo di riuscire a riproporre dentro di noi un più stretto contatto con la nostra intimità religiosa, un andare oltre quelli che sono i momenti della vita quotidiana, per ricercare una maggiore intimità e un maggiore rapporto con il religioso.

D. - E’ la tua prima Giornata mondiale della gioventù?

R. - Abbiamo già partecipato all’incontro dell’Agorà, l’anno scorso a Loreto, ma questa è la prima GMG. Forse la possibilità di partecipare l’anno scorso all’Agorà ha rinsaldato ancora di più la volontà e la disponibilità e anche la voglia di partecipare a quest’incontro: un incontro forte, sicuramente indimenticabile, che ci metterà in contatto e in relazione con un qualcosa di diverso, un qualcosa di grande.

D. - Chi sono i giovani che vanno alla GMG, secondo te?

R. - Sono dei giovani normali, né indottrinati ma neppure bigotti. Sono solamente dei giovani che sentono ancora il bisogno e la necessità di far parte di un tutto, che sentono Dio e sentono che comunque c’è qualcos’altro. Sono giovani che hanno voglia di mettersi in gioco, che hanno voglia di partecipare e che hanno anche tanta voglia di condividere e di stare insieme.

D. - Difficoltà pratiche: ti spaventa questo viaggio?

R. - Il viaggio è lungo, indubbiamente, ci saranno momenti di difficoltà. Ma siamo sicuri che, dandoci un po’ tutti una mano, mettendo da parte le fatiche e i momenti di maggiore stanchezza, sarà un’esperienza sicuramente indimenticabile e dal forte sapore di gioia. Spero di condividere questo momento di felicità con tutti gli altri ragazzi che, come me, saranno a Sydney nei prossimi giorni.

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