24 ottobre 2008
Presentato il messaggio finale del Sinodo: "Un testo affidato alla riflessione delle Chiese locali" (Osservatore Romano)
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Presentato nella Sala Stampa della Santa Sede il messaggio finale del Sinodo
Un testo affidato alla riflessione delle Chiese locali
Non un semplice messaggio finale del Sinodo dei vescovi ma un testo sul quale lavorare, per approfondirlo, integrarlo con appositi commenti a seconda delle diverse realtà, e presentarlo nei vari contesti per impostare una più incisiva azione pastorale nelle Chiese locali.
"Per questo motivo - ha detto l'arcivescovo Ravasi presentando, nella Sala Stampa della Santa Sede, il messaggio finale del Sinodo dei vescovi approvato per acclamazione venerdì mattina - i padri sinodali hanno chiesto che non fosse toccato nella sua originaria stesura".
Una "doverosa premessa" ha aggiunto il presidente della commissione incaricata di redigere il messaggio, "perché quando l'ho presentato in bozza ho assicurato ai padri che lo avrei ridotto. Loro non hanno voluto. Sempre per dare seguito ad una richiesta ne ho fatta una brevissima sintesi di due pagine. Non è un documento ufficiale: serve solo per aiutare la lettura".
L'arcivescovo ha sottolineato innanzitutto la scelta di dare un respiro molto ampio al documento, "scritto con una certa passione, con un certo coinvolgimento, per far sì che non fosse semplicemente un testo teologico, come d'altra parte non può essere un messaggio rivolto alle comunità".
Per quanto riguarda la struttura monsignor Ravasi ha sottolineato la scelta di definire "simboli" anziché capitoli le quattro divisioni tematiche. "Abbiamo voluto usare - ha spiegato - la simbologia della Bibbia per parlare in maniera più immediata e diretta".
I simboli sono quattro, quasi a rappresentare "i punti cardinali di un percorso, meglio di un viaggio all'interno della Parola di Dio": la voce, per indicare che la Parola di Dio "precede ed eccede" la Sacra Scrittura; il volto, ad esprimere l'incarnazione della Parola di Dio in Gesù Cristo; la casa, a significare la Chiesa, il luogo in cui la Parola vive; ed infine la strada, che la Parola di Dio percorre grazie ai missionari che la diffondono.
Il presule ha poi concluso la presentazione citando proprio la parte finale per esaltare quello che ha definito l'elogio del silenzio "in virtù del quale è possibile ascoltare nell'intimo la Parola di Dio. Ascoltare la Bibbia - ha detto - è come ascoltare i grandi testi dell'umanità".
Con monsignor Ravasi a presentare il testo c'era anche il vice presidente della commissione che lo ha redatto, il vescovo cileno Santiago Jaime Silva Retamales. L'ausiliare di Valparaiso ha messo in rilievo tre aspetti: la centralità di Cristo, la vera Parola incarnata, l'identità propria della Chiesa e l'identità del missionario. "La Sacra Scrittura - ha spiegato - è il luogo nel quale si incontra Gesù, dunque è un mezzo per incontrarlo, per fare comunione attorno a lui, per annunciarlo poi al mondo intero".
Le domande rivolte dai giornalisti presenti hanno dato modo a monsignor Ravasi di precisare alcune tematiche.
Per esempio, il significato biblico dell'amore fraterno: si tratta di "un elemento che, magari sotto un altro nome, dialogo o confronto, ci porta a incontrare le altre religioni". Il presule è poi tornato sulla questione dell'esegesi. "Sappiamo - ha detto - che l'esegesi scientifica, se espressa in parole umane, ha bisogno anche di una decifrazione secondo i canoni propri della storia e della letteratura. L'esegesi storico-critica ha avuto una forte evoluzione, ma va sempre approfondita. C'è poi da considerare l'altra dimensione, quella trascendente, dove si incontrano elementi da decifrare ciascuno attraverso canali propri, attraverso metodi specifici, che sono poi quelli della teologia, elaborati nei secoli. Questo secondo percorso, come ha detto il Papa, non si è sviluppato in maniera così ricca e profonda come è accaduto nell'altro caso". Dunque "se vogliamo conoscere approfonditamente la Sacra Scrittura, - ha aggiunto - abbiamo bisogno di intrecciare questi due percorsi. È lo stesso lavoro che si deve fare per conoscere il Gesù reale: bisogna conoscere cioè il Gesù storico così come si deve conoscere il Gesù "risorto", il Gesù pasquale"".
All'inizio della mattina, in aula, monsignor Ravasi aveva presentato il messaggio, in forma definitiva, ai padri sinodali.
"Si deve leggere la Bibbia come un giovane legge la lettera della sua amata" aveva detto introducendo la lettura della seconda bozza con una citazione da Søren Kierkegaard, il quale vuol far capire come la Bibbia "è stata scritta per ognuno". Dopo aver ringraziato gli altri undici membri della commissione per il lavoro, aveva appunto annunciato che non ci sarebbero stati tagli al testo, contravvenendo alla regola esegetica secondo cui lectio brevior est praeferenda, perché molti Padri gli hanno chiesto di non ridurre e banalizzare il documento, utile così com'è per il lavoro pastorale.
Aveva poi presentato un video della San Paolo ricevuto in omaggio dai padri sinodali. È stata l'occasione per ribadire la necessità di ricercare strade per presentare la Parola di Dio ai giovani, i quali presentano una preoccupante povertà di linguaggio: "Le giovani generazioni - aveva notato - spesso non usano più di 500 parole nella comunicazione quotidiana, mentre nella lingua italiana ci sono 150.ooo vocaboli".
Per la lettura del messaggio davanti ai 243 padri sinodali presenti è stata scelta una modalità "sinfonica", a più voci e in più lingue, seguendo l'elenco degli idiomi più parlati: italiano, inglese, spagnolo, francese, tedesco. Ravasi ha letto l'inizio e la conclusione del messaggio, seguito da monsignor Basil Myron Schott, arcivescovo metropolita di Pittburgh dei Bizantini, dal cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, da monsignor Louis Pelâtre, vicario apostolico di Istanbul, e da monsignor Zbigniew Kiernikowski, vescovo di Siedlce. Prima della conclusione dei lavori il cardinale Leonardo Sandri ha letto l'appello per la pace firmato dai padri delle Chiese orientali cattoliche. I lavori sono ripresi nel pomeriggio con la lettura dei risultati del lavoro sulle proposizioni.
(©L'Osservatore Romano - 25 ottobre 2008)
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