18 luglio 2008

Il Papa ai giovani della comunità di recupero: "Tornate sulla via della vita" (Sir e Apcom)


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BENEDETTO XVI: AI GIOVANI IN RECUPERO, “TORNARE SULLA VIA DELLA VITA”

“Elevo la mia preghiera affinché possiate tutti beneficiare del sostegno che la Social Services Agency dell’Arcidiocesi di Sydney mette a disposizione, e affinché il bene che qui si compie continui a lungo nel futuro”: sono le parole iniziali del discorso pronunciato dal Papa, durante l’incontro con un gruppo di giovani, ospiti della Comunità di recupero dell’Università di Notre Dame di Sydney. Dopo aver richiamato le parole di Mosè (“Ti ho posto davanti la vita e la morte...”), Benedetto XVI ha affermato che “a volte la gente adora ‘altri dei’ senza rendersene conto. I falsi ‘dei’, qualunque sia il nome, l’immagine o la forma che loro attribuiamo, sono quasi sempre collegati all’adorazione di tre realtà: i beni materiali, l’amore possessivo, il potere”. Per resistere a queste tre tentazioni, definite “la via che conduce alla morte”, il Papa ha proposto “la via per scegliere la vita”, consistente nella “adorazione dell’unico vero Dio”. “Un luminoso esempio di che cosa vuol dire allontanarsi dalla via della morte per incamminarsi sulla via della vita – ha spiegato Benedetto XVI - lo troviamo in una pagina del Vangelo che, ne sono sicuro, tutti voi conoscete bene: la parabola del figliol prodigo”.

Partendo dall’esempio del “figliol prodigo” che “scialacquò la sua eredità in una vita di vizi e alla fine si trovò in uno stato di abietta povertà e di miseria”, Benedetto XVI ha sviluppato una catechesi sulla devianza giovanile.

“Molti di voi hanno sperimentato personalmente la vicenda attraverso la quale passò quel giovane – ha detto rivolgendosi agli ospiti della Comunità di recupero dell’Università di Notre Dame -. Forse avete compiuto scelte delle quali ora vi rammaricate (...). La scelta di abusare di droghe o alcool, di entrare in attività criminali o autolesioniste poté allora apparire come una via di uscita da una situazione di difficoltà o di confusione”. Il Papa ha poi proseguito: “Voi adesso sapete che, invece di portare la vita, ha portato la morte. Prendo atto volentieri del coraggio dimostrato nello scegliere di ritornare sulla via della vita, proprio come il giovane della parabola. Avete accettato l’aiuto: dagli amici o dai familiari, dal personale del programma “Alive”, da quanti hanno grandemente a cuore il vostro benessere e la vostra felicità”. Ha quindi esortato i giovani ospiti a divenire “ambasciatori di speranza per quanti si trovano in situazioni simili”, sicuri dell’amore di Gesù che “vi accoglie a braccia spalancate”.

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GMG/ PAPA AI GIOVANI: DROGA, ALCOOL E VIOLENZA SCELTE SBAGLIATE

Agli ex-tossicodipendenti: cambiare vita è stata coraggiosa scelta

Sydney, 18 lug. (Apcom) - "La scelta di abusare di droghe o alcool, di entrare in attività criminali o autolesioniste" se può "apparire come una via di uscita da una situazione di difficoltà o di confusione" in realtà si dimostra sbagliata. Lo dice il Papa nel discorso rivolto ai giovani disadattati incontrati oggi pomeriggio nella Comunità di recupero dell'Università Notre Dame nella Chiesa del Sacro Cuore di Sydney.
"Molti di voi - sottolinea Ratzinger rivolgendosi ai giovani e prendendo spunto dalla parabola del Figliol Prodigo - hanno sperimentato personalmente la vicenda attraverso la quale passò quel giovane. Forse avete compiuto scelte delle quali ora vi rammaricate, scelte che vi hanno portato lungo una via che, per quanto potesse al momento apparire attraente, vi ha soltanto condotto a un ancor più profondo stato di miseria e di abbandono. La scelta di abusare di droghe o alcool, di entrare in attività criminali o autolesioniste - prosegue Ratzinger - poté allora apparire come una via di uscita da una situazione di difficoltà o di confusione. Voi adesso sapete che, invece di portare la vita, ha portato la morte". "Cari amici - conclude Benedetto XVI con un'esortazione - vedo in voi degli ambasciatori di speranza per quanti si trovano in situazioni simili".

Ssa

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GMG/ PAPA: INGORDIGIA, AMORE POSSESSIVO, POTERE SONO FALSI DEI

Spesso la gente si comporta come fosse Dio

Sydney, 18 lug. (Apcom)

L'ingordigia, l'amore possessivo, il potere, rappresentano dei "falsi dei", degli idoli che "invece di portare la vita, portano la morte". Messaggio forte e chiaro quello di Benedetto XVI nell'incontro con un gruppo di giovani disadattati nella Comunità di recupero dell'Università di Notre Dame, nella chiesa del Sacro Cuore di Sydney.
"Potreste pensare che sia improbabile che nel mondo di oggi la gente adori altri dei - dice Ratzinger - ma a volte la gente adora 'altri dei' senza rendersene conto. I falsi dei, qualunque sia il nome, l'immagine o la forma che loro attribuiamo, sono quasi sempre collegati all'adorazione di tre realtà: i beni materiali, l'amore possessivo, il potere".
"Il culto dei beni materiali, il culto dell'amore possessivo e il culto del potere - dice Ratzinger - spesso portano la gente a 'comportarsi da Dio': cercare di assumere il controllo totale, senza prestare nessuna attenzione alla sapienza o ai comandamenti che Dio ci ha fatto conoscere. Questa è la via che conduce alla morte".
L'analisi di Benedetto XVI parte da una domanda: "Che cosa vuole realmente dire essere 'vivo', vivere appieno la vita?". Da qui la condanna dell'ingordigia, della cupidigia, dell'amore possessivo ed egostico, del potere distruttivo.
"I beni materiali, in sé, sono cose buone - osserva il Papa - non sopravviveremmo a lungo senza denaro, abiti e un'abitazione. Per vivere, abbiamo bisogno di cibo. Ma, se siamo ingordi, se rifiutiamo di condividere quanto abbiamo con l'affamato e con il povero, allora noi trasformiamo questi beni in una falsa divinità. Quante voci, nella nostra società materialistica, ci dicono che la felicità si trova procurandosi il maggior numero possibile di beni e di oggetti di lusso! Ma questo significa trasformare i beni in false divinità. Invece di portare la vita, portano la morte", ammonisce Ratzinger.
Anche l'amore possessivo significa "adorare una falsa divinità". "Un approccio permissivo alla sessualità - sottolinea il Papa - invece di portare la vita, porta la morte".
"Il potere che Dio ci ha dato di plasmare il mondo intorno a noi è certamente qualcosa di buono. Utilizzato in modo appropriato e responsabile - sottolinea Ratzinger - ci permette di trasformare la vita della gente". "Ma quanto forte è la tentazione di attaccarsi al potere per se stesso, di cercare di dominare gli altri o di sfruttare l'ambiente naturale per i propri egoistici interessi. Questo è trasformare il potere in una falsa divinità. Invece di portare la vita, porta la morte".

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1 commento:

euge ha detto...

A volte la gente si comporta come fosse DIO........ Già in questa nostra epoca è proprio questo il nocciolo della questione. L'uomo creatura debole pretende di sostituirsi a Colui che lo ha creato e nella sua infinita debolezza e limitatezza, non comprende o non vuole comptrendere, che ne il denaro, ne il potere ne l'eccessiva e smisurata pienezza di se, potranno mai similarlo anche solo lontanamente al Suo Creatore. Oggi, da molte direzioni vengono consigli del tipo " La vita è nelle tue mani gestiscila come più ti piace" niente di più sbagliato. In questi giorni staiamo assistendo impotenti ad una decisione terribile e senza precedenti decretata dagli uomini la fine di una vita. Per molti e quasi una cosa normale addirittura dovuta; ma, in pochi ricordano che la vita non è completamente nelle nostre mani soprattutto, quando si tratta di dover decidere tra la vita e la morte. Riflettiamo su questo aspetto tutti ne abbiamo un forte bisogno per renderci conto che solo se torniamo veramente come bambini solo se con amore figliale ci affidiamo a DIO completamente ( cosa non facile ), allora forse sapremo e capiremo fino in fondo quanto siano d'aiuto a questo nostro mondo le Parole del Papa.