25 ottobre 2008

Card. Montezemolo sulle critiche di Israele a Pio XII: "Non possono intromettersi nelle cose della Chiesa Cattolica" (Politi)


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'Non possono intromettersi nelle cose della Chiesa cattolica'

MARCO POLITI

CITTÀ DEL VATICANO - «Non si intromettano nelle cose interne della Chiesa». Il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo respinge con una battuta tagliente l' ultimo attacco contro Pio XII proveniente da Israele.
Ad un pranzo di lavoro sull' anno paolino, il porporato non nasconde il suo pensiero. In Vaticano sono irritati. Il portavoce papale padre Lombardi ha già dichiarato il suo "no comment": «Non voglio alimentare la polemica».
In Vaticano sono irritati per quella che ritengono una pressione indebita da un' istanza governativa, che non ha voce in capitolo sulla questione.

Sono irritati anche perché il rabbino di Haifa, primo invitato ebraico nella storia ad un Sinodo dei vescovi, ha rotto la cortesia protocollare diffondendo già il primo giorno un duro attacco a Pacelli, monopolizzando l' attenzione dei media.

Dall'alto dei suoi 83 anni e della sua quarantennale esperienza diplomatica, il cardinale Montezemolo ha più di un titolo per esprimersi. Dal 1990 al 1998 è stato in Israele come delegato apostolico e poi come nunzio. Ha negoziato il trattato con cui la Santa Sede e il governo israeliano hanno allacciato le relazioni diplomatiche, è stato il primo ambasciatore vaticano in quello Stato, ha negoziato gli accordi per lo status giuridico degli enti cattolici e per il trattamento fiscale della Chiesa cattolica (di cui il governo israeliano ancora non ha varato le norme di applicazione).

Eminenza, come giudica l' intervento del ministro israeliano Herzog?

«L' atteggiamento nella Santa Sede è di chi è un po' annoiato per l' intromissione da parte di autorità, che non c' entrano con la questione. Sono giudizi esterni».

La polemica sulla beatificazione di Pio XII continua.

«Fare o non fare la beatificazione è una questione interna della Chiesa».

E questi interventi?

«Disturbano».

Qual è la posizione di papa Benedetto XVI?

«Il Papa è sensibile, ha scelto un momento di riflessione e di approfondimento, ma non ci possono essere dichiarazioni che obblighino la Santa Sede a muoversi in un senso o nell'altro. Come dicevo ai miei interlocutori quando si negoziava: ciascuno rimanga nell' ambito della propria giurisdizione».

Tra Israele e Santa Sede resta aperta la questione della realizzazione degli accordi speciali firmati dopo il ristabilimento delle relazioni diplomatiche.

«Quando uno firma, firma. E bisogna attenersi a quel che è firmato».

Pensa che tutto ciò influirà su un' eventuale visita di Benedetto XVI in Terrasanta?

«Io qui parlo a titolo personale. Da quando sono tornato a Roma non mi occupo più di questi problemi. Dal momento che non ero più nunzio, non sono mai intervenuto. Posso solo dire che ho conosciuto Shimon Peres prima che fosse presidente. E' una persona amica e aperta, difende gli interessi del suo Paese ma non è un fanatico. Quindi considero le sue offerte valide e sincere».

Sulla vicenda interviene ancora padre Paolo Molinari, postulatore della causa di Pio XII, spiegando che la mancata fissazione della data di beatificazione di Pio XII è un indizio della volontà di Benedetto XVI di «soprassedere per non urtare certe false sensibilità». In ogni caso la targa su Pacelli al museo Yad Vashem resta, per il postulatore, una falsità.

© Copyright Repubblica, 24 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

Politi e' molto "morbito" sullo sgarbo subito dal Papa da parte del rabbino di Haifa.
Mi chiedo che cosa avrebbe scritto se fosse stato Benedetto XVI a commettere una simile scortesia.
Non lo sapremo mai anche perche' il Papa non farebbe mai e poi mai uno sgambetto del genere
.
R.

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