18 luglio 2008

GMG SYDNEY: I COMMENTI DEI GIOVANI ITALIANI E AUSTRALIANI ALLE PAROLE DEL PAPA (Sir)


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(Dai nostri inviati a Sydney)

Vivono in due Paesi completamente diversi, ma condividono le stesse speranze e le stesse difficoltà. Le parole pronunciate dal Papa al suo arrivo a Sydney per la Gmg hanno aperto nuovi orizzonti ai giovani presenti, e di certo non hanno paura di quello che il Santo Padre ha chiesto loro: il coraggio della testimonianza.
Il Sir ha chiesto ad alcuni italiani e australiani un commento al saluto di Benedetto XVI. “Noi giovani dobbiamo attingere alla grande forza della fede se vogliamo compiere grandi cose per il futuro del continente europeo”.
La pensa cosí, Marco Taranto, 20 anni, della diocesi Milano. Il valore della nostra testimonianza, afferma, consiste prima di tutto “nella forza e nella coerenza delle opere che sapremo mettere in atto, senza lasciarci scoraggiare dalla mentalita dominante”. Egli condivide il pensiero del Papa “sul compito non facile del testimone”, perché anche in Italia, nonostante la Chiesa sia “ben radicata sul territorio, la scolarizzazione “rende difficile far arrivare ai giovani il vero senso dell’essere cristiani”.“ Sarebbe sbagliato – conclude - pensare che la testimonianza spetti soltanto ai nostri vescovi. Ed è per questo che siamo venuti fin qui: vogliamo dire al Papa che non abbiamo paura di vivere la nostra santità nel quotidiano”.
Jessica Papane, 19 anni, è invece australiana di origini italiane, ed è la prima volta che vive l’esperienza della Gmg. “Spero che le parole del Papa possano veramente scuotere la gioventù australiana”, afferma al Sir.
“Mi ha molto colpito il suo richiamo a non lasciarsi ingannare da chi ci vede come dei consumatori. E anche il riferimento al veleno che minaccia di corrodere ciò che è buono c’è nella gioventù, che il Santo Padre ha fatto citando l’abuso di alcool e di droghe, l’esaltazione della violenza e il degrado sessuale.
Tutti problemi che qui da noi sono molto sentiti”. La testimonianza, alla quale il Papa ha invitato i giovani, riconosce Jessica, “non è certamente facile in un contesto come il nostro, dominato da falsi valori e dove un giovane cattolico corre il rischio di trovarsi isolato. Quest’invito è però molto importante, perché tutti noi dobbiamo capire l’immenso valore della testimonianza cristiana per costruire il futuro del mondo”. “In Europa – aggiunge - c’è una religiosità molto più forte, ma è grande la speranza che quanto viviamo in questi giorni infonda in noi maggiore coraggio. Vedere tanti giovani giunti da ogni parte del mondo senza paura di mostrare la propria fede ci fa capire che è possibile vivere da cristiani, e già percepisco l’impatto che la Gmg avrà sui giovani australiani”.

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