17 agosto 2007
Il Papa ci ha invitati a guardare il nuovo volto del "drago"
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Commentando a braccio la lettura del libro dell’Apocalisse durante la Messa nella parrocchia di Castel Gandolfo il Papa ha invitato a guardare il nuovo volto del «drago»
«È il consumo egoista il male di oggi»
«Come già accaduto con le grandi dittature del secolo scorso, l'amore si rivelerà più grande dell'odio»
Da Roma Mimmo Muolo
Anche se talvolta può sembrare il contrario, l'amore è più forte dell'odio e dell'egoismo. E il dragone rosso di cui parla l'Apocalisse non potrà mai prevalere contro la Donna e il Bambino da lei partorito. Anche in un mondo come quello odierno, caratterizzato «dall'ideologia materialista del consumo e del divertimento». Perciò Maria con la sua Assunzione «ci resta ancora più vicina e la sua luce si proietta sulla nostra vita e sulla storia dell'intera umanità». Così il Papa, nel doppio appuntamento con i fedeli che ha caratterizzato il suo Ferragosto, ha spiegato il significato di una delle più belle feste della cristianità. Benedetto XVI ha dapprima celebrato la Messa (presenti anche il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il vescovo di Albano, Marcello Semeraro, e il fratello del Pontefice, monsignor Georg) nella parrocchia di San Tommaso da Villanova, a Castel Gandolfo, a pochi metri dalla sua residenza estiva. Quindi ha incontrato nuovamente i pellegrini giunti nella cittadina laziale per la preghiera mariana di mezzogiorno.
Nell'omelia pronunciata a braccio (che Avvenire pubblica integralmente in questa stessa pagina) il Pontefice ha preso spunto dal noto passo dell'Apocalisse di San Giovanni per attualizzare la pagina della Scrittura. Il dragone, ha sottolineato, «indica non soltanto il potere anticristiano» dei persecutori della Chiesa ai tempi dell'impero romano (cioè il periodo in cui visse l'autore dell'ultimo libro della Bibbia), ma «le dittature materialistiche anticristiane di tutti i periodi». Il Papa ha citato «le grandi dittature del secolo scorso», quella nazista e quella di Stalin. «Appariva impossibile - ha fatto notare - che a lunga scadenza la fede potesse sopravvivere davanti a questo dragone. Ma in realtà, anche in questo caso alla fine, l'amore è stato più forte dell'odio». Anche oggi, ha proseguito Benedetto XVI «il dragone esiste in modi nuovi e diversi» e «vuole divorare il Dio fattosi bambino». Esiste nella forma delle «ideologie materialistiche che ci dicono: è assurdo pensare a Dio, è assurdo osservare i comandamenti di Dio, è una cosa di un tempo passato. Vale solo il consumo, l'egoismo, il divertimento». Invece «anche adesso Dio è più forte del dragone, l'amore vince e non vince l'egoismo».
L'altro simbolo che la liturgia dell'Assunta propone, ha ricordato ancora il Papa, è la donna vestita di sole che rappresenta la Madonna. «Ma poi questa donna soffre, deve fuggire, partorisce con un grido di dolore». Ciò significa che «anche la Chiesa, pellegrina in tutti i tempi, in tutte le generazioni di nuovo deve partorire Cristo, portarlo al mondo con grande dolore in questo modo sofferente». Sempre perseguitata, ma sempre vittoriosa grazie alla forza che le proviene da Dio. «La fede - ha concluso il Papa - apparentemente debole è la vera forza del mondo».
Questa verità, ha aggiunto poi Benedetto XVI all'Angelus, ci viene continuamente ricordata anche dall'esempio di Maria. «La glorificazione di Maria anche nel suo corpo verginale costituisce la conferma finale della sua piena solidarietà col Figlio tanto nella lotta quanto nella vittoria». Perciò il Pontefice ha esortato i fedeli a ricorrere «con fiducia a Colei che dall'alto ci guarda e ci protegge». «Abbiamo tutti bisogno del suo aiuto e del suo conforto - ha sottolineato - per affrontare le prove e le sfide di ogni giorno; abbiamo bisogno di sentirla madre e sorella nelle concrete situazioni della nostra esistenza». «E per poter condividere un giorno anche noi per sempre il suo medesimo destino - ha aggiunto - imitiamola ora nella docile sequela di Cristo e nel generoso servizio dei fratelli».
Il duplice incontro con i fedeli è stato caratterizzato da un clima di gioia e di serenità. Nel percorso dal Palazzo Apostolico alla chiesa di San Tommaso il Papa si è intrattenuto a salutare numerose persone, accarezzando i bambini.
© Copyright Avvenire, 17 agosto 2007
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1 commento:
Finalmente un giornale che da spazio alla bellissima omelia di Benedetto XVI ed anche al suo rapporto festoso con chi è stato lì ad attenderlo a chi lo ha seguito nella messa anche senza entrare nella piccola chiesa di S. Tommaso; se soltanto la stampa la smettesse di vomitare ( scusate il termine un pò forte ), stupidaggini, accuse , partiti presi e quant'altro. Che volete farci questo è il nuovo volto del Drago....... però attenzione chi semina raccoglie.
Eugenia
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